Rosarno. Bombardieri: “Il programma e il simbolo della lista di Idà decisi dai diavoli della ‘ndrangheta”

“Il programma e il simbolo elettorale della lista del candidato a sindaco di Rosarno Giuseppe Idà sono stati decisi dalla ‘ndrangheta di Rosarno”.

Così il procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri esordisce nella conferenza stampa sulla brillante operazione odierna della Dda che ha portato all’arresto di 49 persone, ritenute responsabili di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi, tentato omicidio, usura e procurata inosservanza di pena.  L’operazione “Faust”, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha confermato la “radicata e attuale operatività” dei componenti della cosca Pisano, conosciuti come “i diavoli di Rosarno”, nonchè sodalizi operanti nel Mandamento mafioso Tirrenico e la pervasività della “società di Polistena”, capeggiata storicamente da esponenti della famiglia “Longo” e della “locale” di ‘ndrangheta di Anoia.

“E’ una indagine che nasce dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che indicava l’attività dei Pisano nel narcotraffico. Da qui, i carabinieri hanno fatto una serie di monitoraggi sull’operatività della cosca constatando che spaziavano dagli stupefacenti ad altre attività come quella estorsiva e ingerenze negli apparati politici amministrativi – afferma il Procuratore Bombardieri -. La cosca si occupò anche  delle elezioni comunali svolte nel 2016 a Rosarno e dall’ampia attività investigativa, è emerso il condizionamento degli organi di vertice dell’amministrazione locale. Solo in un secondo tempo, il sindaco Idà preoccupato dalle voci che giravano su di lui in paese, ha tentato di allontanare i suoi referenti ‘ndranghetistici”.

Bombardieri precisa anche che “l’appoggio elettorale fornito dalla cosca Pisano al candidato Sindaco di Rosarno e al consigliere comunale era svolto in cambio della promessa di incarichi nell’organigramma comunale a uomini di fiducia della consorteria criminale, nonché l’assegnazione di lavori pubblici e di altri favoritismi”.

Non può che ringraziare  gli uomini dell’Arma dei carabinieri, il Procuratore aggiunto Paci per aver lavorato su “un’operazione iniziata diversi anni fa e conclusasi oggi, una indagine particolarmente pesante per la difficoltà di impermeabilità investigativa in un territorio come Rosarno e non meno pervasiva a causa di una cosca capace di elaborare strategie delittuose particolarmente raffinate”.

“I soggetti appartenenti al clan hanno una fama criminale conseguita e hanno continuato ad esercitare il loro ruolo pur non avendo la stessa esposizione di soggetti appartenenti ad altre cosche come i Pesce e i Bellocco e quello che è venuto fuori, è uno spaccato esemplare ma, allo stesso tempo, esemplificativo della capacità di organizzazione di ‘ndrangheta di saper gestire sul territorio la loro fama criminale e sfruttarla per ottenere vantaggi di ogni genere. L’indagine – conclude Paci –  mette in evidenza le tante attività come quella usuraria ma anche, quella estorsiva funzionale alla gestione dei traffici di stupefacenti grazie ai quali, l’organizzazione ha conseguito a denari liquidi da poter poi reinvestire. Tutto questo lavoro ha richiesto molto tempo e grande attenzione nel mettere insieme i collegamenti tra Rosarno e le varie articolazioni su più parti del territorio nazionali con le quali i Pisano hanno avuto modo di interloquire. L’indagine di oggi, ci fa conoscere una ‘ndrangheta estremamente moderna che ha capacità di sapersi espandere nel tempo”.