Rinascita Scott, arrestato il latitante Agostino Papaianni. Si nascondeva in un B&b di Catanzaro

Si nascondeva in un Bed&breakfast nel quartiere Janò di Catanzaro il latitante Agostino Papaianni, raggiunto da un ordine di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione Scott-Rinascita, coordinata dalla Dda della Procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, scattata all’alba del 19 dicembre del 2019. Questa mattina è scattato il blitz della squadra mobile di Catanzaro che ha fatto irruzione nella palazzina della periferia del capoluogo. Il 70enne di Joppolo è stato trasferito nel vicino carcere di Siano.

(ANSA) – CATANZARO, 15 GIU – Non era armato ma ben organizzato e in buona forma fisica Agostino Papaianni, di 70 anni, uno dei latitanti sfuggiti alla cattura nel corso del maxi blitz Rinascita-Scott del dicembre 2019 contro le cosche vibonesi. Gli agenti della Squadra mobile di Catanzaro che lo hanno catturato stamani.

L’uomo, considerato a capo della ‘ndrina che controlla i territori da Capo Vaticano, a Coccorino, Joppolo, fino a Tropea, nel vibonese, si nascondeva in località Janò di Catanzaro almeno da aprile. Papaianni è stato anche coinvolto nel procedimento “Black Money” per associazione mafiosa. “L’abitazione in cui dimorava il latitante, attigua a un B&B – ha detto il capo della Squadra mobile Alfonso Iadevaia – si trova in luogo impervio, circondato da vicoletti pedonali, un’area verde e un dirupo. Non ha opposto resistenza e ha ammesso le proprie generalità. Questo è il secondo latitante vibonese sfuggito all’operazione Rinascita-Scott che si nasconde nel Catanzarese. Già a gennaio era stato catturato Domenico Cracolici a Maida. Per un investigatore questa è la conferma di un collegamento tra territori ed è il simbolo di storiche alleanze tra la ‘ndrangheta di Vibo e quella di Crotone” che controlla il catanzarese.

Il vice questore aggiunto Salvatore Costantino Belvedere ha spiegato che nel corso della cattura è stata eseguita una perquisizione a casa e nei luoghi limitrofi e sono stati trovati, nella disponibilità del latitante, giornali, cruciverba e libri. Inoltre la casa era dotata di una piccola palestra domestica con panche e bilanciere per aiutare il ricercato a fare movimento nonostante la reclusione forzata.
Il questore di Catanzaro Mario Finocchiaro e Iadevaia hanno sottolineato la sinergia nel lavoro svolto in coordinamento con la Procura guidata da Nicola Gratteri e il lavoro degli agenti che sono riusciti a scovare una traccia della latitanza del capocosca da acquisizioni relative ad altri procedimenti. Adesso le indagini proseguono per scoprire chi ha favorito la latitanza dell’uomo. Da quanto si è appreso, Papaianni aveva stipulato ad aprile un contratto di affitto non registrato dal proprietario che ha affermato che Papaianni si sarebbe registrato con un falso documento. (ANSA).