“Siamo più di duemila, è una grande giornata per Cosenza ed è una grande risposta anche per la questura di Cosenza e per la sua repressione nei confronti dei nostri compagni per i quali ha chiesto la sorveglianza speciale. La vostra repressione non ci fa più paura…”. Così urlano al megafono gli studenti che stanno sfilando per le strade di Cosenza. Nel corteo di Cosenza, che parte dalle molestie sessuali al “Valentini-Majorana”, continua con la lotta alla scuola dei padroni che semina morte e terrore con la sua “alternanza scuola-lavoro” e finisce con la sacrosanta solidarietà a Francesco, Jessica e Simone, attivisti Usb e Prendocasa, c’è tutta la rabbia di una giovane generazione che finalmente si ribella e scende in piazza.
Decine e decine gli striscioni, gli stendardi o magari anche i piccoli cartelli preparati da una grande comunità di studenti che ha deciso di dire basta agli abusi e di denunciare tutto. Una battaglia che ha prodotto comunque il risultato di “pensionare” la dirigente scolastica del “Valentini-Majorana” che avrebbe voluto continuare a comandare e che invece è stata costretta a fare i bagagli tra l’esultanza degli studenti.
La presenza della malapolitica, che non ha rinunciato alla possibilità di fare passerella, è stata grottesca e surreale. La cricca di Madame Fifì, presente con scagnozzi e servi sciocchi di corredo, stavolta più che provocare rabbia ha fatto tenerezza. Così come quella del sindaco incappucciato della città, che ha rasentato il ridicolo. Ma forse era proprio questa l’intenzione degli studenti che li hanno chiamati: quella di farli sentire fuori contesto e fuori posto in un momento politico nel quale non solo sono impresentabili ma anche imbarazzanti.