Calabria, l’urlo di Gino Strada contro i boss: “Fuori i privati dalla sanità”

Il boss della sanità privata calabrese Potestio a spasso con Occhiuto e i suoi scagnozzi

Ormai lo gridano a gran voce tutte le piazze della Calabria onesta e tutte le persone ancora libere di questa terra: FUORI I PRIVATI DALLA SANITA‘. Ogni anno i boss della sanità privata rastrellano un fiume infinito di denaro pubblico per arricchirsi e condizionare la politica. Un “giochino” che ha definitivamente stancato la parte sana della Calabria e che ormai sta venendo fuori con sempre più particolari in tutta Italia.

Gino Strada ci ha lasciato nel 2021 ma nel suo ultimo anno di vita ha dato una grande mano alla Calabria e ai calabresi e lo ha detto con forza ad ogni platea alla quale parlava, come sua consuetudine, col cuore in mano. Da anni invocava il ritorno di una sanità pubblica efficiente, in particolar modo in Calabria: “Qui è evanescente – diceva a Crotone -, mentre è ricca l’offerta del privato, a pagamento. Io credo che la sanità privata abbia diritto di cittadinanza, purché rispetti le leggi. Ma dovrebbe svolgere il proprio ruolo con i propri soldi, non con i soldi della sanità pubblica“.

Un legame, quello tra sanità pubblica e privati, che per Strada andava e va spezzato anche per allontanare le mafie, da sempre – come confermano anche le ultime inchieste – infiltrate nel sistema della sanità calabrese (e non solo). “Oggi il primo passo – diceva Gino – è quello di fare una netta separazione fra sanità pubblica e il resto. Occorre rompere questo legame per cui chiunque ha intenzione di investire nella sanità privata, la prima cosa che fa è convenzionarsi con il sistema sanitario nazionale, così da mettersi nelle condizioni di agire come privato, utilizzando soldi della sanità pubblica. Se si rompe quel legame ci si accorgerà che diventeranno molto meno gli investimenti nel settore sanitario da parte di chi vuol far soldi, da parte di chi ha intrallazzi con la politica e anche con la malavita“.

Da sinistra: Piercarlo Chiappetta, Roberto Occhiuto, Carmine Potestio e Carmine Vizza

Forse Strada non lo sapeva ma i boss della sanità privata calabrese ormai non hanno più bisogno di investire nella nostra terra in sanità privata. Per il semplice motivo che controllano cliniche e Rsa “a tavoletta”. I fratelli iGreco, gruppo paramafioso di Terravecchia, controlla cinque cliniche a Cosenza; il gruppo (paramafioso) Citrigno ne controlla altre cinque, di cui una a Catanzaro per non parlare dei centri diagnostici; il gruppo massomafioso Morrone ne ha cedute due a iGreco ma ne controlla ancora una; il gruppo Crispino sguazza tra Rsa e cliniche psichiatriche; il gruppo massomafioso Poggi&Parente ha sotto la sua zampa 12 Rsa; Roberto Occhiuto ha messo i suoi prestanome guidati dal boss Potestio a gestire un Centro ANMI che sta facendo soldi a palate speculando addirittura sulla sigla mutilati e invalidi; il gruppo Baffa di Cotronei è affiliato a Potestio e sta facendo razzia di fondi pubblici… e potremmo continuare ancora…

«Se dovessi fare il ministro della Salute reintrodurrei la dicitura Ministero della Sanità Pubblica.
Con me non ci sarebbero convenzioni con i privati. Non un euro.
Io sono per una sanità pubblica, di alta qualità e totalmente gratuita.
Per ri-costruirla non servirebbero nemmeno altri investimenti. Bisognerebbe smettere di rubare. Almeno trenta miliardi l’anno finiscono in profitto.
Quando una struttura sanitaria che dovrebbe essere ospitale con chi soffre diventa un’azienda in cui si gioca con i rimborsi e il pagamento a prestazione, si mette in atto un crimine sociale».
Gino Strada, intervista al Corriere della Sera del 13 luglio 2018