Cosenza è democratica, la digos se ne faccia una ragione!
di Francesco Campolongo, ricercatore Unical
Ieri bellissima assemblea alla Sala degli Specchi della provincia di Cosenza. Sala strapiena con tanta gente fuori per dimostrare solidarietà a Jessica, Simone e Francesco ma, soprattutto, per difendere la democrazia a Cosenza. Non dobbiamo confonderci. La richiesta spropositata e surreale della questura di Cosenza per la loro “pericolosa” partecipazione politica e democratica non è l’ennesima gaffe folcloristica di chi dovrebbe difenderci dai criminali ma preferisce inventarne di sana pianta qualcuno per darsi un tono. Io penso ci sia di più.
Si entra in una nuova fase in cui la democrazia si deve limitare al voto ogni 5 anni, in cui il conflitto democratico diviene un problema e non una risorsa, in cui la maggioranza di questo paese deve subire in silenzio la redistribuzione di potere dal basso verso l’alto di questo governo. Puoi votare chi vuoi ma devi rimanere precario, puoi votare chi vuoi ma devi rimanere senza casa, puoi votare chi vuoi ma devi rimanere con uno stipendio da fame, puoi votare chi vuoi ma la sanità rimane in mano ai privati. Un’idea eversiva di democrazia che pervade media e classe politica.
L’attacco verso Jessica, Simone e Francesco è un monito, è l’attacco verso un’idea di politica in nome di chi lavora o vorrebbe farlo, di chi manda avanti questo paese ogni giorno ma deve subire l’arroganza di imprenditori e politici che odiano democrazia e diritti. Lo stato è uno specchio dei rapporti di potere nella società, colpire chi si spende per i diritti e la democrazia permette di poter fare leggi solo per chi vuole mantenere i propri privilegi.
Ma ieri sera Cosenza ha difeso un concetto alto di politica e democrazia, interventi diversi e plurali ma decisi e coraggiosi contro chi pensa di potere tornare al ventennio. I vostri moniti e le vostre minacce non funzionano, la storia non la fermano le vostre denunce ridicole.
Io, da lontano, non posso che essere orgoglioso di questa Cosenza e stringere forte i miei compagni e le mie compagne, da ieri ancora più sicuri e sicure di essere nel giusto, di non essere soli e sole.