Catanzaro provincia di Vibo? Quando tutta la città sbertucciava Tallini: “A lui piace di più la provincia di Cutro!”

Mimmo Tallini è inquieto, vorrebbe spaccare il mondo, politicamente parlando, dall’alto della sua fantastica assoluzione (chissà quanto gli sarà costata…) che gli permette di prendere per i fondelli anche il “super” Gratteri e invece niente. E’ stato addirittura costretto a lasciare Forza Italia, stretto com’era nella morsa del clan rivale che vede al comando Robertino parassita e Ciccio bummino, ormai decisamente prevalenti sul terzo componente della cricca, Peppe Mangialavori, caduto in bassa fortuna, ma che all’epoca delle Comunali a Catanzaro invece era decisamente in sella, eccome se lo era. 

Tallini non era riuscito proprio a rassegnarsi all’idea che Forza Italia, Lega e sostanzialmente anche Fratelli d’Italia avevano detto di sì al professore Donato, finalmente promosso a “puparo” dopo anni e anni in cui ha fatto il “pupo” ed era ancora più incazzato perché aveva capito anche altre cose. In primis, il fatto che la candidatura di Fiorita altro non era (ed è ancora) che il rovescio della medaglia di quella di Donato. E non solo: anche il terzo candidato, l‘avvocato Talerico, faceva, ha fatto e in fondo fa ancora parte della stessa “cricca”. Ragion per cui, il “povero” Tallini non ha potuto far altro che lanciarsi ugualmente tra le braccia di Talerico (prima) e di Fiorita al ballottaggio. Magari per provare a dire – alla fine -: “ho vinto qualche cosa?”…

Sì, certo, lo sanno tutti che siamo al più classico gioco delle “tre carte” tale e quale a quello di Cosenza dove chiunque vinca garantirà la “paranza”. E se a Cosenza c’erano il candidato “ufficiale” degli Occhiuto (Francesco Caruso, ovviamente trombato), quello “nascosto” (Franz Caruso, il vincente, espressione del centrosinistra) e quello “camuffato” (Francesco De Cicco, messo lì per evitare sorprese da possibili candidati di rottura), ecco che a Catanzaro si è profilata la stessa, identica trafila. C’era il candidato “ufficiale” che era Donato, quello “nascosto” che era Fiorita (indicato come grande favorito ma o vinceva lui o vinceva Donato era la stessa cosa) e persino quello “camuffato” ovvero Talerico per evitare anche qui sempre possibili “sorprese”, dal momento che c’era anche un candidato libero che si chiama Francesco Di Lieto. 

Insomma, a Catanzaro come già successo a Cosenza, per la paranza massomafiosa unita Pd-Forza Italia comunque sarebbe andata sarebbe stata un successo. Ma Tallini non aveva rinunciato ugualmente in quei giorni di campagna alle sue “boutade” pur di sbandierare qualcosa che gli potesse far dire alla fine che ha… “vinto qualche cosa”.  

Una delle sue “sortite” poi è stata esilarante: “… Si è avuta l’impressione fino a questo momento – scriveva il Tallini – che siano stati organizzati tavoli per far finta di fare decidere molti alleati della coalizione ma che di fatto le decisioni erano state già prese altrove. Quando diciamo che la candidatura del professore della sinistra nasce non a Catanzaro, ma a Vibo Valentia, siamo molto vicini alla verità. “Catanzaro provincia di Vibo Valentia” è il progetto inquietante che ci viene proposto. L’operazione, neanche tanto nascosta di Fratelli d’Italia, è stata quella di mandare avanti Coraggio Italia, Lega e Forza Italia, in modo da “costringere” l’on. Ferro a salvaguardare l’unità del centrodestra, accettando “a malincuore” l’accordo. Ma non servirà….”.

Insomma, Tallini era pronto a tutto pur di “vincere qualche cosa” e arrivava a dire che Catanzaro sarebbe diventata provincia di Vibo. Ma tutta Catanzaro non solo rideva a crepapelle davanti alla battuta del “puzzone” ma per le vie del capoluogo era già nata la battuta che seppelliva Tallini sotto una risata: “Eh sì, ccu Mangialavori Catanzaro è provincia di Vibo, ccu Tallini e Abramo pe vint’anni fummu già provincia di Cutro!!!”… E giù risate mentre Tallini passeggia ed è sempre più uguale a Pippo, che non lo sa ma quando passa ride tutta la città. E’ del tutto evidente che a lui “piace” di più la provincia di Cutro per motivi che la città e anche la Dda ovviamente conoscono alla perfezione. E che evidentemente piacciono molto anche al suo candidato di riferimento, che è – ahinoi – il professore Fiorita. Anche se Tallini dice che non ha fatto “patti” con lui e che si è pentito di aver lanciato Talerico. Così è… se vi pare.