di Fabio Menin
Nel mese di marzo e aprile i calabresi obbedendo al governo si sono chiusi in casa evitando di contagiarsi. Nel frattempo la sanità calabrese era commissariata e il commissario veniva sostituito perché inadempiente ai compiti che gli erano stati assegnati.
E perché mai un generale e un esperto mandati dal governo non sono riusciti a mettere in ordine la nostra sanità? Perché la sanità controllata dalla regione Calabria è un centro di potere economico e politico ed elettorale delle classi dirigenti calabresi che sono raccolte in tre organizzazioni sociali: politica, massoneria e mafia. Queste tre società organizzate da almeno trentacinque anni hanno trasformato la sanità in un bancomat per i loro affari che garantisce pure il loro consenso politico, cioè i voti elettorali. Così nelle corsie degli ospedali ci sono medici, infermieri e inservienti messi lì dalla politica su consiglio di altri politici, altri massoni o altri mafiosi.
Si dice, ma è il governo che ha messo la zona rossa, che c’entra la regione Calabria? Il governo, che pure ha le sue colpe, per non avere riorganizzato sanità e aperto le discoteche durante l’estate, aveva però chiaramente definito durante i mesi della chiusura totale dell’Italia, che il problema principale era il numero di posti nelle terapie intensive e negli ospedali e quindi tutte le regioni sapevano benissimo la situazione e hanno ricevuto attrezzature e soldi per sistemare ciò che andava fatto.
In Calabria non si è fatto nulla, nessun ospedale chiuso è stato riaperto, nessuna o quasi terapia intensiva nuova è stata aperta e soprattutto nessun medico di base è stato formato perché in caso di nuova ondata pandemica si potesse curare a casa i pazienti meno gravi e lasciare liberi i pronto soccorso. Quindi la sanità calabrese con pochi cittadini colpiti dal virus rispetto al resto d’Italia è andata subito in crisi costringendo il governo a dichiarare la zona rossa per mancanza di strutture sanitarie adeguate.
Quindi chi porta la responsabilità dei sacrifici e delle perdite che i cittadini dovranno subire in questo nuovo periodo di chiusura elle attività? Chi governa il paese e chi governa la Calabria. Nella nostra regione, poi, per la verità che la sanità non funziona è cosa arcinota, ognuno se ha un problema serio va al nord o al centro a curarsi. Qui negli ospedali ci sono medici e infermieri che sono sostanzialmente stati nominati da una politica come dicevamo incapace di pensare il bene pubblico e capace solo di pensare ai propri interessi, insieme a massoneria e mafia.
Ora, non è che i medici e il personale sanitario non siano capaci, tutt’altro, ma sono completamente insufficienti nella formazione, nelle attrezzature e nei locali persino, anche perché negli ultimi anni sono stati decimati da una politica nazionale vergognosa, aiutata dalle massonerie locali che hanno puntato a chiudere i piccoli ospedali in una regione dove ci sono appunto i piccoli paesi sparsi per le montagne e le colline.
Sarebbe stato sufficiente anche che in estate la regione Calabria si fosse impuntata per limitare l’ingresso dei forestieri, tramite tamponi o test e certamente chi veniva da regioni infestate dal virus non avrebbe creato quei piccoli focolai che poi con la riapertura delle attività e delle scuole si sono diffusi un po’ a macchia d’olio, pur senza arrivare ai numeri impressionanti delle regioni del nord. Numeri comunque insostenibili per la nostra malandata sanità. E così oggi grazie a questo insieme di fallimenti a cominciare dal governo nazionale, a quello regionale fino a chi si è comportato in modo irresponsabile questa estate, siamo di nuovo alle prese con le chiusure proposte dal governo. Ora, io non credo che queste misure riusciranno a fare granché, anche se qualche contagio lo diminuiranno, ma vedo ciò che sarebbe necessario: migliorare il livello della sanità, specie quella del territorio ma ancora nessuno si decide a farlo, né il governo nazionale e neppure gli squallidi che governano questa regione.
Dunque, cosa possiamo fare noi cittadini? Beh, intanto in Calabria NON ANDARE A VOTARE TUTTI IN MASSA, e per il momento evitare i contatti imprudenti in attesa di tempi migliori.