(Debora Faravelli – tag43.it) – Giornalista, cofondatore e caporedattore dell’organizzazione divulgativa WikiLeaks, Julian Assange è noto per aver pubblicato documenti statunitensi secretati riguardanti crimini di guerra. Un’azione che, dopo aver trascorso sette anni in un’ambasciata a Londra, potrebbe costargli una condanna a 175 anni di carcere negli Stati Uniti con l’accusa di aver violato l’Espionage Act. Vediamo chi è, cosa ha scoperto e cosa è stato deciso sulla sua estradizione dal Regno Unito agli USA.

Julian Assange: chi è
Classe 1971, il nome dell’attivista è legato alla fondazione del sito web che ha rivelato centinaia di migliaia di informazioni che hanno imbarazzato i governi di numerosi paesi. Dalla repressione cinese della rivolta tibetana alla corruzione nei paesi arabi fino alle esecuzioni sommarie compiute dalla polizia in Kenia, sono moltissimi i “leaks” che gli utenti hanno appreso dalla sua piattaforma.
Il suo principale bersaglio sono gli Stati Uniti, di cui ha divulgato decine di accuse comprese le azioni compiute durante le guerre in Afghanistan e in Iraq. Rivelazioni per cui ha ricevuto svariati encomi da privati e personalità pubbliche, onorificenze nonché proposte per il Premio Nobel per la Pace per la sua attività di informazione e trasparenza. E che l’hanno però al contempo reso per l’America un “nemico pubblico”.
Julian Assange: cos’ha fatto
Nel 2010 sono iniziati i suoi guai giudiziari, con la Svezia che ha lanciato un mandato di cattura europeo nei suoi confronti dopo che due donne lo hanno denunciato per stupro. Assange, allora a Londra, aveva replicato di aver avuto rapporti consenzienti con le accusatrici e si è consegnato alla polizia britannica. Detenuto per nove giorni prima di vedersi concessa la libertà vigilata, ha chiesto asilo all’Ecuador dopo che il Regno Unito aveva accolto la richiesta di estradizione in Svezia (temendo che, andando nel paese, si facilitasse il suo trasferimento negli USA dove doveva rispondere della pubblicazione dei documenti segreti). Il paese sudamericano lo ha accolto nella sua ambasciata a Londra dove Assange è rimasto per sette anni.

Archiviate le accuse in Svezia, nel 2019 l’Ecuador l’ha infatti accusato di aver violato le condizioni per l’asilo politico, l’ambasciata ecuadoregna a Londra l’ha espulso e le autorità britanniche lo hanno arrestato per violazione dei termini della libertà su cauzione. Nello stesso anno è stato incriminato negli Stati Uniti con ben 17 capi d’accusa a suo carico (oltre a quello già spiccato per pirateria informatica), ritenendo che abbia cospirato per ottenere informazioni poi diffuse online. Se ritenuto colpevole, rischia 10 anni per ogni accusa nei suoi confronti.
Gli USA hanno dunque chiesto la sua estradizione e, dopo un iniziale respingimento, il 20 aprile 2022 la Westminster Magistrates’ Court di Londra ha emesso l’ordine formale per estradarlo. Spetta ora a Priti Patel dare il via libera finale (ritenuto scontato) al trasferimento dell’attivista, ancora detenuto a Londra, negli Stati Uniti.
Julian Assange: cos’ha scoperto
I documenti incriminati che il giornalista ha divulgato su WikiLeaks riguardano in particolare una serie di notizie fornite dal militare Chelsea Manning relative alle guerre in Afghanistan e in Iraq. Si tratta di documenti confidenziali e riservati che, nel primo caso, parlano di civili morti di cui non si è saputo nulla, di un’unità segreta incaricata di uccidere o fermare qualsiasi talebano anche senza processo, delle basi di partenza in Nevada dei droni non sempre precisi negli obiettivi e di uno scenario completamente in contrasto con quello presentato dalla politica americana ai cittadini (soprattutto in relazione al Pakistan, definito alleato e invece accusato di fare il doppio gioco e lavorare al fianco di al Qaeda).
Nel secondo caso, dai file resi pubblici sono emersi migliaia di morti di cui prima non si sapeva nulla ma anche torture inflitte ai prigionieri da parte dei soldati iracheni sistematicamente ignorate dagli americani.