Lettere a Iacchite’: “Cosenza: vi racconto l’odissea di mio marito, guardia giurata della Cosmopol”

Caro Iacchite’,

Nel ringraziarti per lo spazio che mi stai dedicando espongo le ingiustizie subite da un onesto lavoratore (mio marito) con la speranza che chi di competenza comprenda la situazione, ad oggi “forse” non compresa.

Mio marito, Guardia Particolare Giurata della Cosmopol Vigilanza Srl, nata dalla fusione degli storici Istituti Riuniti di Vigilanza Srl (IRV) e Cosmopol Basilicata SRL, si trova a vivere ad oggi una situazione a dir poco vergognosa e destabilizzante, che seppur indirettamente sta coinvolgendo lo stato emotivo di tutte le persone a lui care.

Nel 2018 entra a far parte degli IRV, finalmente nel 2019 decidiamo di sposarci e comprare casa a Rossano, dove mio marito viene assegnato lavorativamente. Tutto sembra andare per il meglio, e mio marito con la massima dedizione al lavoro, lavora anche 16 ore al giorno, salta riposi, sino al 2020 non fa nemmeno un giorno di ferie ecc… Insomma, dopo svariati sacrifici vanta tra trasferte non retribuite, straordinari, permessi non goduti ed altro oltre 10.000 euro, ci tengo a dire mai negati dagli IRV anche se non pagati.
A giugno del 2021 si viene a sapere che lo storico istituto verrà acquisito dalla società Cosmopol con le garanzie per i dipendenti dell’art. 2112cc (ovvero tutte le garanzie occupazionali, creditizie ecc.).

A fronte di quanto suddetto iniziano le conciliazioni dei crediti relativi ad ogni dipendente, con proposta aziendale di €500 su spettanze rivendicate e certificate di svariate migliaia di euro.
Mio marito, seppur mai convocato dai nuovi vertici aziendali per tale proposta (indecente) viene informato dal proprio sindacato CGIL di tale proposta, dove per ovvie ragioni si rifiuta, e tramite la questura di Cosenza richiede le turnazioni di servizio effettuate e conservate presso la stessa, riordina le buste paga a prova delle proprie spettanze e diffida l’Istituto per il pagamento del dovuto sacrificio svolto negli anni.

Arrivati al 23 settembre 2021 la questura informa che la turnazione del lavoratore è pronta e può essere ritirata; ebbene il 24 settembre 2021 viene comunicato a mio marito che dal giorno seguente, su ordine del nuovo amministratore, il lavoratore sarà assegnato ai servizi di Cosenza e non più a quelli di Rossano, a 100 km da CASA!

Ovviamente lascio pensare a voi, con uno stipendio di 1.100 euro circa cosa significhi pagare 400 euro di mutuo, far fronte alle spese di viaggio, senza alcun rimborso e ovviamente rischiare quotidianamente la vita sulla statale 106, conosciuta come strada della morte. Tra l’altro, oltre al danno anche la beffa, dal momento che ulteriori 3 unità sono state destinate ai servizi precedentemente ricoperti da mio marito.

Immediatamente, in base a quanto suddetto, con il proprio avvocato di fiducia si intraprendono tutte le vie del caso, si richiede un ricorso d’urgenza, si coinvolge l’Ispettorato del lavoro, e le istituzioni competenti, ad oggi però senza alcun effetto sperato. Anche io da moglie denuncio il tutto tramite una pec a S.E. il Prefetto e al Questore di Cosenza.

Mio marito chiede aiuto al sindacato di appartenenza CGIL TIRRENO SIBARITIDE POLLINO, alla stessa CGIL nazionale, ma ad oggi nessuna comprensione, al massimo dal referente locale gli è stato detto di aspettare, cosa non si sa…. Solo nel mese di ottobre 2021 il sindacato riferiva che la soluzione per il reintegro a Rossano sarebbe immediatamente avvenuta a fronte della firma della famosa conciliazione di 500 euro.

Inutile infine dire che tutta questa situazione ritorsiva ad oggi è un esempio di ciò che succede a chi osa chiedere i propri diritti, un esempio da tenere in considerazione a chi sfida la legge del più forte, ebbene si, perché in Calabria è così che funziona, la tutela istituzionale e non, non esiste per i più deboli, il debole deve piegare la testa, subire e non provare a far valere i propri sacrosanti diritti.

Voglio solo sperare che chi di competenza faccia ciò che è giusto, mettersi nei panni dei più deboli, di coloro che con tutta la ragione purtroppo sono costretti a tacere, oppure dobbiamo veramente ammettere che per gli onesti in questa terra non c’è spazio?

La moglie di un lavoratore