Ad una settimana di distanza dalla riapertura delle scuole in Calabria, all’indomani del pronunciamento del Tar Calabria che ha sconfessato l’ordinanza contraria del presidente della Regione. il sindaco di Rende Marcello Mazzetta ha disposto la riapertura anche dei servizi di mensa scolastica che finora erano rimasti chiusi in maniera inspiegabile. Per quanto siamo riusciti ad apprendere, sembra che per la riapertura ci sarà la riduzione di un’ora del turno di lavoro e un menù d’emergenza (un primo caldo e un secondo freddo), diverso da quello imposto dall’Asp.
Nessuno conosceva ufficialmente le motivazioni per le quali il servizio di mensa scolastico a Rende era rimasto fermo. E se lo chiedevano soprattutto le lavoratrici e i lavoratori, che rimanevano a casa e non sapevano spiegarsi il perché. Anche l’assessore Castiglione, vittima dell’ultimo rimpasto di Mazzetta, non era riuscita a risolvere la questione.
Ci dev’essere, di conseguenza, qualcosa che non si può dire e così, indagando un po’, abbiamo scoperto una serie di circostanze che ci hanno lasciato letteralmente allibiti. A Rende il servizio delle mense scolastiche è stato in mano alla Cardamone Group per diversi anni. L’azienda dell’imprenditore di Celico Renzo Cardamone, tuttavia, è stata fermata nel 2017 dalla Prefettura di Cosenza con una interdittiva antimafia e dopo la rituale comunicazione, le è subentrata l’azienda Siarc, che ha gestito il servizio delle mense scolastiche a Rende fino al 2019, anno in cui si è svolta la nuova gara per l’appalto. A vincerla è stata un’azienda con un nome molto particolare: Mencadora. Sì, avete capito bene: Mencadora. Che altro non è che l’acronimo di… Cardamone! Incredibile, ma vero. Il Comune di Rende ha affidato nuovamente l’appalto all’azienda interdetta, che nel frattempo aveva cambiato nome modificandolo con un acronimo. Cose da pazzi!
Ma non è finita qui. La Siarc produce ricorso contro la gara e vince in primo grado ottenendo la sospensiva dell’appalto in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato. Anche la Mencadora, tuttavia, si oppone e ottiene anche lei una sospensione. La logica avrebbe voluto che il servizio rimanesse in mano alla Siarc in attesa del giudizio di merito e invece clamorosamente il Comune di Rende, a settembre dello scorso anno, in occasione della riapertura delle scuole, ha riassegnato il servizio alla Mencadora! Perché questa fretta prima della decisione del Consiglio di Stato? Perché il Comune di Rende ha fatto questo? E perché butta fuori la Siarc? Tutte domande che sono rimaste senza risposta. Ma la circostanza più strana arriva col mese di ottobre quando il Comune interrompe di botto il servizio delle mense scolastiche coprendo tutto genericamente con le questioni legate alla pandemia. Una situazione grottesca che ha costretto il sindaco a disporre la riapertura delle mense.
Altra questione aperta è quella della sicurezza. Sono stati sanificati i locali? Che situazione troveranno i bambini e la forza lavoro? Vedremo cosa succederà, mentre non rimane che attendere la sentenza del Consiglio di Stato, che si pronuncerà sulla vicenda il prossimo 12 febbraio.