Calabria 2021. Il Fatto annuncia: “Enza Bruno Bossio nella lista Pd”. E il Codice Etico naufraga miseramente

La notizia circolava largamente già da settimane, in perfetta linea col “Codice Etico” del Pd, della scienziata Amalia Bruni e di tutti i soggetti massomafiosi dei dem calabresi. Ma oggi è stata confermata anche dall’autorevole notista politico del Fatto Quotidiano Lorenzo Giarelli, il cui imbarazzo nell’annunciare l’evento era palese anche dalla semplice scrittura.

Ebbene sì, Enza Bruno Bossio, classe 1957, da Grimaldi, ormai universalmente conosciuta a Cosenza e in Calabria col nomignolo di Madame Fifì, una leggendaria cartomante cosentina degli anni Ottanta, sarà candidata alla Regione nella lista del Pd. Forse l’unico che ancora non lo sapeva era il sempre più patetico Carlo Tansi, che da “accanito” oppositore del sistema ora si troverà – a meno di un clamoroso ritiro del geologo appena avrà metabolizzato la “palata” – a braccetto con la principessa indiscussa della corruzione in salsa calabra.

Ma torniamo all’annuncio del Fatto. Lorenzo Giarelli scrive dell’attivismo di Enza Bruno Bossio nel pilotare la candidatura di Amalia Bruni e definisce così la Nostra “eroina”: “… deputata dal passato controverso pronta a mollare il seggio alla Camera per un posto in Consiglio regionale. Difficile infatti che nel 2023 Bruno Bossio possa tornare in Parlamento, dunque è bene prepararsi un piano B, tornando in quella Calabria in cui il marito Nicola Adamo è già stato vicepresidente di Regione…”.

Inevitabile il racconto delle “prodezze” della coppia diabolica, anche se sostanzialmente edulcorato dal fatto che il Pd è pur sempre alleato del beniamino di casa Fatto ovvero Giuseppe Conte: “… Entrambi (Adamo e Bruno Bossio) hanno passato brutti guai con la giustizia, indagati e poi prosciolti (ma sarebbe stato più corretto scrivere prescritti per una serie di processi passati, ndr) per corruzione. Circostanza in cui la deputata dem aveva attaccato il procuratore Gratteri: “Gratteri arresta metà Italia! E’ giustizia? No, è solo uno show!”. I nomi della Bruno Bossio e di Adamo (questo almeno Giarelli lo scrive, bontà sua, ndr) compaiono anche – da non indagati – nell’inchiesta sull’ex procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Luberto, il quale – ha sostenuto l’accusa – “ometteva di iscrivere nel registro degli indagati e di proseguire le indagini nei confronti di Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio” per “avvantaggiare” l’ex parlamentare Pd Ferdinando Aiello…”.

Infine, la chiosa politica: “… Ora la Bruno Bossio sa che tornando in Consiglio regionale potrebbe avere un peso anche in caso di sconfitta, ritagliandosi un ruolo consociativo nella gestione Occhiuto col placet del commissario del Pd calabrese Stefano Graziano. Un paracadute ben più forte del margine di errore di ogni sondaggio”. Qualcuno dovrebbe spiegare al buon Giarelli che in Calabria centrodestra e centrosinistra rubano e delinquono insieme da decenni ma magari speriamo che il giornalista nelle prossime settimane interpelli De Magistris, che glielo dirà certamente. Sempre che i suoi capi glielo consentano, naturalmente…