Lettere a Iacchite’: “Cosenza, reparto di Ostetricia e Dipartimento Materno Infantile: il gatto e la volpe”

Il Cinghiale e Scarpelli

IL GATTO E LA VOLPE

Uno ambisce a diventare direttore generale dell’Azienda Ospedaliera e l’altro Capo Dipartimento Materno Infantile. Quando si dice che “il pesce puzza dalla testa” significa che chi ha responsabilità e occupa una posizione apicale è sempre un cattivo esempio, per chi lo segue: il nale arriva sempre dall’alto. La pessima gestione, dal punto di vista manageriale, della U.O.C. DI OSTETRICIA E GINECOLOGIA, nelle mani di un dirigente che dovrebbe prendere decisioni a favore delle pazienti e del proprio personale, viene avallata da chi dal suo limbo non vuole proprio uscire e cioè dal Capo Dipartimento. Se uno non vale l’altro non serve. Se uno fa solo i propri interessi per non perdere credibilità agli occhi dell’Azienda e agli occhi dei vertici che l’hanno tanto voluto, l’altro non interviene e non si assume le proprie responsabilità, perché non vuole apparire, anche se sa che è lui l’organo di controllo che potrebbe mettere fine allo scenario di orrore che si vive in questo comparto.

NESSUNO ASCOLTA L’URLO DI AIUTO, di chi giorno dopo giorno sta mettendo a rischio la propria salute, manifestando uno stato di malessere generale che parte tutto da una cattiva gestione del Primario del reparto e dal Direttore del comparto. Un grido che nessuno sembra sentire, perché non interessa a nessuno se una figura professionale si trova a dovere espletare 12 ore di fila senza sosta e in un clima di apprensione, scontentezza e angoscia. Tutto ciò dovuto alla sfiducia verso chi, dopo vari incontri con il Primaro e il Capo Dipartimento, dopo varie promesse mai mantenute, gli chiede ancora di avere pazienza. Il personale è allo stremo, sfinito e il Direttore del Dipartimento – Gianfranco Scarpelli, quello della piazza per chi non l’avesse capito – che tante volte ha promesso unità in più, ha solo preso in giro tutti, perché anche lui come tutti quelli che hanno potere decisionale pensano sempre e solo ai propri interessi.

TUTTI conoscono la situazione del reparto di Ostetricia e Ginecologia, ma NESSUNO ha mai fatto niente, ma la cosa che dispiace di più è che alla fine questa situazione di assenza di personale ricade sui pazienti che non ricevono neanche l’assistenza di base. Allora mi chiedo: se in quel letto si trovasse un proprio caro, come reagirebbero? Mi rendo conto che neanche questo può smuovere la coscienza di qualcuno che coscienza non ne ha. Nessuno vuole attaccare nessuno, ma non si accettano giustificazioni sfuggenti e questo senso di irresponsabilità.

Facile attribuire la colpa a chi compie atti ingiusti e prende decisioni e scelte sulle spalle della povera gente. Il risultato finale è che viene alimentato un circolo vizioso, dove il Primario (il gatto) continua a compiere sbagli e si avvale dell’alibi che Scarpelli (la volpe) deve entrare in gioco per favorire un cambiamento. Come mai Scarpelli non agisce? Essere responsabile significa chiedersi: perché tutte queste richieste di trasferimento? Perché tutte queste complicanze? Perché il personale vive tutto questo malessere? Perché il personale non riconosce nel Primario la figura da leader, la guida? Il dottore Scarpelli deve capire quali sono le azioni per affrontare la situazione, essere abile a capire perché tutto questo malcontento e cercare di eliminare l’elemento artefice di tutto questo. Ma spesso questa responsabilità è legata alla colpa, pertanto solo ora si capisce perché il Direttore del Comparto rimane nel suo limbo. Lascio a voi le dovute conclusioni.

Lettera firmata