Guerra in Ucraina, 56° giorno. Mariupol, il nuovo ultimatum russo ai resistenti di Azovstal: «Arrendetevi entro oggi»

Nel 56esimo giorno della guerra in Ucraina la Russia ha dato ai combattenti ucraini che resistono a Mariupol un nuovo ultimatum: arrendersi entro le 14 di oggi. Intanto circa 120 civili che vivevano vicino all’impianto hanno lasciato i corridoi umanitari, secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa Interfax, citando la TV di stato russa. Le forze russe ieri hanno sequestrato Kreminna, un centro amministrativo di 18.000 persone a Lugansk, una delle due province del Donbass. Quattro persone sono morte in un bombardamento a Kharkiv. Intanto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il primo ministro britannico Boris Johnson e il primo ministro canadese Justin Trudeau si sono impegnati a inviare più armi di artiglieria in Ucraina. Il negoziatore ucraino Mykhailo Podolyak ha affermato che è difficile dire quando saranno possibili i prossimi colloqui di pace diretti poiché la Russia ora «scommette seriamente» sulla sua offensiva nell’Ucraina orientale. Infine, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha chiesto una pausa umanitaria di quattro giorni nei combattimenti in Ucraina durante la Pasqua ortodossa.

4.30 – Esplosioni a Mykolaiv

Alcune esplosioni sono state avvertite nella città meridionale ucraina di Mykolaiv, capoluogo dell’omonima regione. Il sindaco Oleksandr Senkevich ha chiesto ai cittadini di nascondersi nei rifugi.

4.00 – Il nuovo ultimatum russo ad Azovstal

L’esercito russo ha dato un nuovo ultimatum dopo quello di ieri ai combattenti ucraini rintanati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol. Il colonnello generale Mikhail Mizintsev, capo del Centro di controllo della difesa nazionale russo, ha detto che se le truppe si arrenderanno alle 14 di oggi (le 13 in Italia) saranno loro garantite «la vita, la sicurezza e le cure mediche». Il colonnello ha aggiunto che la fine dei soldati ucraini «sarà amara in caso di rifiuto». Ma Serhiy Volyna, comandante della 36a brigata dei marines che difendono Mariupol, ha scritto su Facebook che le truppe ucraine asserragliate nell’acciaieria di Azovstal stanno vivendo «gli ultimi giorni, se non ore. Il nemico ci supera di 10 a uno». E ancora: «Ci appelliamo e imploriamo a tutti i leader mondiali di aiutarci. Chiediamo loro di utilizzare la procedura di estrazione e portarci nel territorio di uno stato terzo».

In un’intervista al Washington Post Volyna ha detto che loro non si arrenderanno: continueranno «a condurre operazioni di combattimento e a completare i nostri compiti militari fintanto che li riceviamo … Non deporremo le nostre armi». I soldati russi usano costantemente «aviazione, artiglieria e artiglieria navale di vari sistemi» e cercano di «condurre azioni d’assalto con la copertura di carri armati e veicoli da combattimento di fanteria», ha detto Volyna, secondo cui nell’acciaieria di Mariupol, dove stanno cercando rifugio soldati e centinaia di civili, almeno 500 persone sono ferite. «Nel seminterrato dove le persone marciscono non ci sono farmaci», ha detto. «Speriamo vivamente che il presidente Biden ci ascolti e ci aiuti a risolvere la nostra situazione. Combattiamo fino all’ultimo, ma abbiamo pochissimo tempo a disposizione».