Antonio e Pasquale La Rosa, 60 e 57 anni, Elio Ventrice, medico di 72 anni in pensione, tutti di Tropea, e Domenico Fraone, professionista di Filadelfia, sono stati arrestati dai carabinieri, a conclusione di un’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri. A vergare l’ordinanza di applicazione delle misure coercitive è stato il gip del Tribunale di Catanzaro Antonella De Simone. I due fratelli La Rosa e il commercialista Fraone sono finiti in carcere, Elio Ventrice è stato posto, invece, agli arresti domiciliari. Devono rispondere, a vario titolo di usura ed estorsione.
Nell’ordinanza, si legge, infatti, che Domenico Fraone, “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, realizzate in tempi diversi, a fronte della concessione di un prestito di 200mila euro, si era fatto promettere da Antonio Mondella, imprenditore in stato di difficoltà, interessi mensili nella misura compresa tra il 6% ed il 7%, e comunque altri vantaggi di carattere usuraio, in quanto sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro erogata dal momento che, in caso di mancata restituzione della somma ricevuta nel termine di un anno, maturava titolo di proprietà dell’immobile, “libero da vincoli”. Infatti, il 3 dicembre 2012, stipulava-scrive il gip -“un contratto di compravendita in forma di scrittura privata con Antonio Mondella, per effetto del quale quest’ultimo si impegnava a cedere a titolo definitivo e libera da ipoteche la struttura denominata “Casa di Ulisse” di Tropea, laddove non avesse restituito al Fraone 200mila euro”. Per lui, l’accusa è di usura aggravata.
Medesima accusa per Pasquale La Rosa, a fronte di un prestito da 80mila euro, si era fatto promettere da Mondella, “interessi usurai a fronte di un prestito di 40mila euro. La Rosa si era fatto promettere da Mondella, la corresponsione di un tasso d’interesse del 4% mensile, con una rata di 1600 euro, con obbligo di restituzione alla fine del rapporto dell’intera somma. Pasquale La Rosa deve rispondere pure dell’ipotesi di reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, insieme ad Elio Ventrice, poichè avrebbero fatto presente all’imprenditore di essere in pericolo di vita: “Lui e il fratello ti saltano addosso”, diceva, riferendosi a Pasquale e Antonio La Rosa, qualora non si fosse adoperato per consentire l’acquisto dell’immobile “Casa di Ulisse” da parte di Domenico Fraone.