Della serie: quando la facciatosta non conosce confini. L’ormai ex sindaco di Rosarno Giuseppe Idà, arrestato perché coinvolto in una inchiesta antimafia, “Faust”, all’inizio dell’anno, recrimina e si “scandalizza” perché qualcuno sta facendo circolare la voce – ma guarda un po’ che… novità! – che il Comune di Rosarno verrà sciolto per l’ennesima volta per infiltrazioni mafiose. E il guaio è che qualcuno gli dà pure credito…
“In Italia (non in Afghanistan), i provvedimenti di scioglimento disciplinati dal Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (artt. 143-146 del decreto legislativo n. 267 del 2000), dovrebbero essere di esclusiva pertinenza del Consiglio dei Ministri, che si celebrerà domani (sic!)”, è quanto scrive sul proprio profilo facebook, l’ex sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà. “Invece vengono anticipati, non si sa bene da chi e con quali procedure, senza alcun rispetto delle norme ed ancor meno della democrazia. L’unica cosa certa è che si tratta dell’ennesimo sopruso ai danni della nostra Città. Ovviamente attendiamo l’ufficialità del provvedimento e di conoscere le fantasiose motivazioni poste a fondamento di questa scelta, per poi proporre ricorso al TAR. Difenderemo la nostra onorabilità dinnanzi a chiunque e con tutte le nostre forze”, conclude Idà. Perché la ‘ndrangheta a Rosarno non esiste: dev’essere un fenomeno letterario…