Lettere a Iacchite’: “Catanzaro, campagna vaccinale: vi spiego cosa sta succedendo alla Mater Domini”

Caro direttore,

martedì sera, leggendo dell’intervista che il commissario Longo ha rilasciato ad una radio nazionale, nella quale addossava sui medici calabresi le colpe dello scarso numero di vaccinati in Calabria, ho provato letterale ribrezzo (http://www.iacchite.blog/calabria-il-commissario-alla-sanita-guido-longo-a-radio-capital-pochi-vaccinati-perche-i-medici-non-aderiscono/).

Mi domando se il Commissario regionale alla sanità sia la persona giusta per risollevarne le sorti o se sia l’ennesima figura, messa a capo della struttura commissariale, ma che di sanità, invece, ha scarse competenze.

Giusto per darle un quadro della situazione, terrei a farle presente, la disparità, a livello territoriale, delle campagne vaccinali: in alcune strutture ospedaliere calabresi queste sono efficienti, altre sconclusionate; infatti se al GOM di Reggio Calabria, a Cosenza e nel più grande ospedale catanzarese (il Pugliese Ciaccio) si è in procinto di completare il primo turno di vaccinazioni sul personale addetto all’assistenza, lo stesso non si può dire dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini di Catanzaro, in cui lo stesso impegno profuso nel diffondere le immagini del V-Day del 27 Dicembre, non è stato profuso nel programmare il sistema vaccinale del personale sanitario, rispettando scrupolosamente le linee guida nazionali.

Infatti, dopo la giornata del 27 dicembre, a distanza di ben 10 giorni, si è arrivati a vaccinare meno della metà del personale (più o meno, qualche centinaio di sanitari).

Molti dipendenti, per questo motivo, sono in subbuglio, situazione, peraltro, ampiamente riportata da un articolo di un blog catanzarese e da alcuni messaggi-audio, diventati “virali” da alcuni giorni, sulle maggiori piattaforme di messaggistica istantanea.

Il Direttore Sanitario di presidio della struttura, probabilmente informato della protesta dilagante, ha risposto dicendo che sono state vaccinate “risorse in outsourcing”, afferenti al policlinico. Dalla sua replica, si conferma che le linee guida, emanate dal Ministero della Sanità e dell’Istituto superiore di Sanità, purtroppo, non sono state completamente rispettate.

Convengo anch’io sull’opportunità di vaccinare le risorse in “outsourcing”, ma è ridicolo che venga data priorità (in questa prima fase) ad uscieri, vigilanti, nonché ai volontari dei varchi d’entrata e d’uscita della struttura, nonché a personale non deputato all’assistenza (attentissimo però a scattare selfie).

Le domande legittime sono: il personale sanitario deputato all’assistenza degli ammalati, accalcato ed in attesa del vaccino, non dovrebbe avere la priorità su queste figure? Com’è possibile che poche persone decidano chi e quando vaccinare pochi eletti? Com’è pensabile che la struttura commissariale non sappia come la campagna vaccinale venga condotta? E come può essere accettabile che figure di garanzia, come il commissario o come i deputati, non intervengano per cercare di capire come mai, ad oggi, il numero dei vaccinati a Catanzaro (ed in Calabria) sia così basso? Sono forse tenuti all’oscuro di tutto?

Lettera firmata