Calabria Verde. La short list delle clientele, l’assessore Gallo e il gioco dei compari

C’era grande curiosità intorno alla squadra di Robertino Occhiuto. Ci si chiedeva in particolare quale delega sarebbe andata al primatista assoluto di preferenze Gianluca Gallo e quanto avrebbero pesato i suoi 20mila voti sull’assetto politico della giunta. Ma soprattutto, come si sarebbe messo Occhiuto rispetto al pasticciaccio di Calabria Verde che ha coinvolto direttamente Gallo nelle ultime battute della campagna elettorale. Beh, oggi che conosciamo la Giunta possiamo tranquillamente dire che Robertino si è messo a… 90 gradi e ha fatto esattamente tutto quello che ha richiesto il primatista Gallo.

Ma riavvolgiamo il nastro. Peppino Aieta da Cetraro, candidato dal Pd alla Regione nonostante sia indagato per corruzione dalla procura di Paola, ha tirato fuori dal cilindro una fantasmagorica short list preelettorale di Calabria Verde, denunciando i palesi obiettivi dell’assessore in carica Gianluca Gallo, responsabile del “movimento”. Si tratta in particolare della pubblicazione, da parte di Calabria Verde, di una manifestazione di interesse per una short list di professionisti. È rivolta ad esperti in materie fiscali contabili a cui affidare incarichi di consulenza. «Proprio con un tempismo quanto meno sospetto, a 15 giorni dal voto per l’elezione del consiglio regionale» commentava ironicamente l’ex sindaco di Cetraro. Aieta chiama in causa direttamente il favorito alla carica di Governatore. «Si è deciso di partecipare attivamente alla campagna elettorale con le solite pratiche che sanno molto di clientelismo da Prima Repubblica – aggiungeva -. Riteniamo che il fatto sia estremamente grave ed intendiamo denunciarlo chiedendo al maggiore beneficiario di tale misura, Roberto Occhiuto, di dirci pubblicamente cosa ne pensa». Una sorta di gioco dei compari, al paese nostro, a quello di Aieta e Occhiuto non lo sappiamo e neanche ci interessa per la verità. 

E, sputa che ci indovini, qualche ora dopo, nientepopodimenoche Roberto Occhiuto in persona, sul palco degli stati generali dell’agricoltura, con Gallo presente, lo sbertuccia senza pietà. «Calabria Verde va sviluppata – ha dichiarato Occhiuto – ma dite al dirigente che avere buon senso fa curriculum, fare short list in campagna elettorale è inaccettabile». E quel dirigente (o commissario, non cambia molto), altri non è che il fedele servitore di Gallo, lo sanno tutti.

Il giorno dopo Calabria Verde sospende la short list. In una sola parola: un disastro, colti con le mani nel sacco. Alla vigilia del voto, tutti i commentatori della politica di regime erano pressoché concordi sul fatto che Gallo per punizione non sarebbe mai stato riconfermato nella squadra di governo e se proprio avesse avuto un assessorato non gli sarebbe toccato quello all’Agricoltura. Successivamente la variabile impazzita invece è stata rappresentata dall’enorme successo elettorale dell’assessore, che se da un lato sembrava rafforzarlo, dall’altro paradossalmente gli si ritorceva contro per una serie di motivi di opportunità che finanche un partito-feccia come Forza Italia è stato costretto a considerare. E giorno dopo giorno comunque apparivano ed appaiono sempre più chiare le motivazioni che hanno portato all’exploit dell’assessore Gallo e non sono certo edificanti per il soggetto in questione. Ma evidentemente per la Calabria corrotta in cui viviamo questa gente va premiata. E tutti i salmi finirono in gloria…