Sta facendo molto scalpore il video pubblicato sulla pagina Facebook dell’Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria e girato a Soverato, nel Catanzarese, in cui si vede una ragazza che, “dopo aver chiesto di essere pagata – scrive l’Osservatorio – è stata presa a calci”.
«Dove sono i miei soldi?», chiede la ragazza al suo datore di lavoro. «Non ti preoccupare, ci sono gli avvocati e adesso arrivano i carabinieri». Un dialogo dai toni accesi, quello intercettato nel video pubblicato sulla pagina Facebook «Il pagamento? Poi vediamo – Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria».
«Io non vado via», risponde la ragazza che chiede il proprio compenso e che era stata invitata ad andare via. «Questa è casa mia», replica il soggetto. con tanto di imprecazioni e bestemmie in dialetto, che sarebbe il proprietario o quantomeno il gestore di una struttura balneare dello Jonio a Soverato Marina, il lido Mare Nostrum. Poi si accorge che il dialogo stava andando in diretta sui social, qualcuno vicino a lui dà in escandescenze, e spinge via la ragazza: si sentono e si intuiscono chiaramente rumori di colluttazione con calci e pugni ai danni della ragazza (preceduti da un più che eloquente “cu a faci ‘a diretta”) e il tentativo finale di rompere il telefono cellulare per interrompere la diretta.
“La ragazza è una 25enne, nigeriana – scrive Repubblica -, che aveva deciso di lasciare l’occupazione perché umiliata, vessata e sfruttata. Il proprietario dello stabilimento le ha dato solo una infinitesima parte dello stipendio dovuto e le si è avventato contro, colpendola violentemente e insultandola. Lei lo ha denunciato e ha diffuso il video dell’aggressione sui social”.
“Se qualcuno conosce la ragazza – ha scritto la pagina FB – siamo disposti a darle supporto sindacale”. La ragazza, dopo essere finita in pronto soccorso a causa delle lesioni multiple riportate, è stata dimessa.
IL VIDEO (https://www.facebook.com/OsservatorioSfruttamento/videos/383326810539075)
di Alessia Candito
Fonte: Repubblica
Lesioni, escoriazioni, lividi. Un’aggressione brutale, corredata da minacce e bestemmie. È questo il “salario” ricevuto da una giovane lavoratrice di Soverato solo per aver chiesto che le venissero retribuite tutte le ore lavorate.
Venticinque anni, di cui gli ultimi cinque passati in Italia, Beauty vive e lavora a Soverato, nota località balneare del catanzarese, da quando ha terminato il suo percorso nello Sprar. E si spacca la schiena. Ha una bambina di quattro anni e mezzo da mantenere, un affitto da pagare e dopo essere fuggita da miseria e persecuzioni in Nigeria, fa di tutto per essere autonoma e indipendente. Nella stagione estiva, lavora come lavapiatti nei tanti stabilimenti balneari della zona.
Un lavoro da incubo
L’ultimo impiego però si è rivelato un incubo, terminato con un vero e proprio pestaggio da parte del datore di lavoro. Turni infiniti, trattamento umiliante, modi bruschi. Una settimana a Beauty era bastata per capire che in quel lido-ristorante non ci si poteva lavorare serenamente. Ha trovato un altro impiego, poi ha comunicato al titolare che sarebbe andata via.
Ma quando ha chiesto di essere retribuita, ecco l’amara sorpresa. L’uomo le ha messo in mano solo la paga dovuta per le ore dichiarate sul contratto, una parte infinitesimale rispetto a quelle realmente lavorate. Lei non si è arresa, ha rivendicato il suo salario, comunicato al titolare che lo avrebbe denunciato. E lui le si è avventato contro.
L’aggressione
Bestemmie, minacce, spintoni, botte. Un pestaggio in piena regola, finito in diretta sui social. La ragazza temeva una reazione scomposta, era certa che quell’uomo non le avrebbe mai dato quello che le spettava, per questo aveva deciso di riprendere tutto. Voleva qualcosa di concreto in mano per poter denunciare l’ennesimo episodio di sfruttamento. Ma mai si sarebbe aspettata di essere aggredita, senza che nessuno muovesse un dito per aiutarla.
Tutto in un video sul cellulare
Il suo cellulare riprende tutto lo scambio di battute precedente. “Non mi muovo da qui fin quando non mi dai i miei soldi”, dice lei, risoluta, più e più volte, mentre l’uomo le bestemmia contro, la minaccia, la insulta. “Non ci sono né avvocati, né carabinieri”, ringhia lui. E appena si accorge Beauty sta riprendendo tutto, le si lancia addosso. Il telefono vola, le immagini diventano confuse, l’audio però è inequivocabile e racconta di una donna terrorizzata.
La denuncia
Dolorante, da quel posto si è allontanata in fretta per andare a chiedere aiuto. È andata in ospedale, poi dai carabinieri e ha raccontato tutto. La rete di amici e contatti che ha a Soverato, per lo più vicini a Potere al popolo, le si è stretta attorno. E ha deciso di rendere pubblico il video di quell’aggressione, che adesso sta diventando virale sui social. Lei, ancora dolorante, è tornata a lavorare. Aveva già trovato un altro impiego e non può permettersi di perderlo. Ma contro quell’uomo che prima l’ha sfruttata come una schiava in cucina, poi l’ha selvaggiamente picchiata, promette, andrà fino in fondo.