“Berardinho” può ancora rilanciare il Sassuolo

di Stefano Fogliani

Fonte: Il Resto del Carlino

Ha ricominciato a lavorare, il Sassuolo, e in vista della trasferta di Genova si aggrappa a Domenico Berardi, fresco di un gol in nazionale che ha deciso la ‘finalina’ della Nations League che l’Italia di Mancini ha strappato al Belgio. Gol su rigore, ok, ma mica è il caso di andare troppo per il sottile – era comunque il sesto gol azzurro dell’attaccante neroverde in 21 partite – anche perché Berardinho, fin qua, ha fatto capire di essere l’unico giocatore a disposizione di Dionisi in grado di togliere il Sassuolo da un impasse che dice 7 punti (e altrettanti gol) in 7 gare di campionato.

Detto che gli ultimi tre gol, dei sette, li ha fatti proprio lui, non è che ci sia molto altro da fare che non sperare che quella smorfia esibita da Berardi quando, sul finire di Italia-Belgio, il ct Roberto Mancini lo ha cambiato, fosse solo legittima stanchezza e non la spia di qualche malessere.

Forse in questi giorni se ne saprà di più ma non vale la pena azzardare alcunché e contare sul Berardi motivato cui il Sassuolo ha legato in modo indissolubile la sua fase offensiva una volta che il giocatore, dopo un’estate che lo ha portato a un passo dall’addio, si è di nuovo calato nella dimensione neroverde. Che è stata la sua comfort zone a lungo, alla quale l’attaccante sacrificò il passaggio a Juve e Roma, ma non di recente: sulle sue tracce, fino a fine agosto, prima il Milan, poi la Fiorentina e altri, con un’insistenza che non è sfuggita a nessuno e qualche scoria l’ha lasciata, anche perché il Sassuolo non è che abbia fatto muro, ma ha subordinato la cessione ad offerta che, a misura di quanto richiesta dai vertici neroverdi, non è mai arrivata. “Vicino all’addio in estate? Di sicuro volevo andare via, ma ora che sono rimasto a Sassuolo darò sempre il 100%”, ha detto Berardi dopo la ‘finalina’ di Nations League, lasciando intendere tuttavia che la questione resta sul tavolo. Magari non a gennaio, di sicuro a giugno.

“Al mercato penseremo più avanti”, ha detto ancora, ben consapevole che il Sassuolo a gennaio di solito non fa operazioni importanti ma che a giugno la finestra che si riaprirà sarà quella giusta. Intanto, però, tanto vale puntare su quel 100% che Berardi ha garantito darà sempre e comunque, contando che possa essere utile ai neroverdi a superare una stagione di transizione fin qua non priva di intoppi. Chiusa la quale, il tormentone ricomincerà, inevitabilmente: intanto, però, i neroverdi si aggrappano al loro miglior attaccante di sempre. “E’ indispensabile”, ha convenuto anche il tecnico Alessio Dionisi a settembre, e numeri alla mano diventa difficile dare torto all’allenatore neroverde. Serve Berardinho, e servono i suoi gol e il suo impatto su una fese offensiva che stenta, per andare oltre questo avvio di stagione che fin qua ha detto che il Sassuolo c’è e non c’è, ma Berardi – 3 gol di fila nelle ultime tre gare – c’è sempre, o quasi. E da lui non si prescinde.