Il presidente della giunta regionale f.f. Nino Spirlì ha firmato il decreto che fissa le prossime elezioni regionali al 14 febbraio. Mancano esattamente 75 giorni all’appuntamento con le urne, ed è trascorso quasi un anno dall’ultimo incontro tra l’elettore e il candidato calabrese.
Il giorno scelto dal f.f. Spirlì è il giorno di San Valentino, e allora la domanda più gettonata è: si ripeterà l’atto d’amore, già consumato quasi un anno fa, tra l’elettore calabrese e il mascalzone politico? I marpioni dell’imbroglio riceveranno gli stessi voti/doni dal loro elettorato ricattato e comprato?
C’è chi dice che la drammatica esperienza che abbiamo vissuto e che ancora stiamo vivendo causa covid ci renderà più attenti nella scelta della classe dirigente. I danni e le sofferenze subite dai calabresi dalla mala amministrazione sono evidenti, e la paura di ritrovarsi a dover vivere ulteriori aggravi di questa surreale situazione, fanno sì che la scelta questa volta sia ben oculata. Chi ha causato tanto male e tanta afflizione non può più guidare la macchina pubblica, bisogna puntare su gente onesta che sa interpretare i bisogni reali dei calabresi. Una ritrovata coscienza sociale che azzererà di fatto i padrini della politica.
C’è invece chi dice che niente cambierà e che tutto ritornerà come prima. Ovvero: vinceranno sempre gli stessi politici imbroglioni, votati dagli stessi elettori che oggi dicono di voler cambiare. Perché in Calabria il “comparaggio” e l’interesse personale, vanno al di là di ogni bene comune. E non c’è sofferenza patita che tenga: di fronte all’amico degli amici che ha sistemato qualche parente e che promette di sistemarne altri (sempre a danno della collettività), e qualcuno che dice di voler rispettare regole e leggi e premiare il merito, il calabrese sceglie sempre il primo. Questo, dicono in tanti, è garantito al limone.
Ad esempio: se si dovesse ripresentare un personaggio come Luca Morrone, proprietario di diverse cliniche private, nonostante tutto quello che abbiamo sentito sulla gestione della sanità in Calabria, e quello che abbiamo e stiamo passando, non c’è dubbio sulla “presenza” del suo pacchetto di voti anche a questa tornata elettorale. Sarà votato anche da chi ha patito durante questa dannata pandemia.
Infatti non è un caso che aleggia l’ombra di Roberto Occhiuto come candidato alla presidenza della regione del centrodestra. Fratello del plurindagato sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, meglio conosciuto come truffatore seriale (ha accumulato 28 milioni di euro di debiti). Roberto è un parassita sociale, incapace di vivere del proprio onesto lavoro, infatti è da 30 anni in politica, e a memoria di tutti, non ha mai prodotto nulla per i calabresi. Ma in questo mondo di ladri e massomafiosi Roberto è l’uomo giusto per garantire la continuazione del saccheggio, da parte della massomafia, delle casse pubbliche. Che è l’unica cosa che interessa veramente ai politici calabresi di destra, sinistra e centro. Roberto è un personaggio senza nessun carisma e dote. Un passacarte delle peggiore specie il cui impegno è sempre stato a favore di potenti, massoni, cardinali e traffichini vari. Un vagabondo che non si è mai speso per la collettività. Si muove solo per interessi personali e per gli amici degli amici. Ecco, in Calabria, un personaggio di questa risma, nonostante le sue evidenti responsabilità politiche sul disastro calabrese in tutti i settori, gente che lo vota si trova sempre.
Questa è la Calabria, dicono in tanti: buoni a lamentarsi, ma al momento del voto sempre proni e pronti a servire il padrone.
Ma c’è anche chi dice che se ciò avviene è perché non esiste una vera e concreta alternativa a tutto questo. Tutto ciò che è stato spacciato come nuovo alla fine si è sempre rivelato peggio “del vecchio”. E allora, di fronte alla falsità di chi promette cambiamenti che mai si verificheranno, forse è meglio mantenere lo stutus quo. Del resto per i calabresi vale sempre l’adagio: chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova.
Di fatto siamo già in campagna elettorale e gli schieramenti si preparano alla competizione. Per molti consiglieri uscenti si tratterà di fare “copia e incolla” dalla passata tornata elettorale, sicuri come sono della loro rielezione. Per il nuovo che si presenta, la strada sarà in salita, e non solo perché si troverà ad essere solo contro tutti, ma soprattutto perché questa volta la gente vorrà veramente capire quanto “nuovo” concretamente alberga nell’animo di chi, dopo tante sofferenze, si propone di rimpiazzare una volta per sempre ladri, marpioni e imbroglioni… ammesso che la voglia di cambiare espressa in questa periodo da gran parte dell’opinione pubblica, risulti vera e non solo virtuale. Se così è lo sapremo tra 75 giorni.