Ritorna il solito balletto dei Nuclei di cure primarie dell’Asp di Cosenza.
Ogniqualvolta finisce la proroga gli amici degli amici tornano a farsi sentire. Ora hanno avvertito i loro giornalisti di riferimento che sono state chiuse le sedi cosentine di via Popilia e via Miceli, quella di Rende, quella di Montalto, quella di Paola e quella di Corigliano.
Verrebbe da dire: ecchissenefrega!
Le vicende legate alla gestione della sanità cosentina fanno emergere un verminaio di interessi sporchi e di commistioni con la malapolitica un po’ dovunque ma quella dei famigerati NCP (Nuclei di cure primarie) dell’Asp di Cosenza è una delle più vergognose.
Che cosa sono? Una macchina mangiasoldi, un vero e proprio spreco di denaro pubblico messo in piedi dall’ex direttore generale Gianfranco Scarpelli.
I Nuclei di cure primarie oggi sono molto discussi per i pochi (se non nessuno) risultati ottenuti e sono difesi solo dai medici che ne fanno parte.
Partoriti per abbattere le liste di attesa e fare filtro all’ospedale dell’Annunziata, in realtà, nei numeri, hanno clamorosamente fallito tutti i loro obiettivi e i soli a guadagnarci sono i medici (tutti impegnati in politica e vicini al Cinghiale, al secolo Tonino Gentile) che si dividono una torta di circa 2.5 milioni di euro ogni anno.
All’interno di questi NCP, poi, i medici dell’Asp cosentina fanno studio privato con sfacciataggine e disinvoltura, ricevono i propri assistiti gonfiando le prestazioni e qui hanno pure trovato il modo di assumere i propri figli e fratelli come amministrativi.
Non è difficile verificare come il personale amministrativo porti quasi sempre lo stesso cognome dei medici.
Il tutto alla faccia dei contribuenti e di quanti emigrano per un posto di lavoro.
A coordinare il tutto un altro degli uomini ombra del senatore Gentile all’Asp di Cosenza, che abbiamo già avuto il piacere di “presentare” ai cosentini. Per quanto sia famosissimo nel suo ambiente. Si tratta del dottore Antonio Perri, ai più noto come l’estensore e firmatario delle lettere di assunzione dei 133 “precari” per chiamata diretta…
Ora, sui media di regime è ripartito il tam tam per evitare la chiusura.
Scommettiamo che, dopo l’estate (che tutti hanno il diritto di andare in ferie…) qualcuno trova i soldi per continuare a far mangiare i clienti del Cinghiale?