M5s, scontro totale: Grillo non vuole concedere il simbolo a Conte (che ora minaccia di fare un partito suo)

di Claudio Bozza

Fonte: Corriere.it

Lo scontro tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo è arrivato all’apice. Tanto che l’ex premier — lunedì scorso, in una video-riunione con i maggiorenti dei Cinque stelle — avrebbe sfogato il suo pessimismo sulla rifondazione del Movimento. Conte, per essere incoronato ufficialmente leader politico, ha la vitale necessità di poter utilizzare il simbolo «MoVimento». Quest’ultimo, però, è di proprietà del secondo, che minaccia di non concederglielo. Una impasse che sta spingendo l’ex premier verso l’addio ai Cinque stelle, per fondare un nuovo partito, tutto suo.

Da ormai due settimane — falliti i tentativi di mediazione (compresi gli ultimi due in versione «marittima» nella villa a Marina di Bibbona) — l’ex premier e il fondatore del Movimento Cinque stelle non si parlerebbero più. Ogni tipo di interlocuzione, nonostante le veline da entrambi i fronti parlino di «confronto sereno», è infatti affidato ai legali o mediatori politici terzi. L’ex premier, da mesi impigliato nelle vesti di leader in pectore, ha bisogno del simbolo del «MoVimento». Quello con la «V» maiuscola, che però il comico a riposo aveva astutamente depositato il 26 settembre 2012, in veste di «garante» del M5s, presso l’Ufficio brevetti e marchi del ministero dello Sviluppo economico. Per la precisione si tratta appunto di un logo con la scritta «MoVimento», accompagnato dalle famose 5 Stelle, senza ulteriori scritte al suo interno. Un dettaglio chiave, che in questo ultimo e durissimo braccio di ferro per il controllo dei Cinque stelle lascia a Grillo il coltello dalla parte del manico.

Ma perché il comico (temporaneamente?) a riposo ha alzato il suo fuoco di sbarramento? La risposta, anche se fonti vicine a Conte lo negano, è semplice: l’ex premier, nel nuovo Statuto dei Cinque stelle (per questo ancora congelato), vorrebbe ridimensionare i poteri della figura del Garante, cioè di Grillo, che, specie dopo aver garantito un futuro politico al professore aprendo a sorpresa all’intesa con il Pd, di demansionamenti alla guida della propria creatura non ne vuole sentir parlare. E a nulla, dopo lo scontro, sembrano essere valse le concessioni sui poteri a Grillo, che Conte avrebbe proposto per ricucire lo strappo.

Così è scoppiato il grande gelo. Negli anni, dopo la mossa di Grillo con la registrazione al Mise del 2012, si sono succeduti poi simboli diversificati. Il 18 novembre 2015 nell’archivio dell’Ufficio dei marchi europeo (Euipo) venne catalogato il simbolo M5S con la dicitura «movimento5stelle.it» al posto del dominio «beppegrillo.it. Ma il proprietario risulta essere sempre l’Associazione Movimento 5 Stelle con sede a Genova, fondata nel 2012 e presieduta sempre da Grillo. Dopo 3 anni (gennaio 2018), in vista delle elezioni politiche il M5S cambia di nuovo logo: la scritta «ilblogdellestelle.it» sostituisce quella vecchia. Titolare del marchio è la nuova Associazione Movimento 5 Stelle, con sede a Roma in Via Nomentana, presso lo studio legale Ciannavei, e fondata alcuni mesi prima da Casaleggio e Luigi Di Maio. Anche qui c’è un «però» chiave: «Alla denominazione del “MoVimento 5 Stelle” potrà essere abbinato il simbolo, di proprietà dell’omonima associazione “MoVimento 5 Stelle” con sede in Genova, concesso in uso dalla medesima».

Per Conte, che dopo la vittoria su Rousseau con tanto di esborso da 250 mila euro pensava di aver la strada spianata verso la leadership, si profila quindi una ulteriore «gimkana politica», resa ancora più ardua dal calibro di un avversario come Grillo. Ma ora il tempo stringe e serve un’intesa nel giro di 24-36 ore al massimo, perché altrimenti rischierebbero di saltare operazioni chiave come la presentazione delle liste (e relative alleanze) alle elezioni amministrative, che dovrebbero tenersi il prossimo 10 ottobre. E il quadro peggiorerebbe nei Comuni più piccoli, dove i Cinque stelle governano in più casi.

A risolvere le cose potrebbe però contribuire un faccia a faccia tra i due contendenti, visto che l’arrivo di Beppe Grillo a Roma continua ad essere considerato imminente. Non si esclude anche un incontro con i parlamentari. Chi è vicino al fondatore del Movimento, racconta l’Adnkronos, continua a descriverlo amareggiato e deluso: ad accendere la miccia della sua rabbia la mancata presenza dell’ex premier all’ambasciata cinese, dove Grillo è arrivato da solo. Dunque le recriminazioni sullo statuto, che continua a non convincerlo: fonti parlamentari raccontano di un garante che continua ad «alzare la posta, una richiesta dopo l’altra», le ultime proprio nella giornata odierna. «Grillo ha sempre detto che il Movimento è biodegradabile — rimarcano le stesse fonti — se il braccio di ferro con Conte non rientra, magari è arrivato il momento…».