«Ho appena finito di parlare col Ministro della Salute, Roberto Speranza, il quale mi ha informato, come da prassi, che a partire da lunedì 12 aprile la Calabria torna in zona arancione». La comunicazione arriva dal governatore reggente Nino Spirlì al termine di una giornata in cui la Calabria è rimasta in bilico tra rosso e arancione. Stendiamo un velo pietoso sul resto della comunicazione del pessimo presidente facente funzione… ma ci soffermiamo sulle regole della zona arancione, che determinerà qualche cambiamento soprattutto per la riapertura di molte attività commerciali.
Le regole della zona arancione
Gli spostamenti fuori regione o verso un altro comune devono essere motivati sempre da comprovate esigenze lavorative, motivi di salute e altre situazioni di necessità. Resta consentito il rientro presso la residenza, domicilio, abitazione e seconda casa (anche fuori regione, salvo provvedimenti restrittivi regionali). All’interno del proprio comune resta in vigore anche il cosiddetto “coprifuoco”, dalle 22 alle 5. Con la zona arancione, scatta la didattica in presenza integrale per la seconda e la terza media. Per le superiori si va dal minimo di 50 al massimo del 75%.
Ristoranti, pizzerie, pasticcerie e altre attività di ristorazione non potranno servire ai tavoli ma possono fare la consegna a domicilio e l’asporto. In quest’ultimo caso è consentito fino alle 22. Fino alle 18 per i bar senza cucina. Molti dei negozi che erano stati costretti a chiudere in zona rossa, in arancione potranno riaprire. In particolare, quelli di abbigliamento così come parrucchieri e centri estetici (per i servizi alla persona). Nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, lavanderie e tintorie, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, edicole e librerie. Restano comunque chiusi cinema, teatri, sale bingo e centri scommesse.









