Il numero 15 di via dei Conti Ruffo a Catanzaro torna sotto i riflettori degli investigatori. L’immobile infatti è più volte citato nell’inchiesta che ha portato al sequestro di 100mila euro dai conti correnti dell’associazione Vivere Insieme onlus. Nel registro degli indagati sono finiti il suo rappresentante legale Massimo Madarena Poggi, ma anche Cosimo Caridi, rappresentante della società Centro Servizi, Aldo Rizzuti, rappresentante della Sinergica Srl. Il legale rappresentante dell’associazione Vivere Insieme deve rispondere di frode fiscale.
Dalle indagini è emerso che allo stesso indirizzo in via Conti Ruffo hanno la propria sede legale diverse società, tra cui l’ Associazione Vivere Insieme, «per lo più riconducibili ai membri del gruppo Poggi o, comunque, a persone che sono cointeressate nelle aziende». L’immobile, hanno ricostruito gli inquirenti, risulta detenuto dalla Centro servizi, società di Cosimo Caridi, attraverso due contratti di leasing. Tuttavia, dai dati contabili acquisiti nella fase di indagine, non risultano fatturazioni emesse a titolo di locazione né nei confronti della Vivere Insieme né di altri soggetti, né sono stati rinvenuti contratti di locazioni o di comodato. Dunque, secondo la ricostruzione della Procura, la Centro servizi fornirebbe alle diverse società, per le quali cura gli aspetti contabili, la disponibilità dei locali in comodato d’uso gratuito.
Lo stesso Caridi, sentito dagli inquirenti, ha spiegato che “il corrispettivo forfettario annuale è stabilito con tale modalità, sostanzialmente per remunerare anche le prestazioni di servizio che non sono contrattualizzate in maniera specifica ma rientranti in voci generiche del tipo “servizi amministrativi”, tra cui rientrano anche la disponibilità del locale in uso gratuito”. Per gli inquirenti però proprio le parole di Caridi fanno emergere una precisa ragione di criticità fiscale. Vi sarebbe infatti secondo l’accusa una difformità tra le prestazioni contrattualizzate e fatturate e quella realizzata (cioè la sublocazione di una parte dell’immobile) con la conseguente “fittizietà” delle prime, da considerarsi giuridicamente inesistenti.
C’è un altro passaggio importante. Come detto, la Centro Servizi titolare dell’immobile ha poi dato alcuni locali ad aziende riconducibili alla famiglia Poggi o a persone (professionisti a loro accomunati da fortissimi interessi economici). Tra questi, la Procura cita l’ex consigliere regionale Claudio Parente. Non è un caso. Lo stesso immobile infatti aveva già suscitato la curiosità degli inquirenti che si sono occupati dell’inchiesta Corvo, che vede indagati Parente e due consiglieri comunali (Pisano e Gironda) per la convenzione tra Comune e Vivere Insieme per un terreno su cui avrebbe dovuto sorgere un complesso sportivo nel quartiere Corvo. Gli investigatori, negli atti di quel fascicolo, avevano contato 9 società tutte con sede allo stesso indirizzo, via dei Conti Ruffo numero 15. Procura e Guardia di Finanza avevano evidenziato che l’immobile ospitava anche la sede del movimento politico creato da Parente “Officine del Sud” il cui tesoriere, almeno all’epoca dei fatti, era proprio Cosimo Caridi. Fonte: Gazzetta del Sud