di Saverio Di Giorno
Chissà perché tutti i sindaci antindrangheta e #iostoconGratteri, quando poi fa le indagini il procuratore di Paola Pierpaolo Bruni dimenticano slogan, post, comunicati e tutto il resto. La risposta era già intuibile alle prime battute dell’indagine su appalti e massoneria deviata tra Alto Tirreno Cosentino e Basilicata, che se si dimostrerà valida rischia di inguaiare amministratori e professionisti in decine di comuni. C’è quindi da capire fin dove vuole e può arrivare Bruni. Rimane un dato comunque valido al di fuori da quello giuridico: l’insieme di lavori, appalti e incarichi affidati ad una ristretta cerchia di professionisti con più incarichi spesso incrociati. Questo è già un problema. Un problema di accessibilità e democrazia.
Dei possibili sviluppi si era già parlato http://www.iacchite.blog/alto-tirreno-massoneria-deviata-e-appalti-tutti-i-legami-della-loggia-di-saverio-di-giorno/. Si tentava di ricostruire il ruolo che in tutto questo potrebbe svolgere la Bcc di Verbicaro a partire dalla figura dell’imprenditore Marsico, che ha i lavori per la nuova sede ed è vicino a membri della stessa banca.
Tuttavia basta scorrere il curriculum di alcuni degli indagati per trovare ruoli come consulenti, architetti, RUP e quant’altro in decine di comuni. Certo, non tutti i lavori possono essere stati ottenuti per effetti di questa loggia (ci mancherebbe! Questa è l’ipotesi investigativa), ma la mole di questioni potrebbe giustificare la cautela dei sindaci nel commentare la vicenda.
C’è il Comune di Verbicaro nel quale ci sono state opere appaltate ad alcuni degli indagati e per i quali ci sono anche procedimenti aperti per incarichi illegittimi, ma da una rapida ricerca emerge ad esempio che altri indagati hanno avuto ruoli di consulenti nel Comune di San Nicola Arcella per impianti pubblici. Altri, tra cui il signor Cristofaro, rientrano tra i fornitori del comune di Fiumefreddo in alcune occasioni. È la potenzialità di questa inchiesta tuttavia quella che spaventa, soprattutto dopo i recenti sequestri dei telefoni e delle perquisizioni. La preoccupazione infatti è che i diciotto indagati possano rapidamente salire di numero se si passa a collaboratori, colleghi o studi associati. Si troveranno infatti assessori ai lavori pubblici, responsabili di uffici tecnici o di piani operativi e consulenti di tutto il territorio: dall’entroterra come Maierà, Orsomarso, Buonvicino alla costa (Scalea, Santa Maria ecc.). I lavori vanno dalle opere pubbliche a progetti di bonifiche con i consorzi, ovviamente l’aviosuperficie di Scalea, ma anche strutture alberghiere o le solite cooperative fantasma e quant’altro. E questo per le informazioni che si possono reperire pubblicamente.
Quanti di questi lavori supervisionati da questo stretto giro di professionisti e a volte affidato ad un altrettanto ristretta cerchia di ditte (spesso vicine agli stessi amministratori) si siano svolti sotto pressioni di logiche e logge occulte e quanto invece per meriti e punteggi dovranno stabilirlo altri. Non ci interessa, perché quello che invece potrebbe aiutarci a rispondere è perché per anni non ci siano state politiche vere di sviluppo, e invece lavori eterni, altri improvvisi e/o distruttivi. Sintomi, evidentemente, non solo di miopia politica, ma anche di interessi precisi. Addirittura di una regia stabilita a tavolino da una loggia, secondo la Procura. Avere le prove su chi e quali lavori ci siano state eterodirezioni serve ai giudici, a tutti gli altri basta guardarsi intorno per accertare quello che c’è stato in termini di sfruttamento del territorio, risorse pubbliche, di mancanza di una vera concorrenza sana, di meritocrazia, di tessuto sociale e tutto il resto delle cose che si ripetono ormai a cantilena.
Il problema della trasparenza delle logge regolari è un problema non per il solo fatto che uno degli indagati risulta iscritto ad una loggia regolare, ma anche per i precedenti sul territorio come la loggia Oreste Dito di Scalea attenzionata anni fa senza ulteriori esiti. Nelle liste e nei documenti di quella loggia potrebbero trovarsi collegamenti con i soggetti attenzionati oggi http://www.iacchite.blog/calabria-massoneria-e-stato-deviato-le-mele-marce-in-divisa/ In quel caso l’appartenenza riguardava anche uomini in divisa, tale Saullo. Allora il problema si potrebbe allargare ad altre cerchie oltre a quelle dei professionisti. Quelle dei fiancheggiatori, delle coperture, delle amicizie utili.
Non è detto che si tratti per forza o soltanto di uomini in divisa, ci sono tutti gli avvocati, i notai e su su fino alle toghe. Nella città di Cosenza il sistema è rodato: pochi avvocati gestiscono cause di uomini in vista e altri uomini di legge si fanno pagare decine di migliaia di euro consulenze o commissioni da nulla. Sono nuove mazzette legalizzate. Ecco, non è detto che il resto della provincia non prenda esempio e sarà bene fare attenzione in questa direzione, d’altra parte non sarebbe la prima volta che indagini importanti sul territorio si perdono senza lasciare risposte. Ma il procuratore Bruni lo sa.