di Saverio Di Giorno
Era più che esaustivo il silenzio che era calato intorno all’ultima indagine della Procura di Paola, nella quale si prefigura anche la costituzione di una loggia segreta. Importante non tanto o non solo per i soli episodi contestati, ma perché si intuiva già a gennaio che si trattava di una macchia con le potenzialità di allargarsi a dismisura e infatti come anticipavamo prima delle perquisizioni e dei sequestri di oggi, i collegamenti ci sono e le spire potrebbero arrivare ovunque. Il contesto è quello di cavalierati, associazioni come Rotary e altri. Non sappiamo se la Guardia di Finanza sia entrata stamattina anche negli uffici del Comune di Verbicaro e chissà forse proprio per saldare quei collegamenti.
La faccenda ha le possibilità di allargarsi e forse per questo era calato un silenzio imbarazzante. Secondo la procura le riunioni si tenevano in un bar su Corso Mediterraneo. Un corso frequentato, di passeggio, dove la vita brulica e a quanto pare nel cui retro si decidevano parti della vita dei comuni. Non negli uffici, ma al riparo da occhi indiscreti, lontani dalle sedi adatte. In giro la sensazione è un po’ quella di essere solo all’inizio, “se fosse solo questo … qua c’è gente che da anni fa danni, chi si può tirare fuori?”. In effetti guardando le figure i professionisti, ingegneri e architetti viene in mente che questi hanno avuto ruoli in diversi comuni (San Nicola Arcella, Scalea, Belvedere, Paola) o appalti in altri comuni ancora. Nessuna parola nemmeno di circostanza.
La figura dell’imprenditore Marsico è centrale. C’è chi indica anche altre opere sospette come l’area mercato a Scalea i cui costi sono raddoppiati. Cose regolarmente denunciate e regolarmente ignorate, ma che forse ora trovano spiegazione. Chissà perché solo ora? Bisognerà prima o poi anche far luce sulle tutte le coperture che per forza di cose devono esserci state.
Ma le ditte di Marsico sono anche quelle che, come si anticipava, si erano occupate dei lavori presso la nuova sede della Bcc di Verbicaro all’interno della quale Marsico ha relazioni strette con alcuni membri, che però non risultano indagati in questa inchiesta. L’ingegnere che se ne occupa invece risulta già interessato da altri procedimenti che hanno riguardato il comune di Scalea. La banca, d’altra parte, non è nuova ad interessamenti delle forze dell’ordine. Qualche anno fa ci fu un sequestro di alcuni faldoni se ne parlò per qualche giorno, salvo poi finire nel dimenticatoio. È capitato molto spesso in indagini simili in altre province che le figure di politici, imprenditori e professionisti trovassero come collettore unico quello di una banca locale che fa da forziere. È probabile che anche questo sia uno di questi casi. Magari se i tempi sono maturi per alcuni filoni, forse lo sono anche per questi e si può chiarire in un senso o nell’altro anche queste situazioni.
C’è però anche chi è più cauto. Non c’è nemmeno bisogno di andare fino alla banca: è sufficiente andare a spulciarsi qualche atto o seduta pubblica. Si troverà che diversi affidamenti o appalti per opere pubbliche avevano nei soliti ruoli (Rup ad esempio) qualcuno dei diciotto indagati. È possibile che anche questi casi siano caduti nel sistema ipotizzato dalla Procura.
Ci sono poi incarichi conferiti che sarebbero stati conferiti in maniera illegittima. Molte di queste sono anche finite davanti ad un giudice o sono procedimenti ancora in corso. È probabile che la procura riesca a mettere ordine, a inserire in un quadro coerenti episodi che finora sembravano tanti o isolati. È il quadro è appunto quello di un cartello di imprese e di un’associazione segreta. Non semplici episodi di ruberie, corruzioni o inopportunità ma appunto una loggia che in maniera coerente silenziosa ha deciso quando e dove intervenire.
Una scommessa forte, che finora pochi avevano messo nero su bianco e quasi nessuno in provincia di Cosenza. Una scommessa che se vinta alza di parecchio il tiro sul modo di pensare e combattere il malaffare, alza la gravità dei reati, ma alza anche la responsabilità dei silenziosi.