In principio, “lo straniero”, alias Antonino Minicuci, candidato sindaco del centrodestra a Reggio Calabria, aveva pensato tra se e se che doveva dire qualcosa di “forte” per togliersi di torno tutte le mille paranoie che accompagnano la sua avventura elettorale. E così, durante la pagliacciata allestita per ospitare il sempre più patetico “parolaio nero”, al secolo Maurizio Gasparri, è passato alle vie di fatto prendendo la parola e combinando un pasticcio che – più che ai famosi autogol di Niccolai – è sembrato fare il verso al lancio del boomerang o, per essere più prosaici, al gesto di Tafazzi…
Il candidato sindaco “straniero” della Lega – secondo la sua brillante idea – ha così inteso condannare uno dei passaggi del comizio del suo avversario Falcomatà, che aveva fatto riferimento all’impegno alle prossime elezioni comunali di alcuni dipendenti Hermes schierati a sostegno della coalizione di centrodestra. “C’è un attacco alla libertà democratica – ha tuonato Minicuci -. Il sindaco ha detto chiaramente ai lavoratori di Hermes che non si possono candidare con il centrodestra perché lui li ha ‘sistemati lì’, è un attacco alla democrazia e un voto di scambio che va sottolineato”. Mentre si esprimeva così, i suoi amici di coalizione si guardavano increduli e si davano le gomitate a vicenda: “Ma questo è completamente fuori…”. Eh sì, perché le parole di Minicuci in realtà si sono rivelate una clamorosa gaffe, visto che ben quattro dipendenti della ditta nata dalla fusione Reges e Recasi (Luisa Curatola con Fratelli d’Italia, Guido Rulli con Minicuci Sindaco, Peppe De Biasi con la Lega, Paolo D’Ascola con Ogni giorno Reggio Calabria) si sono candidati a suo sostegno. Un’altra clamorosa riprova che Minicuci non solo è “straniero” a Reggio, ma persino all’interno della sua raccogliticcia coalizione, che evidentemente neanche conosce…
Un assist a porta vuota per il capogruppo Pd in Consiglio comunale Antonino Castorina, che ha risposto in modo perentorio alle false critiche avanzate da Minicuci. “Non uno, non due, ma almeno tre se non di più sono i dipendenti della Società Hermes candidati col centrodestra. Alcuni dei quali sostengono anche la candidatura a sindaco del signor Antonino Minicuci – afferma Castorina – . Evidentemente lo stress per l’inusuale ruolo politico che la Lega Nord gli ha ritagliato addosso, sta giocando brutti scherzi al burocrate di stanza a Genova. Oppure Antonino Minicuci, forestiero per sua stessa ammissione, è talmente estraneo alla nostra realtà da non conoscere i suoi stessi candidati, e viene a parlarci di squadra compatta”.
“Il centrodestra -prosegue Castorina – dimostra di essere quell’armata Brancaleone dalla quale i cittadini sapranno responsabilmente tenersi alla larga. La presenza continua di esponenti politici provenienti da Arcore o dalla padania – conclude Castorina – che nulla hanno a che fare con Reggio Calabria, dimostrano la volontà da parte della Lega Nord di voler commissariare la politica a Reggio Calabria attraverso un burocrate di Melito Porto Salvo, che di Reggio Calabria e delle sue periferie conosce davvero poco, per non dire nulla, e che nelle sue liste si è imbarcato perfino chi fino a ieri, come dichiara giustamente sulla stampa lo stesso candidato Sindaco Minicuci, non sarebbe stato l’uomo giusto a rappresentare e interpretare l’esigenza di cambiamento di cui ha la città ha bisogno. Come dargli torto”.