Ricapitolando: due procure, Salerno e Catanzaro, leggono le intercettazioni tra Ferdinando Aiello, Nicola Adamo, Ennio Morrone e Mario Spagnuolo, registrate dalla Guardia di Finanza di Crotone, e dalla questura di Cosenza e, nonostante il contenuto, decidono, non solo di non “approfondire”, ma addirittura di farle “sparire” dai corposi fascicoli sul “Sistema Cosenza”, oramai anch’essi finiti nel cestino dell’indifferenziata. Per entrambe le procure il contenuto non è rilevante sotto il profilo penale. Ovvero, per le procure sopracitate guidate dal dottor Borelli e dal dottor Gratteri (Dda) spartirsi il territorio attraverso accordi sottobanco in casa del senatore Magorno, alla presenza dell’allora presidente della regione Palla Palla e dell’onnipresente famiglia Gentile, portatori degli interessi di gruppi “industriali” (come il gruppo iGreco) massomafiosi, è normale. Come normale è ascoltare un deputato della Repubblica (Ferdinando Aiello, all’epoca della registrazione deputato) conversare con uno che si spaccia come il più grande e onesto imprenditore della sanità in Calabria e membro, fino all’altro giorno, dell’associazione degli industriali (Giancarlo Greco) a Cosenza, mentre elaborano un piano per un agguato al direttore Carchidi, raccontando di tre tentativi falliti. Tutto normale per Borrelli e Gratteri che non hanno neanche sentito il bisogno di avvisare il direttore del pericolo che correva.
Tutto normale anche ascoltare un deputato che racconta all’onesto imprenditore della sanità privata del gruppo paramafioso de iGreco, che il senatore Gentile ricatta il senatore Morra con “carte” (che arrivano dalla Dda di Catanzaro e finite in mano a Jole Santelli) compromettenti sulle frequentazione “mafiose” del figlio. Per Gratteri e Borrelli è normale ricattare il presidente della commissione antimafia per costringerlo a “ritirare” l’interrogazione parlamentare sull’ispezione ministeriale al Tribunale di Cosenza che poteva inguaiare Mario Spagnuolo e compari, presentata da 9 deputati 5 Stelle. Cosa che è avvenuta. Tutto normale.
Non c’è niente di strano, sempre per Borrelli e Gratteri, leggere le intercettazioni dell’allora deputato Aiello dove si vanta di tenere “per le palle” il procuratore capo Spagnuolo, che tratta a pesci in faccia, come l’ultimo dei garzoni (con tutto il rispetto per i garzoni). Di più: l’allora deputato Aiello chiede al procuratore di “ammazzare Gentile (costruire qualche inchiesta farlocca su di lui)” che rompe le palle insieme al gruppo Citrigno che come gli ha detto l’ex prefetto Paola Galeone, arrestata per corruzione (beccata mentre intascava una bustarella di 600 euro, non si lascia niente), vogliono prendersi – dopo aver ricevuto indietro, previa consegna di lauta bustarella al giudice Valea, il patrimonio di 100 milioni sequestrato – tutta la città a discapito dell’onestissimo e integerrimo gruppo iGreco. Tutto normale. C’è da scommetterci che il prossimo intervento di Gratteri sarà di sicuro contro il gruppo Citrigno.
Tutto normale. Gratteri e Borrelli non si stupiscono di niente (tanto ne hanno viste), neanche quando l’allora deputato Aiello chiama il procuratore capo Spagnuolo e gli dice che gli ha “cacato la minchia” con il suo stare sempre dietro a Occhiuto per coprire tutte le sue magagne e i suoi intrallazzi, mentre qualche magistrato onesto (specie molto rara in Calabria) gli “vuole fare il culo” (usiamo il testualmente il loro linguaggio). Come a dire (dice Aiello a Spagnuolo): invece di difendere e insabbiare i reati di Occhiuto, pensa a risolvere i problemi che abbiamo a Salerno, e ricordati che su quella poltrona ti ci ho messo io. Problemi ovviamente tutti risolti a Salerno e Catanzaro, archiviazione per tutti. Senza contare le archiviazione per Spagnuolo sulle dichiarazioni di Petrini.
Tutto normale, non c’è niente di strano in tutto questo, il marcio non esiste, e tutto quello che scriviamo è solo frutto della nostra malata fantasia.