Non si può certo dire che l’operazione del porto delle nebbie di Cosenza per mettere fine all’indegno mercimonio sull’appalto e sulla gestione delle pulizie all’ospedale dell’Annunziata sia stato un fulmine a ciel sereno. Diciamo pure invece che si tratta di una vergogna inutilmente denunciata per anni e anni dagli stessi lavoratori, che non hanno mai fatto mistero di quanto accadeva e accusavano con grande chiarezza il dirigenti “infedele” dell’Azienda Ospedaliera evidentemente coperto dagli altri suoi colleghi complici e conmiventi.
Nell’ottobre del 2019 abbiamo pubblicato una lettera aperta degli Oss dell’Annunziata indirizzata al consigliere regionale Carlo Guccione nella quale era contenuta una disamina dettagliata di quanto accaduto ai 92 OSS della Coopservice sfruttati per oltre 20 anni all’interno dell’Ospedale di Cosenza e ve la riproponiamo.
Correva l’anno 2011 e, dopo tanti anni di omertà, veniva a galla che i dipendenti della società Dussman (appaltatrice dei servizi di pulizie e inservientato) espletavano anche le mansioni di OSS in sfregio al contratto di appalto. L’allora Direttore Generale, avv. Gangemi, su pressione dei sindacati e con autorizzazione regionale, revocava il bando per l’assunzione di 15 OSS impegnandosi a stabilizzare i dipendenti Dussman in ossequio, peraltro, ad un accordo sottoscritto nel 2008 dai sindacati e dall’allora Governatore Loiero.
http://www.cn24tv.it/news/33950/lettera-grave-situazione-ao-di-cosenza-servizio-assistenza.html
Tale accordo ovviamente non venne mai rispettato e l’Azienda Ospedaliera, in prossimità della scadenza del contratto, predispose un nuovo Capitolato di gara per un nuovo appalto dei servizi di pulizia e inservientato, dimenticandosi (con dolo o colpa) il servizio OSS. La SUA Calabria espletò la gara e nel 2014 la Coopservice risultò nuova affidataria dei soli servizi di pulizia e inservientato per la durata di anni 5 e con scadenza il 31 giugno 2019.
E gli OSS? Semplice. Hanno continuato ad espletare anche tale servizio nonostante il contratto di appalto avesse un altro oggetto.
Nel 2016, dopo poco più di un anno dalla stipula del contratto, l’Azienda Ospedaliera di Cosenza (che con dolo o colpa non aveva inserito il servizio OSS nel Capitolato di gara del 2014) si rese conto di avere un’assoluta necessità di tale ulteriore servizio che, paradossalmente, solo la Coopservice poteva (doveva?) espletare.
E così il sig. Provveditore (si definisce così in gergo il Responsabile dell’Unità Operativa Complessa “Gestione Forniture, Servizi e Logistica”), il dott. Teodoro Gabriele (indagato dopo l’operazione di ieri), in un primo momento predispose una determina di aumento di un quinto del contratto originario della Coopservice, salvo poi revocarla per proporre l’adozione della delibera n. 66/2016 che presenta una serie di illegittimità e incongruenze che elenchiamo qui di seguito:
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ILLEGITTIMITA’ del Provveditore: Il dott. Teodoro Gabriele da anni si trova in un palese conflitto di interessi. Come tutti sanno in Azienda, nel periodo in cui ricopriva l’incarico di Responsabile del contratto (DEC), occupandosi anche delle attività propedeutiche alla liquidazione delle fatture, fece assumere suo fratello e sua sorella dalla società Dussman. Con il cambio della ditta appaltatrice, il fratello è rimasto dipendente Dussman (pare abbia fatto anche una gran carriera), mentre la sorella è stata assorbita dalla Coopservice. In tutti questi anni quindi, il dott. Gabriele ha violato l’art. 6 bis della L. 241/1990 “Il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endoprocedimentali e il provvedimento finale devono astenersi in caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale”. Come ribadito dall’ANAC, nell’adunanza del 25 febbraio 2015, col parere AG11/2015/AC, il PNA (Piano Nazionale Anticorruzione) stabilisce all’art. 7 («obbligo di astensione») che “il dipendente si astiene dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale”.
Il Responsabile della Trasparenza e dell’Anticorruzione dell’Ospedale di Cosenza cosa ha controllato in tutti questi anni? Esiste un Collegio dei Revisori? L’ANAC è stata informata? Ottenere l’assunzione di parenti anziché denaro, forte del ruolo ricoperto, non costituisce reato penalmente perseguibile? E l’infedeltà nei confronti dell’Azienda (aver taciuto sul conflitto di interessi, non astenendosi dal firmare importanti atti) non costituirebbe motivo di licenziamento?
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VIZI DELLA DELIBERA N. 66/2016
2.1 MANCA IL CIG (Codice Identificativo Gara) sebbene trattasi di un nuovo affidamento.
Il CIG c’è ma non è stato riportato nella delibera per dimenticanza oppure non si è proceduto ad effettuare la registrazione sulla piattaforma SIMOG dell’ANAC? In quest’ultimo caso l’ANAC è all’oscuro del nuovo affidamento e dovrebbe essere immediatamente coinvolta.
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L’ART. 57, COMMA 5, D. LGS. 163/06 citato nel premesso della delibera recita che la procedura di affidamento senza bando può essere utilizzata “per i lavori o i servizi complementari, non compresi nel progetto iniziale né nel contratto iniziale, che, a seguito di una circostanza imprevista, sono divenuti necessari all’esecuzione dell’opera o del servizio oggetto del progetto o del contratto iniziale”. Bene, quale sarebbe la circostanza imprevista considerata l’atavica e nota carenza di OSS in Azienda? E perché oggi la stessa Azienda Ospedaliera ha prorogato solo il contratto originario e non anche l’integrazione di cui alla delibera 66/2016 mettendo a rischio l’occupazione di 92 OSS? Dal 2016 ad oggi sono stati assunti OSS che hanno colmato la lacuna? Oppure nel 2016 il Provveditore scherzava quando riteneva il servizio complementare OSS necessario all’esecuzione del servizio oggetto del contratto iniziale?
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NEL CONSIDERATO DELLA DELIBERA si legge “Che l’affidamento degli ulteriori servizi complementari in parola (igiene ed assistenza del paziente) riguardano il 49,9% dei servizi integrativi aggiudicati (aggiudicato al mese €.164.286,88 più iva) per un valore complessivo mensile quindi di €82.000,00 oltre iva, ed al costo orario di €19,50 oltre iva, giusta nota email della Coopservice che si allega, per un monte ore mensile di n.4.205 (aggiudicato mese 11000 ore) ed un importo massimo annuo non superabile di euro 984.000,00 oltre Iva”
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Considerato che l’art. 57 citato prescrive un limite massimo del 50%, chi ha stabilito che i servizi complementari necessari fossero proprio pari al 49,9% del contratto originario e non il 20% o 30%? Il costo orario di € 19,50 è stato dettato dalla ditta senza alcuna trattativa? E’ stato chiesto preventivo ad altra ditta che magari avrebbe potuto offrire lo stesso servizio ad un prezzo minore?
Gli Oss dell’Annunziata chiedevano quindi a Guccione: “… quanto malcostume, quante illegittimità, quanti soprusi, quanti reati riscontra in tale procedura? Perché non passa dalle parole ai fatti portando questi documenti in Procura e sul tavolo della Commissione sanità ? Investa della problematica i vertici della Sanità calabrese, dal Commissario Cotticelli al Direttore del Dipartimento Belcastro. E dica alla Commissaria padana dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, la dottoressa Giuseppina Panizzoli, che in virtù della Legge Severino un dipendente infedele può essere allontanato senza dover attendere una sentenza della magistratura. Ci dimostri che è scesa al Sud per invertire la rotta scovando e punendo il malaffare…”. Ma naturalmente nessuno ha fatto nulla. Né Guccione né tantomeno la commissaria padana.
Dopo una decina di giorni, gli stessi Oss ci hanno scritto una nuova lettera nella quale osservavano come – purtroppo – nulla si fosse mosso.
“… Come minimo ci saremmo aspettati un pronto intervento della neo commissaria Giuseppina Panizzoli, ma a quanto pare anche la leghista mandata nel profondo Sud ad insegnare ai terroni come si amministra un’azienda pubblica, ha preferito adeguarsi per non mettersi contro la combriccola dei dirigenti.
Probabilmente lor signori e signore sottovalutano la gravità dell’operato del dirigente “infedele” tant’è che lo stesso, non solo continua beatamente ad esercitare le proprie funzioni ma su convocazione del Commissario Straordinario della Sanità Generale Cotticelli e del Sub Commissario dott.ssa Crocco è stato inserito nel Tavolo Tecnico regionale degli appalti per gli acquisti in sanità tenutosi il 18/10/2019.
Ma come? Un dirigente che ha già ricevuto un avviso di garanzia per l’appalto delle pulizie siede allo stesso tavolo del Commissario alla Sanità per decidere le sorti degli appalti sanitari calabresi, ivi compreso il nuovo appalto di pulizie la cui procedura di gara è tuttora in corso?
Il Generale Cottocelli è a conoscenza della situazione? Ci aspettavamo quantomeno un allontanamento dalle proprie funzioni.
Considerato il silenzio delle Istituzioni preposte, cosa ne pensano Carlo Guccione, referente in Calabria del segretario Zingaretti, il senatore Nicola Morra, Presidente della Commissione Antimafia nonché referente del segretario Di Maio e Nico Stumpo, referente calabrese di Roberto Speranza? Quest’ultimo lo dica al suo Ministro della Salute che il Commissariamento della Sanità in Calabria non serve a un bel niente. Glielo dica che non servono ex carabinieri e dirigenti del nord Italia. Finiscono tutti con l’adeguarsi al malcostume locale. Hanno intenzione di intervenire per riportare la legalità nell’Azienda Ospedaliera di Cosenza?
I conti continuano a peggiorare, i LEA sono un miraggio e i colletti bianchi banchettano sulle disgrazie del popolo calabrese con la complicità di politici e disattente forze dell’ordine ed il silenzio della procura della Repubblica, del resto meglio conosciuta come porto delle nebbie… Ci dispiace per quanto sta uscendo fuori, ma non temete. Sputtaneremo e continueremo a denunciare tutti i suoi complici. Dal Responsabile dell’Anticorruzione aziendale, al Direttore Sanitario del Presidio Unico, al Direttore del Sitros, ai vertici aziendali che hanno avallato le sue scelte e continuano a proteggerlo”. Tutto questo accadeva più di un anno fa. Ora il porto delle nebbie di cui sopra, è stato evidentemente “costretto” ad intervenire. E il perché lo capiremo presto. Tutti.