Catanzaro, Sant’Anna Hospital: l’assedio della massomafia. Sally, Dodo e Pasqua del clan di Limbadi

L’odore acre o se preferite la puzza l’avevamo già avvertita da parecchi mesi, denunciando pubblicamente il tutto. Da tempo l’aria era diventata ulteriormente irrespirabile: il lezzo maleodorante non è quello del cadavere in decomposizione, né l’odore acre della polvere da sparo, ma solo e soltanto – scusate se è poco! – quello della mafia. 

A Catanzaro la mafia non spara, si siede ai posti di comando e fa business. Questo è quello che sta ancora avvenendo nel Sant’Anna Hospital con l’arrivo dei faccendieri del CdA (Mariani, Coi e Galasso, che si sono defilati dopo aver completato la loro “operazione”), ma soprattutto con l’occupazione militare della clinica che il clan dei Mancuso, nota famiglia di ‘ndrangheta di Limbadi, ha messo a gestire al “nuovo” direttore sanitario, il suo migliore associato e uomo della sanità, il dottore Cesare Pasqua, da qualche giorno indagato da Gratteri ma per altre vicende.

L’avvento di Pasqua era una strategia di bassa intensità, quella che doveva sfuggire alla curiosità, ma noi l’abbiamo sgamato e curiosi come siamo, abbiamo cominciato a scriverne causando, per come è comprensibile, nervosismo ed irrazionalità negli attori principali, tanto che il dottore Franco Mariani ci aveva addirittura mandato la sua diffida all’astensione, una specie di peto (pirito in italiano…) che non ha fatto rumore e nemmeno alcuna paura.

Ne è nata una specie di guerra non ortodossa dove, da una parte ci sono loro, i mafiosi ed i faccendieri, dall’altra la Calabria libera e la pubblica opinione che vuole conoscere, manca almeno per ora la magistratura… nonostante – e non è cosa di poco conto -, ci troviamo nella città del “felice” Procuratore di Catanzaro, il dottore Nicola Gratteri. Il risultato al momento è che noi, speriamo non solo noi, abbiamo acceso i riflettori e teniamo sotto mira mafiosi e faccendieri, che corrono contro il tempo e i lampeggianti della Guardia di Finanza, lasciando sul selciato prove, distrazioni, complicità ed una serie di “nuovi” reati, singoli ed associativi.

E’ questa una battaglia, al momento impari, per non consentire che la ‘ndrangheta diventi proprietaria della clinica Sant’Anna Hospital, solo perché ha chiuso il cerchio avvalendosi di “teste di legno”; di faccendieri dal valore di una mezza sega al soldo come passeggiatrici; dei cosiddetti “valori aggiunti” professionisti del falso e dei “Caini” di casa Frontera: che hanno “estorto” –  mai termine fu più appropriato – firme e consenso non compreso pienamente agli anziani genitori, generando il trasferimento delle azioni della clinica in una fantomatica società fiduciaria, della quale è maturo il tempo per parlarne.

Prima di addentrarci fra le scartoffie del falso e della truffa, quella che stanno imbastendo ai danni della sanità calabrese, dobbiamo distinguere fra attori “protagonisti” e attori “non protagonisti”. Un rieditato premio David di Donatello dove, alla fine, tutti avranno il loro “momento di gloria”.

Nella sezione attori protagonisti, siedono a giusto titolo: Cesare Pasqua, uomo della ‘ndrina dei Mancuso di Limbadi; Alessandro Castellini il commercialista padovano, figlio della terra della mala del Brenta, spacciatore di testamenti falsi e costruttore di società fantasma, ma in particolare anello di congiunzione fra la ‘ndrangheta e la finanza; Rosanna Frontera, detta Sally la cattolica per la sua robusta fede cristiana che esercita quotidianamente quasi fosse una lezione di pilates, salvo fare peccato mortale per essere l’autrice di Cuore Matto e del nuovo quarto comandamento: fotti il padre e la madre! E poi c’è lui…, quello che stava nascosto dietro la tenda che ha generato il trip di Mariani – credersi un grande manager (?!?) – facendo un torto alla musica perché non si suona con il culo, ma che è l’altra parte della mela avvelenata dei Frontera: Domenico Frontera il complice di Sally la cattolica, detto Dodo (senza accento) il magnifico!

Bonnie e Clyde? No. Sally e Dodo…tanto basta!

Tutti gli altri restano nel parterre degli attori “non protagonisti”, i faccendieri del CdA dal valore di una mezza calzetta che hanno scambiato i “cessi” della clinica per un salone di bellezza; i nuovi filantropi arrivati dal triangolo Limbadi-Vibo-San Gregorio d’Ippona, fra le maestranze della clinica, che svolgono la loro prestazione a gratis (?), come il loro capo Cesare Pasqua stando acquattati negli uffici dell’amministrazione o nei laboratori, secondo la regola dell’occupazione mafiosa.

Redde rationem villicationis tuae: iam enim non poteris villicare: «Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore». (Luca 16.2)

Siamo alla resa dei conti, redde rationem, è tempo di conoscere il dott. Alessandro Castellini e la sua ben fornita cronaca giudiziaria, ma in particolare capire che attinenza abbia la sua presenza nelle vicende del Sant’Anna Hospital, se a titolo di scorta o di amministrazione di sostegno, ai faccendieri del CdA ed a Sally la cattolica.

Cristina Genesin, giorno 3 marzo 2022, sulle pagine del Mattino di Padova dedica un nuovo capitolo alla lunga storia “criminale” di Alessandro Castellini, con il titolo: “Dai paradisi fiscali alla clinica, il commercialista Castellini ‘tuttofare’. Il professionista a processo per ricettazione e riciclaggio. Intervenuto anche per il rilancio di un centro sanitario calabrese”. Punto.

L’arrivo di Castellini a Catanzaro non passa inosservato ai giornalisti di cronaca giudiziaria del Veneto, di Padova più precisamente dove il commercialista truffatore ha la sua sede originaria. La domanda che ricorre è sempre la stessa: chi l’ha chiamato al Sant’Anna Hospital? Quale è il suo effettivo ruolo? Di cosa si occupa nel rilanciare il centro sanitario calabrese? Crea documenti falsi?

Queste domande, legittime come fatto di normalità, diventano fonte di blasfemia all’interno del cerchio di Sally la cattolica, che non appare disponibile a chiarire i contorni di questa nuova e speciale amicizia, con risvolto professionale, tanto da farsi rappresentare proprio da Castellini nell’assemblea dei soci del 18 gennaio 2022, quando si cambia in corsa il CdA e viene approvata la variazione statutaria, che apre la porta alle società fiduciarie dove vengono “nascoste” le azioni di Villa S.Anna SpA, per la precisione il 77,33%. Ma, c’è di più, sono le stesse domande alle quali non risponde nemmeno nei confronti degli anziani genitori, che stanno realizzando di essere stati truffati su mandato di Sally e Dodo e grazie alla creatività societaria e fiduciaria proprio di Alessandro Castellini.

Nella sua geografia, quella che emerge dalle notizie della stampa veneta, Alessandro Castellini appare più come un incallito faccendiere che come un professionista dall’etica irreprensibile specializzato in diritto societario. Non è uno sbaglio in entrambi le versioni di lettura. E’ certamente un sottile, perché criminale nella mente e nell’agire, conoscitore delle pieghe del diritto societario e, gli elementi di “dolo” che abbiamo trovato nell’atto costitutivo di Sanità Futura sas lo confermano, così come si conferma la sua matrice criminosa e criminale, quella che dal 2009 fa parte della sua lunga antologia nel procedimento penale per ricettazione e riciclaggio pendente al tribunale di Padova.

La “bad star” di Alessandro Castellini ha inizio dopo la morte di Mario Conte, ricco pellicciaio padovano morto a 91 anni il 13 novembre 2008, ma in particolare per l’inchiesta della Procura della Repubblica di Padova sul testamento e sull’eredità, tanto da aver dato l’inizio ad un giallo che coinvolgerà nomi noti della città veneta. L’attenzione del sostituto procuratore titolare del fascicolo si concentra sull’ex maggiordomo di Conte, Luciano Cadore, unico erede della fortuna di oltre 50 milioni di euro, altri affermano che si attesti a quasi 90 milioni di euro, sulla base di un testamento olografo ritrovato dopo la morte del pellicciaio, rivelatosi falso dopo le verifiche dei Ris dei Carabinieri. Castellini entra nella vicenda per una somma ricevuta da Cadore di 8 milioni di euro, il cui rapporto era molto stretto, ma sospetto non già per una conoscenza, ma per via di alcune procure intestate a Castellini dal factotum ed erede del pellicciaio Conte, proprio quel Mario Cadore destinatario dell’inatteso lascito.

Da amministratore unico del Venezia Calcio 1907 e com­mercialista di fiducia di Maurizio Zamparini (era la stagione 2003-2004 e gli arancioneroverdi militavano in serie B) a «mandata­rio» della campagna elettorale del 2009 di Marco Marin, candidato sindaco di Padova. E’ costellata di incarichi — quasi sempre al riparo dalle luci della ri­balta — la vita professionale di Alessandro Castellini, l’ammini­stratore unico di Aurora Srl, la so­cietà di intermediazione immobilia­re sui cui conti la ma­gistratura ha sequestrato quanto è rimasto in cassa della cifra versata da Cadore, cercando di capire dove siano finiti tutti gli otto milioni di euro provenienti dall’eredità Con­te. Costituita il 31 gennaio di que­st’anno, Aurora Srl, con diecimila euro di capitale sociale, risulta di proprietà di Monte Paschi Fiducia­ria Spa.

Aurora Srl ha sede a Padova, in piazza Gari­baldi 8 (vedi foto), in quello che è in pratica il quartier generale di tutte le società che fanno o hanno fatto capo al commercialista: tra queste sono ancora in attività lo studio di consulenza fiscale Manzo­ni 20 Srl di cui Castellini è socio e consigliere e soprattutto la sua Trentuno Sas, l’altra attività di consulenza imprenditoriale di cui è titolare. Fin qui l’impegno imprenditoria­le. Che sfocia ed è sfociato in passa­to in un impegno politico, sempre però al riparo dalle luci pubbliche.

Commercialista di fiducia di Giusti­na Destro (la sede di Libera Fonda­zione è ospitata nello stesso stabile del suo studio, sempre al civico 8 di piazza Garibaldi) Alessandro Ca­stellini è cognato di Marco Marin, ex assessore ai servizi sociali al comune di Padova e prin­cipale avversario di Flavio Zanona­to alle elezioni comunali del 2009. E’ stato proprio Castellini a curare per l’ex olimpionico di scherma i conti della campagna elettorale per le comunali, raccogliendo e gesten­do i fondi in sinergia con i vertici del Pdl cittadino. Una sorta di «mandatario» come avviene per le campagne elettorali che riguarda­no Camera e Senato che ha tenuto e regolato – come testimoniano diver­se fonti – i cordoni della borsa nella complessa macchina elettorale del centrodestra, che ha portato Marco Marin ad essere senatore nella XVII legislatura ed attualmente deputato della XVIII legislatura fra le fila del Pdl e di Forza Italia. Oggi, dopo essere stato fondatore insieme al sindaco di Venezia, Luigi Brugnano di Coraggio Italia, siede nel gruppo misto della Camera dei Deputati in quota Italia al Centro con Toti.

La storiografia giudiziaria di Alessandro Castellini porta anche al trasferimento di circa 8 milioni su un conto svizzero, successivamente spacchettati verso altre società sempre riconducibili al Castellini, per versamenti a favore del cognato Marco Marin, attuale deputato di Coraggio Italia, pari a 15mila euro e la donazione di un milione alla Libera Fondazione di Giustina Destro; ma soprattutto per la conoscenza accertata che il denaro era frutto di un falso, il testamento, e che bisognava farne perdere le tracce, grazie ai suoi buoni uffici.

Fin qui il pedigree di truffatore di Alessandro Castellini, garante dei traffici e dei trasferimenti di patrimoni, eredità e titoli azionari, con forti relazioni politiche che trovano un incrocio anche in Calabria nel quadrante di Vibo e che, lo accreditano come Messia della ‘ndrangheta e di Sally e Dodo. Tuttavia noi ripartiremo sempre dalle “procure” di cui è stranamente titolare e dai suoi “centri di interesse” quello di Padova in Piazza Garibaldi n.8 e quello di Milano in Corso Magenta n.43, da dove si dipana un incrocio di società, passaggi di quote, fusioni per incorporazione e sottoscrizioni di capitali – sempre alla cifra fissa di 10mila euro – che lentamente ci riporterà alla vicenda del Sant’Anna Hospital e della costellazione di nuove società.

Sarà un viaggio che cercheremo di rendere il più semplice possibile per quanti leggono e per quanti dovrebbero agire, procedendo da subito al sequestro totale della clinica catanzarese, a tutela dei calabresi, dei conti pubblici, ma soprattutto a difesa di due anziani signori, i coniugi Frontera-Bisantis vittime di una truffa articolata, subdola e vigliacca, ordita fuori e dentro il cerchio della famiglia quella di sangue e quella mafiosa con residenza a Limbadi.