E’ passata quasi una settimana. Erano le 23 di giovedì quando due individui a viso scoperto, dopo aver percorso indisturbati tutto il porto di Cetraro e il relativo pontile, hanno lanciato materiale incendiario nella poppa della barca a vela di 10 metri del dottore Giorgio Ventura, cardiologo di Belvedere Marittimo, in servizio nella Tirrenia Hospital, ex clinica Tricarico, con tutto ciò che ne consegue rispetto a “clima” e intrecci. La barca era ormeggiata nella darsena turistica del porto di Cetraro. Grazie al tempestivo intervento degli ormeggiatori e dei vigili del fuoco, si è potuto evitare il peggio. Altre barche, infatti, erano ormeggiate vicino alla stessa barca con persone e bambini a bordo.
Subito dopo l’atto chiaramente intimidatorio, la solita litania: l’intervento del sindaco di turno ovvero Ermanno Cennamo, che ha gridato alla “mafia” e ha scritto le solite frasi trite e ritrite che si dicono in questi casi, l’intervento della solita associazione Libera in tandem con l’associazione Lucio Ferrami e l’altrettanto solita mezza manifestazione (visto il numero scarsissimo di partecipanti) e persino le dichiarazioni dell’intimidito, il quale – oltre a non spiegare nulla su chi gli possa voler male – s’è lanciato in una disamina, con tutto il rispetto, molto poco credibile affermando che l’intimidazione a lui è un “avvertimento” alla città.
Fin qui quello che sappiamo. Passiamo adesso elle considerazioni che non si potrebbero fare, perché non vengono scritte e diffuse a mo’ di velina dai media di regime. Per quanto se ne sa a Cetraro, i carabinieri avrebbero individuato i due picciotti che hanno appiccato l’incendio alla barca di Ventura. Sarebbero due ragazzi “mandati” da qualche vecchio sodale del solito clan che comanda a Cetraro. Difficilmente se la “canteranno” e quindi continueranno a coprire chi ha dato l’ordine di incendiare la barca a vela del dottore.
Già, il dottore Giorgio Ventura. Ma chi è che vuole male al cardiologo? Perché qualcuno che gli vuole male ci dev’essere per forza, al di là del fatto che la città di Cetraro sia in mano al solito clan, che – secondo lui – adesso si metterebbe a mandare messaggi “criptici” alla città. Ventura è un vero e proprio punto di riferimento per l’ex clinica Tricarico, fin dai tempo in cui era sotto lo stretto controllo del solito clan. A Cetraro in questi giorni non mancano le voci di qualche attrito, per usare un eufemismo, con altri soggetti in servizio o che sono stati in servizio nella clinica di Belvedere Marittimo. Soggetti che evidentemente non gliele hanno mandate a dire e hanno utilizzato il linguaggio della mafia per fargli capire che nei confronti di qualcuno non s’è comportato bene. Tradotto in soldoni: il motivo dell’intimidazione e dell’incendio è molto più “banale” (ammesso che si possa utilizzare questo termine davanti a un atto comunque odioso e insopportabile) di quanto si possa pensare e il solito clan è intervenuto non perché interessato in prima persona ma solo perché chiamato in causa per mettere un po’ di paura al cardiologo Ventura. Che certamente ha capito bene da dov’è arrivata l’intimidazione e cosa deve fare per “apparare” la questione. Tutto il resto è… fuffa. Come al solito, del resto.