Buongiorno.
Mi presento.
Sono una voce libera che chiede di esser ascoltata.
Da sempre apprezzo il vostro lavoro, ritengo Iacchite’ l’unico, o uno dei pochi, siti di informazione liberi, non asservito al potere e al politicante di turno.
Vi scrivo per denunciare quanto avvenuto in occasione del Festival delle alici a Fuscaldo.
Lo storico appuntamento reso grande da Gianfranco Ramundo, ex sindaco noto anche alle cronache, è ormai divenuto un’accozzaglia di politici in parata, su tutti l’assessore Gianluca Gallo, sempre pronto a farsi immortalare tra servi sciocchi e lecchini.
Alla prima del Festival delle alici ha preso parte anche il sindaco di Acquappesa, Francesco Tripicchio, prima amico di Fausto Orsomarso sulla vicenda Terme e dopo le figuracce della scorsa stagione balneare, oggi sostenitore del Presidente Occhiuto senza calcolare l’assessore al Turismo (?!?) della Regione. C’era anche Giovanni Politano, il bamboccio paolano che invece di pensare all’estate misera che Paola sta vivendo, va girando alle alici parlando di crescita (con chi? Con Occhiuto il parassita e Gallo il buffone?) del territorio. Peccato che crescono gli altri paesi del Tirreno Cosentino e Paola resta indietro. C’era anche il numero due di Diamante, Pino Pascale, che vorrebbe fare il candidato a sindaco, ma Magorno lo manda avanti per poi tradirlo dopo, come da scontatissimo copione. E stenderei un velo pietoso sulla dama nera di Reggio, degna cummare i Peppe Scopelliti, Tilde Minasi e la donna che ha più plastica sul volto, la leggendaria Simona Loizzo, leghista calabrese… Insomma, una parata di politici insieme a portaborse. Uno spettacolo indecoroso.
Quello che nessuno ha detto però, è che gran parte dei commercianti locali che non erano nella linea degli stand gastronomici hanno patito la fame. Alcuni hanno visto disdette le proprie prenotazioni perché i clienti non potevano raggiungere i locali e avrebbero dovuto scendere a Fuscaldo dopo aver lasciato auto sulla strada statale 18…in Navetta. Un disastro vero e proprio. Il tutto nel silenzio o quasi della politica locale che non serve a nulla, se non a litigare per quello che sta bene a loro. Ecco come hanno trasformato Alici in Festival di Gianfranco Ramundo, edizioni che valorizzavano davvero i pescatori e i ristoratori del posto in una tamarrata mangiasoldi degna della vetrina politica più squallida. Siamo in Calabria è vero, ma non si perde mai la speranza di cambiare.
Lettera firmata