(Don) Carmelo Pujia, professionista della Prima Repubblica tra Andreotti, Misasi, Casini e il “giovane” Loiero

La morte di Carmelo Pujia non può passare inosservata. Lo spessore del personaggio è perfettamente sovrapponibile, tanto per fare un esempio, a quello di Riccardo Misasi nell’eterno gioco delle correnti della Democrazia Cristiana, che hanno comandato il Paese dal Dopoguerra a Tangentopoli. Il ricordo più lucido del politico vibonese l’ha tracciato l’ex sindaco di Catanzaro Marcello Furriolo, che con Pujia aveva avuto un rapporto proficuo e costante in quelle logiche politiche. Stiamo parlando della mitica corrente del Divo Giulio Andreotti e del fido Paolo Cirino Pomicino, che aveva come indiscusso punto di riferimento in Calabria proprio don Carmelo. Furriolo scrive che “Pujia è stato uno dei più grandi professionisti della politica, nel senso migliore del termine”. Al di là del fatto se ci possa essere un senso migliore, Pujia è stato certamente un grande professionista della Prima Repubblica, con tutti gli eccessi e le derive affaristiche e clientelari più che con lo spirito di servizio per il territorio.

Del resto è proprio Furriolo a scrivere che “la Corrente era la sua Chiesa, nel senso apostolico del termine. E gli amici di Corrente erano essenzialmente degli apostoli, che credevano in modo fideistico alla parola del Capo e diffondevano con totale convinzione e  obbedienza il suo verbo. Ciccio Samengo, fiduciario e consigliere molto ascoltato dal “Capo”, nel tempo Guido Mantella, Guido Rhodio, Ciccio Squillace, Cataldino Liotti, Ciccio Mirante, Franco Fiorita, Medoro Lapenna, Franco Cimino…”. Senza voler essere prosaici a tutti i costi, è però decisamente difficile scovare in qualche recondito angolo nascosto dell’attività politica di Samengo (deus ex machina del più grande strumento clientelare della Calabria “moderna” ovvero Sviluppo Italia in versione locale) o magari di Rhodio qualche barlume di politica al servizio del territorio. La Prima Repubblica, appunto.

E proprio nell’alveo dei rapporti complicati del potere nella Prima Repubblica, si è inserita la più celebre pagina giornalistica riguardante Pujia, che era finito nel mirino dell’allora giovane e rampante cronista politico Agazio Loiero. “… Che agli esordi della sua attività giornalisticaricorda Furriolo , in una seguita rubrica di ritratti di uomini politici, sul “Giornale di Calabria” del compianto Piero Ardenti, tracciò un profilo al vetriolo di Carmelo Pujia, già “padre padrone ” della DC e della regione Calabria…”. Questione di correnti. 

Con la corrente di De Mita, dentro alla quale c’era il suo eterno rivale cosentino Riccardo Misasi, i rapporti erano schietti e sinceri ma non certo distesi quando c’era da conquistarsi un posto al sole. E secondo Furriolo, Pujia “forse più di Riccardo Misasi era decisamente  proiettato in una dimensione nazionale…”. 

Quattro anni fa Michele Drosi ha scritto per Rubbettino editore il libro “Carmelo Pujia. La Calabria e la Democrazia Cristiana”. “… La testimonianza offertaci con il suo operato da Carmelo Pujia, con le sue puntuali, esaurienti e stimolanti riflessioni – si legge nella sinossi del volume –, riassume la passione di quella generazione che, nata prima della guerra, vive giovanissima, fra le macerie belliche, l’invasione liberatoria del suolo patrio e, poi, si rimbocca le maniche per la ricostruzione morale e materiale del paese. È una generazione che assume la responsabilità della guida delle istituzioni, che riesce, per la prima volta, nella storia, a divenire interlocutrice autorevole, dignitosa e senza sudditanza dei governi nazionali. E che obbliga il Parlamento a discutere sulle drammatiche condizioni della propria terra, elaborando un progetto, con il contributo di tutte le forze politiche, per lo sviluppo della Calabria…”.

Nel corso della presentazione fu ripercorsa la vita ed il percorso politico dell’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri del Governo Andreotti, oltre che sottosegretario di Misasi e Goria. Iniziando il racconto dalla sua Polia, cittadina del vibonese, toccando la sua esperienza di presidente della Provincia di Catanzaro, poi di consigliere regionale sempre tra i più votati, per far riferimento alla sua esperienza di assessore strategico della giunta guidata da Perugini ed amico sincero di Riccardo Misasi. In questo testo che Michele Drosi ha dedicato a Carmelo Pujia si attraversa un periodo ed alcune vicende della Calabria e del partito della Democrazia Cristiana, e sono affrontati alcuni temi essenziali della storia della Calabria: la Riforma Agraria, la battaglia per ubicare a Gioia Tauro il Porto Intermodale, l’apertura della Facoltà di Medicina a Catanzaro.

Nel libro – pensate un po’ – c’è la prefazione dell’ex presidente della Camera dei Deputati, Pier Ferdinando Casini, oggi presidente della Commissione Esteri del Senato della Repubblica e in lizza, rampantissimo e persino in vantaggio su Berlusconi, per il Quirinale. Ed è la conclusione ideale di questo racconto di altri tempi.