C’è l’apertura da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte agli spostamenti tra Regioni per Natale per i ricongiungimenti familiari. La disponibilità alla riflessione sul punto è arrivata, spiegano fonti all’agenzia Ansa, durante la riunione con i capigruppo sulle misure che saranno nel prossimo dpcm del 3 dicembre. Tra le norme allo studio poi, c’è sicuramente il coprifuoco alle 22 anche per il 25 dicembre e Capodanno. Per quanto riguarda i ristoranti, potrebbero essere aperti solo a pranzo (come già avviene nelle zone gialle) e resta escluso il via libera agli impianti sciistici.
Dopo le trattative dei giorni scorsi, con le Regioni ancora in pressing su Palazzo Chigi per riaprire i locali la sera e consentire gli spostamenti almeno tra zone dello stesso colore, oggi il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e il titolare della Salute Roberto Speranza hanno incontrato i governatori per un secondo round di confronto. Le distanze restano ampie, ma la tabella di marcia impone all’esecutivo di mettere fine alle discussioni, con o senza accordo: alle 15 il premier ha visto i capi-delegazione, in vista della presentazione del provvedimento in Parlamento fissata per domani. L’obiettivo è arrivare alla firma il 3 dicembre (data di scadenza del precedente dpcm). In base a quanto si apprende, le regole dovrebbero restare in vigore almeno fino al 10 gennaio. Speranza fa sapere che il governo non ha intenzione di concedere alcun allentamento, anzi sono in arrivo “nuove restrizioni” durante le feste per evitare la terza ondata a gennaio.
Innanzitutto resta confermata la divisione del Paese in tre zone di rischio, anche se l’auspicio è che tutta Italia diventi gialla entro le prossime settimane. Invariati l’orario del coprifuoco e gli orari per bar e ristoranti. Ciò che cambia è lo stop agli spostamenti tra Regioni a ridosso delle feste, che il ministro Boccia definisce “imprescindibile“. Serve “mantenere rigore e prudenza per non vanificare i primi risultati che stiamo vedendo”, ha aggiunto Speranza, sottolineando che altrimenti la situazione “potrebbe complicarsi a gennaio”. Resta da capire se verranno previste delle deroghe per consentire alle famiglie lontane di riunirsi. In un’intervista al Corriere, il membro del Cts Fabio Ciciliano si chiede “come possano vivere da sole il periodo natalizio” le famiglie “spaccate dalla distanza dei figli lontani per motivi di lavoro o di studio”, magari “nell’unico momento dell’anno che hanno per incontrarsi”. Stessa cosa per i nonni, che rischiano di restare soli anche durante le vacanze. Bilanciare la necessità di “abbattere la curva” con i limiti agli spostamenti e dare fiato alle famiglie “è arduo, ma non impossibile”, spiega Ciciliano. “Sono convinto che alla fine si troverà la quadra”.
Ed è proprio su questo che si stanno concentrando i lavori dell’esecutivo: fermo restando che sarà sempre consentito rientrare nella propria città di residenza o domicilio, tra le ipotesi allo studio c’è quella di autorizzare gli spostamenti tra Regioni gialle per ricongiungersi con i “parenti di primo grado“, mentre non è ancora chiaro se verrà fissato un tetto ai commensali presenti a cena nei giorni di festa. Lo scenario più probabile è l’inserimento nel dpcm di una “raccomandazione” per ridurre al minimo il numero degli ospiti, limitandoli ai parenti e non agli amici. Anche su questo arriva un’indicazione da Ciciliano, che per proteggere i nonni a tavola suggerisce di tenere “i bambini in tavoli separati dagli anziani“. Il membro del Comitato tecnico scientifico ribadisce inoltre due capisaldi della lotta alla pandemia che rimarranno in vigore anche durante le vacanze, cioè il coprifuoco e la chiusura dei ristoranti alle 18 (per le zone gialle): “La scelta di fermare le attività alle 18 e vietare gli spostamenti alle 22 serve ad evitare ogni possibile assembramento. Credo sia ancora necessario, così come è indispensabile l’incessante lavoro delle forze dell’ordine per la verifica sull’osservanza delle regole“. Fonte: Il Fatto Quotidiano