‘Ndrangheta, il sindaco di Anzio ai boss: “Sempre a disposizione”. Comune a rischio scioglimento

di Clemente Pistilli, Romina Marceca

Fonte: Repubblica

“A me guarda sono a disposizione, poi venisse chi cazzo gli pare a dirmi che gli ho dato una mano o che l’ho appoggiato che poi lo so io come rispondere”. Sarebbe stata questa la promessa fatta dal sindaco leghista di Anzio, Candido De Angelis, a Gabriele Perronace, uno dei 65 arrestati dai carabinieri nella maxi inchiesta sulla locale di ‘ndrangheta realizzata tra Anzio e Nettuno, in grado di fare affari milionari con il narcotraffico e di dettare legge sul litorale romano, accaparrandosi anche ricchi appalti pubblici con l’appoggio a alcuni politici di centrodestra.

A parlare di quelle rassicurazioni del primo cittadino è Davide Perronace, padre di Gabriele, in una conversazione intercettata. Il primo cittadino avrebbe anche detto all’esponente della storica famiglia di ‘ndrangheta: “Che gli devo mandà a tuo padre? A disposizione, pigliati quello che ti pare. Qualsiasi cosa, i soldi, avvocati”.

E si tratta soltanto di uno degli elementi che, nonostante al momento non risultino pubblici amministratori indagati, hanno portato la Dda di Roma a sostenere che l’associazione per delinquere di stampo mafioso, che sarebbe stata capeggiata da Giacomo Madaffari, avrebbe condizionato le ultime elezioni sia ad Anzio che a Nettuno.

Più volte De Angelis ha respinto le accuse di infiltrazioni mafiose nella sua amministrazione. Stessa linea del sindaco di Nettuno, Alessandro Coppola, civico di centrodestra, alla guida di un ente che proprio per le infiltrazioni delle famiglie mafiose, nel 2005 era stato commissariato. Proprio Madaffari, intercettato, ha detto: “Io e Coppola siamo amici”.

Aggiungendo che se li avessero visti insieme “li avrebbero arrestati”. Adesso la prefettura sta valutando l’ipotesi di nominare una commissione d’indagine nei comuni di Anzio e Nettuno.

Sul litorale la ‘ndrangheta, oltre a gestire il narcotraffico, avrebbe messo le mani su numerose attività economiche (ittiche, panifici, smaltimento dei rifiuti, movimento terra), arrivando persino a scaricare ingenti quantitativi di liquami nella rete fognaria comunale e a decidere chi doveva essere assunto dalla Camassambiente, la società che nel 2016 ha ottenuto l’appalto da 38 milioni di euro per i rifiuti ad Anzio.

Un’organizzazione tanto potente che un uomo del calibro di Fabrizio PiscitelliDiabolik, davanti a un’estorsione a un ristoratore di cui sarebbe stato socio occulto, avrebbe chiesto l’intervento di Bruno Gallace. E poi sempre pronta, quando non vedeva soddisfare le proprie richieste, a ricorrere alla violenza.

“Noi dovemo essere quelli che quando c’è da andà al consiglio, annamo, ce guardano, vedono, poi il gruppo di fuoco noi lo potemo pure seguì”, ha detto Vincenzo Italiano a un imprenditore. Senza contare che ad appoggiare la ‘ndrangheta sarebbero stati anche due carabinieri: Elio Rillo e Carmine Dell’Unto, arrestati dai loro colleghi, dopo avere rivelato particolari delle indagini.

Intensi i rapporti pure con l’ex assessore azzurro ai Lavori pubblici Giuseppe RanucciPerronace: “Io ci do una mano a Pino, il lombetto, perché qualsiasi cosa lo chiami è sempre disponibile”.

L’elenco dei politici o aspiranti tali sostenuti dalla locale è lungo. Ad Anzio comprende anche gli attuali assessori Gualtiero Di CarloLaura Nolfi, Danilo Fontana Valentina Salsedo. Il consigliere comunale Massimiliano Millaci è sospettato di essere stato ingaggiato per recuperare un debito di droga. E a Nettuno il principale sostegno l’avrebbero ricevuto i consiglieri Lucia De Zuani Luca Ranucci.