L’interesse è figlio del D….raghi: governo del Covid
Il premier italiano (non eletto) Mario Draghi ha trovato il giusto modo di cavalcare l’emergenza Covid per un unico preciso obiettivo: la Presidenza della Repubblica. Considerata l’età, vale il ben noto detto: “ora o mai più”. E Draghi, sfruttando la veste di super tecnico designata dal predecessore Mattarella, ha compiuto il suo percorso perfetto.
La figura del premier Draghi è indissolubilmente legata all’emergenza Covid, che ha evidenziato senza precedenti l’inadeguatezza del sistema sanitario nazionale, diremmo costruita ad hoc per consolidare ed ampliare gli interessi economici di una casta, quella dei medici, tutti coesi nell’obbedienza passiva. A cosa? A tutta una serie di provvedimenti e misure urgenti che anziché contrastare l’emergenza, hanno prodotto sempre più contagi, sempre più vittime, un caos volutamente ingestibile, ma economicamente molto fruttuoso.
La storia ha avuto inizio un anno fa, con la partenza della campagna vaccinale antiCovid. La popolazione era reduce da un anno infausto, e da lunghi periodi di lockdown. Fu facile ottenere da subito una massiccia adesione, basata su libera scelta. Ma tutti ricorderanno che il sistema sanitario era poco pronto, e furono investiti i primi grandi fondi per allestire punti vaccinali esterni ai presidi sanitari. Non fu chiarito da subito l’aspetto cruciale: i vaccini somministrati erano tutti sperimentali, non era certa la durata dell’immunità, e quindi il numero di dosi necessarie per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge. Fu, invece, veicolato il messaggio che i vaccinati erano ormai salvi dalla pandemia, e potevano girare liberamente, senza più misure di protezione. Tornare alla vita normale era per tutti un miraggio, e il messaggio attecchì a tal punto che cominciarono le discriminazioni rispetto a chi, per la stessa libera scelta, e spesso per ragioni sanitarie non comprese dagli stessi medici, avevano deciso di non vaccinarsi.
Il governo non poteva imporre l’obbligo vaccinale a tutti, e così il gran Draghi, forte di un ampio sostegno, inventa il tesserino verde, tampone o vaccino che sia, quale strumento di sicurezza. Via le mascherine all’aperto, e riapertura di tutte le attività. Questa volta furono laboratori e farmacie a trarre i maggiori vantaggi economici. Peccato che l’unico strumento di identificazione certa del Covid, il tampone molecolare, non abbia assunto il ruolo massivo dei tamponi antigenici molto meno accurati. Insomma, nessun vero tracciamento, perché anche i vaccini, dopo la seconda dose, hanno rivelato i veri limiti.
Impossibile che un governo (non eletto) di tecnici ignorasse queste conseguenze. Ma il messaggio ormai consolidato fu: è tutta colpa dei non vaccinati!
Siamo davvero sicuri? Quali sono i dati reali? Quanti sono i contagiati tra i vaccinati? Se, come dice l’ultimo DL, le sanzioni pecuniarie si applicano anche a chi non ha effettuato la dose successiva al ciclo primario, o che non abbia neanche completato quest’ultimo, allora la classe dei non vaccinati è molto più ampia.
Nel frattempo, è stato introdotto un obbligo vaccinale parziale da un bizzarro DL che molto ha di incostituzionale, perché nessuno può imporre un trattamento sanitario SENZA MOTIVAZIONI SCIENTIFICHE ADEGUATE, di cui non vi è traccia nel DL in questione.
Gli hub vaccinali, luoghi assolutamente insicuri, brulicano di persone ammassate come bestie, inascoltate, vaccinate senza scrupolo e senza assunzione di responsabilità da medici inetti, pagati da Occhiuto a 25 euro/persona per aumentare i numeri e non esercitare più in coscienza, come invece dovrebbero.
L’unico obiettivo, cari cittadini, è quello di riempire le tasche dei sanitari, e consentire al Draghi di raggiungere il suo obiettivo. Perché il governo non ha imposto l’obbligo vaccinale da subito e per tutti (come avrebbe dovuto fare), assumendosi tutta la responsabilità? Vogliamo ancora tacere?
Lettera firmata