Almaviva Contract, il colosso dei call center con sedi sparse su tutto in territorio Nazionale e non solo si sta preparando nascondendosi dietro i LICENZIAMENTI mascherati da smartworking, al licenziamento di noi lavoratori, attualmente occupati nella sede di Rende (CS), almeno 300, si stanno organizzando tramite un disegno ben definito alla denuncia dello scarso rendimento dei dipendenti attualmente in smartworking.
Temiamo fortemente che l’azienda stia preparando la strada per i licenziamenti, giustificati da un governo che da anni tutela i datori di lavoro e non i lavoratori, specialmente delle fasce più deboli come noi … Impiegati in call center.
Mi faccio portavoce tramite questa denuncia indirizzata a tutti gli organi competenti per avere un supporto reale per non trovarci a fine anno senza lavoro, stiamo preparando un esposto denuncia che presenteremo direttamente in procura in merito all’iniziativa dell’azienda Almaviva Contract, che a Rende occupa oltre 300 dipendenti diretti ed altri a progetto.
In particolare denunciamo la condizione di lavoro, ai limiti della violazione della dignità dei lavoratori, a cui la direzione aziendale sta sottoponendo noi lavoratori, sì perché si stanno nascondendo dietro l’attuale crisi dettata dal COVID, per raggiungere il loro scopo cioè quello di licenziare e lasciare a casa centinaia di dipendenti, madri e padri, coppie formate da colleghi che dovrebbero sposarsi e persone con familiari a carico.
Dall’inizio della pandemia si sono susseguite diverse comunicazioni a cui noi tutti ci siamo sempre attenuti e che nel rispetto del lavoro abbiamo onorato, ma nelle ultime settimane si sta premendo per continuare lo smartworking (nascondendosi dietro il reale intento di non farci rientrare più a lavoro)… Abbiamo saputo da parte degli organi sindacali interni dell’intenzione da parte della società di chiudere la sede di Rende, lasciandoci di fatto senza una sede, per poi attuare quello di cui sempre parlavano cioè delocalizzare il sito lasciandoci senza una sede FISICA e trovandoci alla fine dello smartworking, praticamente a casa senza la possibilità di poter fare nulla per salvaguardare il nostro posto di lavoro. L’attuazione di una policy sulla sicurezza con cui, fra l’altro, si vieta di potere rientrare nella propria sede lavorativa nel rispetto di tutte le normative COVID in una sala call center con grandi spazi e possibilità di rispettare le distanze per poter lavorare in totale sicurezza. Tutti gli uffici hanno riaperto, gli enti, i centri commerciali, ora lo faranno anche le scuole ma noi NO, perché? Cosa si nasconde dietro? Questo noi lo stiamo denunciando ora, in anticipo!!!! Purtroppo per noi il nostro destino sarà diverso e solo sensibilizzando gli organi competenti ci potrà essere un futuro per noi ed i nostri figli.
Tutto ciò viola il nostro diritto al lavoro dignitoso, non vogliamo stare a casa, vogliamo tornare in ufficio e poter continuare a fare il nostro lavoro dignitosamente, siamo dei dipendenti di un’azienda privata, non siamo scarti da buttare e non vogliamo nessun regalo, vogliamo solo la possibilità di continuare a lavorare, non crediamo più alle favole e per troppi mesi siamo stati in silenzio ascoltando il silenzio assordante dell’azienda e dei suoi rappresentanti venduti come giuda per pochi denari o promesse che poi non verranno mantenute. .
Chiediamo al Governo Regionale ed a tutti gli organi competenti in materia di LAVORO, che non vengano calpestati i nostri diritti di Lavoratori, madri e padri di famiglia, chiediamo all’Ispettorato del lavoro di verificare quanto da noi sostenuto (anche in termini di attuazione di mobbing) e di imporre il ripristino di condizioni normali di lavoro nel rispetto delle prescrizioni COVID. Tutti gli uffici hanno riaperto ma noi no, nessuno è stato richiamato per rientrare. Abbiamo l’impressione che l’azienda voglia conseguire il vecchio obiettivo della riduzione dei contratti, e del demansionamento che finora abbiamo evitato grazie ai vecchi accordi sindacali.
Ma cosa si nasconde dietro la possibilità del lavoro da casa? Cosa si nasconde dietro le comunicazioni sindacali? Cosa si nasconde dietro la chiusura della nostra sede di Rende? Il governo ha dato la possibilità alle aziende di lavorare da casa, ma non ha dato il pretesto a licenziare, a delocalizzare, a gettare anni ed anni di lavoro, a buttare nel cestino della spazzatura poveri lavoratori da 700€ al mese, e tutelare imprenditori senza scrupoli come la famiglia “Tripi” di Almaviva che vivono di FINANZIAMENTI PUBBLICI, soldi della comunità, per cui ogni pretesto è buono per calpestare tutti i diritti dei lavoratori godendo di protezioni sindacali e governative altolocate, ma questa volta non la passeranno liscia. Denunceremo sempre in tutte le sedi, ed iniziamo ora la nostra battaglia per il diritto al lavoro in una terra martoriata da questi finti benefattori che hanno solo spremuto e continuano a spremerci come limoni, da buttare quando il succo è finito. Impugneremo tutte le comunicazioni che arriveranno e non escludiamo una denuncia cautelativa alla procura di Cosenza.









