Autobomba a Limbadi: chiesti due ergastoli

Il fermo immagine tratto dal Tg1 mostra vigili del fuoco e inquirenti sul luogo dove un uomo di 42 anni, Matteo Vinci, è morto a Limbadi, nel Vibonese, nello scoppio dell'auto che stava guidando, 09 aprile 2018. Ferito gravemente il padre di Vinci, Francesco, di 70 anni. L'ipotesi che viene fatta dai carabinieri è che a provocare lo scoppio sia stata una bomba collocata nel vano portabagagli della vettura. ANSA/FERMO IMMAGINE TG1

La Dda di Catanzaro ha chiesto due condanne all’ergastolo per l’autobomba fatta esplodere il 9 aprile del 2018 a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, e costata la vita al biologo 42enne Matero Vinci, oltre al grave ferimento del padre Francesco Vinci. Gli ergastoli sono stati chiesti dal pm Andrea Mancuso nei confronti di Vito Barbara e Rosaria Mancuso, ritenuti gli ideatori e gli organizzatori dell’agguato con l’autobomba.

Per Domenico Di Grillo, marito di Rosaria Mancuso, e’ stata chiesta la condanna a 20 anni di reclusione (accusato di un tentato omicidio ai danni di Francesco Vinci nel 2017), mentre per la figlia Lucia Di Grillo sono stati chiesti 12 anni di reclusione per i reati di estorsione e lesioni aggravate. L’autobomba fu collocata, secondo l’accusa, come punizione nei confronti dei coniugi Francesco Vinci e Sara Scarpulla (parti civili nel processo) che per anni hanno resistito ai soprusi dei Di Grillo-Mancuso ci quali avevano intenzione di impossessarsi con la forza dei loro terreni. Rosaria Mancuso e’ la sorella dei boss Giuseppe Mancuso, Francesco Mancuso e Pantaleone Mancuso, attualmente detenuti per altri reati. (AGI)