Coronavirus. Altri 15 casi a Cosenza, 12 a Rende e 8 a San Giovanni. Le figure barbine dei sindaci

40 ricoverati, 689 in isolamento domiciliare e 66 nuovi casi positivi. Anche ieri tra Cosenza e provincia il virus è avanzato in maniera inesorabile, a dimostrazione che il coprifuoco del governo, gli strepiti di Spirlì e le chiusure di strada del sindaco cazzaro non servono a nulla. L’aumento dei ricoveri ha chiaramente indotto l’Azienda Ospedaliera di Cosenza a correre ai ripari e così, com’era già accaduto nella prima ondata della pandemia, sono stati riattivati 14 posti di degenza Covid-19 all’ospedale Santa Barbara di Rogliano e già sono stati trasferiti i primi sette pazienti: cinque dal reparto di Malattie Infettive e due dalla Pneumologia. 30 i posti in Terapia Intensiva: 11 in più che si aggiungono agli ordinari 19. 36 le degenze Covid al Presidio dell’Annunziata: 18 in Malattie Infettive e 18 in Pneumologia – 10 dei quali di terapia semintensiva.

E veniamo alla mappa dei contagi. Per il secondo giorno consecutivo è Cosenza il centro nel quale si registrano più nuovi casi positivi. Ieri altri 15, che portano il totale a 122, anche se il sindaco sembra aver “paura” di nominare la parola “cento” e continua a fare figure barbine dappertutto, l’ultima alla manifestazione di protesta di ieri dei ristoratori, visibilmente infastiditi dal suo atteggiamento paraculistico. Gli consigliamo caldamente di girare alla larga dai cortei e dalle prossime manifestazioni. 

Chi invece continua nel suo assordante silenzio è il sindaco di Rende Marcello “Mazzetta”, incapace finanche di esprimere solidarietà ai suoi cittadini contagiati e ai commercianti bastonati dal Dpcm del governo. Visto che non lo fa lui, siamo costretti noi a informare la gente sullo stato del contagio nella città di oltre Campagnano. Ieri 12 casi positivi in più, che portano il totale a 72. Le notizie di regime parlano di almeno 10 casi nella caserma dei carabinieri di Rende ma “Mazzetta” neanche a loro si è degnato di rivolgere un pensiero, anche se comprendiamo che – in questo momento – il solo pronunciare la parola “carabinieri” possa rappresentare per lui motivo di “ansia” per le ragioni che tutti conoscono.

Passando alla Sila, ieri le notizie più preoccupanti sono arrivate da San Giovanni in Fiore, dove i casi positivi sono balzati improvvisamente da 7 a 15 con un aumento di 8 casi che ha indotto la neo sindaca Rosaria Succurro ad una imbarazzante dichiarazione, con un titolo assurdo: “Lotta al Covid, sono con tutti voi…”. Come se lei fosse estranea alle logiche del virus e non facesse parte della (sua stessa) comunità! L’unica cosa buona che ha fatto la sindaca vuota come una noce di cocco è stata quella di annunciare che alcune delle persone contagiate lavorano e dimorano fuori sede, con “libera interpretazione” per chi legge. Neanche una parola invece sulla vergognosa situazione dei 2200 cittadini rimasti senza medico di base in piena pandemia.

Se aggiungiamo anche i 3 casi in più registrati a Montalto, se ne deduce che in questo momento è l’area urbana di Cosenza quella più colpita dal virus, avendo riscontrato nella giornata di ieri 30 positivi in più.

Dalla Presila invece arrivano notizie migliori: ieri solo 10 positivi in più (5 a Rovito, 2 a San Pietro in Guarano, 1 a Celico, Casali del Manco e Spezzano Sila). Contagi in calo anche sul Tirreno: 5 divisi tra Cetraro e Scalea (2) e Belvedere (1).

Nove positivi, infine, sono stati riscontrati nella Media Valle del Crati tra Mendicino (2), Rose (2), Acri, Carolei, Castrolibero, Torano e San Marco Argentano (1).

Dall’ospedale dell’Annunziata, in ogni caso, arriva una rassicurazione: “La situazione, al momento, è sotto controllo, anche rispetto agli operatori sanitari”.