Calabria 2021. Palla Palla prepara la “sorpresa” a Robertino&Madame Fifì

Io credo che in questa fase, che è una fase difficile… si richiede a chi come me può dare un contributo disinteressato, spassionato, libero, di non tirarsi indietro, di non rinchiudersi in casa, perché di questo contributo ha bisogno la Calabria, e noi siamo impegnati su questa linea, e su questa linea non c’è schema che tenga perché l’appartenenza è il campo della sinistra, non le solite casematte che ripropongono i vecchi schemi per imporre dall’alto decisioni che sono in netta contradizione rispetto a quelli che sono i bisogni della nostra terra. Io vi saluto e vi invito a stare in campo perché la prossima scadenza elettorale non è detto che sarà una sconfitta per la sinistra, la prossima campagna elettorale può dare sorprese… e sorprese importanti”.

Si conclude con queste parole l’estenuante presentazione del libro di Mario Oliverio, “Un presidente scomodo”, a Reggio Calabria. Chi si aspettava una chiara presa di posizione dell’ex presidente della Regione sul “da farsi” in vista delle imminenti elezioni regionali, è rimasto deluso. Come pure i seguaci di Robertino&Madame Fifì più o meno mascherati che si attendevano il ritorno all’ovile senza condizioni.

Resta sibillino Maruzzu i Palla Palla. Preferisce girare al largo dal dire chiaramente “io col Pd non ci sto più”, e tuttavia non risparmia bordate di fuoco a Letta e compari colpevoli, non solo di averlo abbandonato nel momento del bisogno quando subiva (a detta sua) una ingiusta persecuzione giudiziaria, ma soprattutto rei di non volerlo più ascoltare. La sua voce, il suo pensiero, la sua opinione, la sua parola per il gotha del Pd non contano più niente. E questo è chiaro. Come chiaro è stato l’avvertimento sottobanco di Letta a Oliverio: o stai con noi, o sei fuori dal partito. Una imposizione che Oliverio, da buon silano qual è, non intende accettare. Anche se in cuor suo continua a sperare in un ripensamento dei capoccia romani che non arriverà mai. Ed è per questo che resta cauto nelle dichiarazioni contro il suo oramai ex partito. Lascia una porticina socchiusa, anche se sa bene che nessuno la varcherà. C’è da capirlo: un distacco netto resta sempre un forte trauma per chi come Oliverio nel Partito ha sempre creduto.

Oliverio sa bene di aver giocato tutte le carte a sua disposizione e che il finale di questa vicenda tocca a lui scriverlo. Se è vero che il suo unico scopo è quello di fermare “l’avanzata della destra” e di ridare dignità e unità al popolo della sinistra, la strada non può che essere una: costruire una solida e larga alleanza con tutti coloro i quali non si ritrovano nella scelta calata dall’alto della Bruni, a cominciare da De Magistris. Solo in questo modo può riaprire una partita elettorale che i sondaggi danno già per chiusa con una vittoria della destra. Tutto il resto sono solo chiacchiere. Oliverio sa bene che tre candidati a “sinistra” significa consegnare la regione agli Occhiuto. I numeri sono numeri e Palla Palla i numeri elettorali li conosce bene. Scendere in campo in prima persona è il più bel regalo che possa fare ai suoi nemici interni. Così come sa bene che un suo eventuale “ritiro” dall’agone politico farebbe il gioco di gentaglia come Iacucci, Graziano, Madame Fifì e tutto il cucuzzaro. Un regalo che Oliverio non intende fare, ed è per questo che non ha altra via. Non può battere i suoi nemici da solo, e questo Oliverio lo sa. Il rischio di una sconfitta è altissimo, il che significherebbe, dopo tutte le parole che ha fatto, la sua fine politica. E lui di andare in pensione non ne ha proprio voglia.

Da quanto abbiamo capito Palla Palla questa volta vuole andare fino in fondo, e forse prendere tempo gli serve per meglio valutare la sua scelta. Che non potrà che essere quella di aprire la discussione con tutto il mondo della sinistra, che come ben sa Oliverio è già schierato al fianco di De Magistris. Sempre se quella di ricomporre la sinistra è davvero la sua intenzione!