Cosenza. Gargamella, ora devi incontrare l’avvocato dei russi. Senza se e senza ma

Non siamo tra quelli che sono “entusiasti” della proposta ufficiale di una non meglio precisata cordata russa per rilevare il Cosenza Calcio. Non lo siamo perché non conosciamo affatto il signor Oleg (dal cognome impronunciabile) e perché non sono per niente chiari i suoi contatti con il magnate Usmanov e di conseguenza con il potere russo che semina morte e va cercando guerre “economiche” in Ucraina. 

Non siamo, dunque, tra quelli che “tirano la volata” ai russi – ormai tutti li chiamano come noi – e non certo perché siamo vicini a Guarascio-Gargamella, che vorremmo vedere con tutto il cuore lontano mille miglia da Cosenza. Chi in questo momento tira la volata ai russi probabilmente lo fa per “disperazione” o magari perché certi giornalisti che nel corso degli anni sono stati sempre e comunque ignavi, adesso per lavarsi la coscienza, cavalcano quest’onda. E ci sta pure, per carità.

Quello che nessuno scrive, però, a parte noi, è che Guarascio-Gargamella non può certo essere il primo a scagliare pietre contro i russi per il semplice motivo che anche lui è intrallazzato con i poteri forti e se i russi rispondono a… Putin, lui ha referenti che non sono per niente limpidi e cristallini e sono proprio quelli che gli fanno vincere gli appalti in zone come Gioia Tauro e Reggio Calabria e ci fermiamo qui per carità di patria, senza rievocare i pentiti – che pure ci sono – che parlano ormai da anni di chi “protegge” Gargamella.

Detto e premesso questo, arriviamo al punto. Davanti ad una proposta ufficiale di acquisto, come quella che gli ha fatto recapitare l’avvocato Leopoldo Marchese e non certo il sedicente Fernando “Guaracho”, Gargamella non può fare finta di niente cercando di alzare la solita cortina fumogena dell’allenatore nuovo o della squadra che si deve salvare a tutti i costi con i suoi metodi del cacchio. Guarascio adesso ha il dovere morale senza se e senza ma di incontrare almeno l’avvocato Marchese, fargli vedere i bilanci e accogliere ufficialmente questa proposta perché i russi possono essere anche Belzebù ma lui non può più prendere in giro la città dicendo che non c’è nessuno che vuole il Cosenza.

Per arrivare all’obiettivo dell’incontro tra le parti, non crediamo affatto che serva la mediazione del sindaco incappucciato di Cosenza, che con decenza parlando può fare il prestanome di Nicola Adamo e reggere il cappotto a Madame Fifì mentre sfila in corteo ma per il resto non ha nessuna voce in capitolo e soprattutto nessuna autorità. Gargamella, piuttosto, deve convincersi che il suo regno a Cosenza è finito e che prima o poi, come dice lui stesso, dovrà andare via. E allora, adesso ha il dovere di incontrare l’avvocato Marchese – senza se e senza ma – e non sarà certo l’avvento del nuovo allenatore a cambiare le carte in tavola, anche perché la squadra è fatta sempre dagli stessi brocchi presi a due euro al chilo e il direttore sportivo, sempre con decenza parlando, nun vala nè ppe vatta e né ppe vuddra (consigliamo a Goretti di farsi tradurre la frase da… pesta ca li mbacchia).