La questione delle cliniche San Bartolo e Misasi potrebbe giungere ad un nuovo drammatico capitolo per i lavoratori.
Il 5 novembre scorso sono pervenute alle organizzazioni sindacali le comunicazioni di avvio delle procedure di licenziamento per oltre 50 lavoratori e lavoratrici. Oss, manutentori, centralinisti, portieri, amministrativi, educatori e assistenti sociali rischiano concretamente di rimanere a casa.
Va ricordato che la San Bartolo SRL da quasi sei mesi, è passata in mano al gruppo iGreco.
Il colosso della sanità privata calabrese dopo soli sei mesi di attività svela il suo reale volto.
I lavoratori hanno vissuto una fase di cassa integrazione dapprima con il gruppo Morrone e poi con la nuova proprietà , ora la doccia fredda dell’annuncio dei licenziamenti.
In questa triste vicenda, gli unici a pagare sulla propria pelle le scelte della mala imprenditoria sono i lavoratori. Le famiglie Morrone e iGreco hanno concluso i loro accordi e i loro scambi a spese dei lavoratori.
Per anni queste strutture sono state lautamente sovvenzionate dallo stato, hanno arricchito e continuano ad arricchire i soliti imprenditori che godono del fallimento del sistema sanitario pubblico, che permette loro di speculare senza ritegno sul diritto alla salute. Da anni assistiamo a Oss che fanno orari massacranti e mansioni che non dovrebbero svolgere, ausiliari trattati come schiavi e poi messi in cassa integrazione e sostituiti da cooperative esterne. Tanto altro ci sarebbe da raccontare.
La realtà è sotto gli occhi di tutti, mentre il nuovo colosso iGreco si espande ed è pronto ad acquisire l’ex palazzo della Banca Carime a Vaglio Lise, proprio lì dove sorgerà il nuovo ospedale, si permettono di licenziare 50 padri e madri di famiglia.
In una città come la nostra e in una regione come la Calabria tutto ci possiamo permettere tranne che nuovi disoccupati.
Non è accettabile un attacco così forte a lavoratori e lavoratrici.
Facciamo appello al presidente della giunta regionale della Calabria Roberto Occhiuto e al sindaco di Cosenza Franz Caruso, affinché mettano da subito in campo tutte le iniziative necessarie per evitare questi licenziamenti che aprirebbero una profonda crisi sociale nella nostra città .
Lettera firmata da un gruppo di lavoratori e lavoratriciÂ