Robertino pigliatutto. È questo quello che ha in mente Robertino dopo la sua vittoria elettorale: accentrare attorno a se, nella formazione della giunta, più potere possibile. I numeri usciti dalle urne hanno ribaltato, a dispetto dei sondaggi e delle aspettative, gli equilibri di potere all’interno del centrodestra calabrese: è Forza Mafia il partito più votato in Calabria, e di conseguenza Robertino è il maggiore azionista della coalizione. Da escluso e dato per finito dopo l’elezione di Jole Santelli, Robertino ritorna a “corte” da Re. Forse neanche lui si aspettava questo risultato: di scontato in questa tornata elettorale c’era solo la sua elezione a presidente della regione Calabria come risultato finale, mentre tanto scontata non era la sua vittoria all’interno della coalizione di centrodestra. Tutti si aspettavano un boom della Lega che non c’è stato, così come non ha sfondato FdI. E questo ha riacceso in Robertino oltre alla voglia di vendetta per tutti i torti subiti dagli alleati in questi due ultimi anni, anche la sua ben nota voracità: “visto che sono arrivato primo, decido io le percentuali del bottino (in riferimento agli assessorati) da destinare ad ognuno degli alleati”.
Robertino pigliatutto ha capito che questa è l’occasione giusta per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, e rimpinguare le sue vuote tasche, e quelle degli amici degli amici che hanno favorito la sua vittoria. I traditori devono pagare. E chi ha posto veti in passato sulla famiglia Occhiuto, ora dovrà accontentarsi di poco o niente. È questa la vendetta di Robertino: punire gli Orsomarso, gli Spirlì, i Furgiueli, gli Abramo, i Tallini, per l’infedeltà dimostrata in occasione della candidatura di Jole Santelli. Senza dimenticarsi di Gallo il super votato, ma anche di Katya Gentile, già sul piede di guerra. Si sente forte Robertino e non solo per via della sua vittoria elettorale, ma anche perché sa di avere le spalle coperte da zio Silvio che da un po’ di tempo a questa parte ha deciso di alzare il tiro nei confronti dei suoi alleati Salvini e Meloni, e la Calabria, in questa guerra tutta interna al centrodestra, è il terreno ideale dove scontrarsi. Berlusconi vuole diventare il presidente della Repubblica, e pretende rassicurazioni dagli alleati sul sostegno alla sua candidatura. Rassicurazioni che però tardano ad arrivare, al contrario degli strali che giornalmente Berlusconi, Salvini e Meloni si lanciano addosso su ogni cosa, a cominciare dalla leadership del centrodestra, che ognuno dei tre pare rivendicare per se.
In tutto questo Robertino è stato incaricato da zio Silvio di dare un forte segnale, nonché una sonora lezione, agli alleati che devono capire bene chi comanda: Berlusconi non si tocca, pena la fine di questo centrodestra che senza i suoi voti non va da nessuna parte. Voti che il Berlusca sta cercando di far lievitare con accordi squallidi come quello appena siglato con Renzi. Insomma non ci si libera di Berlusconi con un semplice “vaffa”. Serve di più, molto di più. Ed è per questo che Robertino lascerà fuori dalla spartizione della torta pezzi importanti della nomenklatura di centrodestra. La punizione deve essere esemplare: chi ha tradito è fuori dagli intrallazzi. Che è quello che vuole zio Silvio da lui. E Robertino è ben felice di eseguire.
La guerra tra alleati nel centrodestra è appena iniziata e i chiamati in giunta saranno espressione della nuova paranza calabrese del centrodestra che ha di fatto scalzato la paranza dei catanzaresi (spesso in coppia con i reggini) a favore della nuova alleanza tra gli Occhiuto e i fratelli di Vibo. Fino a che punto si spingeranno nello scontro lo capiremo a breve, certo è che le prime cannonate non sembrano essere a salve, e la formazione della giunta da parte di Robertino, si preannuncia come un assalto alla baionetta contro gli alleati. Come reagiranno a questo assalto Fratelli d’Italia e la Lega lo capiremo solo quando la giunta Occhiuto sarà una realtà. E non dovrebbe mancare molto…