Calabria 2021, la Ventura torna a casa: ha beccato la seconda interdittiva antimafia

Maria Antonietta Ventura ferma la sua corsa come candidata presidente di PdM5s e Articolo 1 alla guida della Regione Calabria. L’imprenditrice ha deciso di fare un “passo di lato” dopo che da giorni si rincorrono voci riguardo una nuova interdittiva antimafia che avrebbe colpito un’azienda del gruppo industriale riconducibile alla sua famiglia. “Avevo deciso di raccogliere l’invito a candidarmi a presidente della Regione Calabria e condurre una battaglia fiera e leale, a viso aperto, con parole chiare e proposte concrete per ridare dignità alla Calabria e orgoglio ai calabresi”, spiega la Ventura nella nota in cui annuncia lo stop.“Preferisco però, con dolore, fare un passo di lato per evitare che vicende, che – lo sottolineo con forza – non mi riguardano personalmente, possano dare adito a strumentalizzazioni che nulla avrebbero a che fare con il merito della campagna elettorale – scrive nella nota –. Ho la responsabilità di tutelare le oltre 1.000 famiglie dei lavoratori diretti e indiretti relativi alle aziende del mio gruppo. L’impegno sociale e civico a tutela dei calabresi proseguirà, con ancora maggiore determinazione, nelle forme che da sempre porto avanti”.
Fin qui la nota della Ventura. La Dda di Lecce ha indagato a lungo su un sedicente Consorzio armatori ferroviari del quale faceva parte la Fersalento – destinataria del provvedimento – ma anche l’azienda Ventura e così abbiamo scoperto che ad aprile scorso era stata disposta una interdittiva antimafia per le aziende di questo Consorzio e in particolare le indagini sulla Ventura hanno rivelato corruzione aggravata, violazione delle norme sul finanziamento dei partiti politici e turbativa d’asta. Ma c’è di più: per il reato di corruzione aggravata l’azienda Ventura ha patteggiato un anno di pena, con il quale probabilmente ha cercato di attutire le conseguenze dell’interdittiva antimafia. La Fersalento è stata fondata da un certo Germano Ventura e ha nel suo Cda tre figlie e persino la moglie. Noi sinceramente non sappiamo se ci siano legami di parentela tra i Ventura di Lecce e i Ventura di Bisceglie trapiantati a Paola, ma sappiamo invece con certezza che fanno parte dello stesso Consorzio Armatori Ferroviari che macina appalti, commesse e milioni.

Su Marcella Ventura, che magari non sarà parente di Maria ma è certamente una “consorziata”, si erano concentrate le indagini della Guardia di Finanza di Verona che aveva segnalato l’imprenditrice per i reati di impiego di denaro e beni o utilità di provenienza illecita, subappalto non autorizzato e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti. Le indagini sulla Ventura erano state fatte nell’ambito di un’inchiesta sulla Nicofer, società riconducibile – guarda un po’ il caso – alla ‘ndrangheta calabrese (ovvero la stessa regione dove adesso vive e opera la dolce Maria Ventura in De Tommaso), in particolare alla famiglia Giardino legata alle ‘ndrine Arena Nicosia a loro volta alleate alla potente cosca Grande Aracri.

Tra le società che hanno avuto rapporti commerciali con la Nicofer S.r.l. Costruzioni Ferroviarie la stessa Fersalento ovvero – lo ribadiamo soprattutto per quei simpaticoni dei familiari della signora Ventura – l’azienda pappa e ciccia con la Francesco Ventura costruzioni ferroviarie Srl di Paola.

Ma se proprio ci fosse stato ancora qualche residuo dubbio sulle mani in pasta della famiglia Ventura da Bisceglie trapiantata a Paola, ecco il passaggio che cercavamo e che molti media pugliesi, dalla Gazzetta del Mezzogiorno a PrimaLecce, ma ce ne sono anche altri, hanno pubblicato in grassetto e con risalto.

“Anche a carico dell’altra società facente parte del Consorzio Armatori, la «Francesco Ventura costruzioni ferroviarie», sono state svolte indagini per corruzione aggravata (in questo filone è stato patteggiato un anno di pena), violazione delle norme sul finanziamento dei partiti politici e turbativa d’asta”.

Ora, noi non siamo pugliesi e magari non abbiamo i contatti giudiziari giusti per andare fino in fondo, ma non dovrebbe essere difficile arrivare a capire le fasi che hanno portato al patteggiamento di un anno di pena per corruzione aggravata. Tutti sanno che “patteggiare” significa ritenersi colpevoli e non è certo un bel biglietto da visita per una imprenditrice di successo ammettere che la sua azienda sia incappata in una così brutta disavventura.

Ora l’annuncio di una seconda interdittiva antimafia e l’addio della Ventura. Il suo nome era stato scelto dai leader nazionali dei tre partiti il 18 giugno suscitando diversi malumori nel centrosinistra calabrese che avevano interpretato la sua candidatura come una decisione calata dall’alto.

Gli esponenti del Pd calabrese avevano chiesto una riunione urgente con i vertici romani cercando un’interlocuzione per comprendere la decisione di Enrico Letta e Giuseppe Conte con l’ok di Roberto Speranza. Al centrosinistra e al M5s toccherà quindi ora trovare nuovamente un nome da spendere nella contesa con De Magistris e Occhiuto, i due principali sfidanti per la guida della Regione.