Cosenza e Rende, il monopolio per la “sicurezza”: i fratelli Caputo, Porcaro e l’Oktoberfest

Il pentimento di un “pezzo grosso” come Roberto Porcaro dà molto fastidio ai “colletti bianchi” cosentini e rendesi. Da qualche settimana ormai si avverte grande tensione nei palazzi che contano e nelle stanze dei bottoni ed è doveroso ricordare da dove si parte ovvero dall’ordinanza del blitz di Gratteri, che non solo resiste agli “attacchi” di Riesame e Cassazione ma adesso rilancia decisamente grazie al salto del fosso di Porcaro, che probabilmente non chiuderà la serie delle collaborazioni “pesanti”. 

Dalle carte dell’ultimo blitz di Gratteri emerge, tra gli altri, un aspetto surreale. Una serie di appalti e di servizi viene gestito sostanzialmente in regime di monopolio tra i comuni di Cosenza e di Rende. Sui quali non c’è dubbio che le “cantate” di Porcaro potranno essere illuminanti. 

Abbiamo già visto come Francesco Patitucci, da boss di Rende sia diventato a tutti gli effetti anche il boss di Cosenza, grazie al suo rapporto preferenziale non solo con Marcello Manna (che lo fa assolvere elargendo mazzette) ma anche con Mario Occhiuto, in virtù della sua partecipazione al tavolo della massomafia per gli appalti di piazza Fera. Abbiamo già visto come Michele Di Puppo, boss emergente di Rende, sia entrato prepotentemente anche negli affari cosentini addirittura con l’incoronazione del nipote Ernesto Ferraro a capo delle Ferrovie della Calabria in quota Occhiuto. E abbiamo già visto come Remo Florio sia stato e sia ancora il deus ex machina di tutti gli eventi per quanto concerne le attrezzature di amplificazione e l’allestimento dei palchi.

Il servizio di security nei locali e negli eventi di Cosenza e Rende garantisce denari e controllo.

L’attività imprenditoriale di riferimento per chi indaga è la Security XXL Protection di fatto gestita in Calabria da Giuseppe Caputo, personaggio borderline impelagato con i clan e in particolare con Roberto Porcaro.

La società Security XXL Protection di Tivoli è un paravento, un marchio in franchising che serve per poter partecipare agli appalti. Peccato che anche le pietre e persino nella stessa Prefettura di Cosenza sanno che dietro questa agenzia ci sono i clan confederati di Cosenza, che hanno affidato l’affare a Giuseppe Caputo e ai suoi scagnozzi con il benestare di tutta la malavita locale e non. Infatti versando un fiore alla bacinella lavorano senza nessun problema sia a Cosenza sia a Rende sia su tutta la costa tirrenica con il benestare dei grandi capi della malavita. Ovviamente negli eventi gestiti da Caputo non c’è nessuno di Tivoli. Molti dei dipendenti non sono nemmeno in possesso delle autorizzazioni a lavorare in quanto o pregiudicati o non in possesso dell’art.134: un trionfo del malaffare con la complicità pacchiana di un pezzo di stato deviato.

Giuseppe Caputo è tra gli arrestati dell’ultimo blitz di Gratteri. Nelle carte dell’inchiesta si legge che si aggiudicherà il servizio di sicurezza per l’evento “Oktoberfest di Rende” del 2018, proprio perché Roberto Porcaro aveva imposto l’affidamento e Caputo, in cambio, gli aveva versato una parte dei ricavi.

I pentiti fanno molti riferimenti alla famiglia di Giuseppe Caputo e in particolare ai fratelli Carmine, Vincenzo, Giuseppe e Antonio Francesco, tutti pregiudicati ad eccezione di Giuseppe.

Celestino Abbruzzese riferiva che conosceva i fratelli Caputo come titolari di un’agenzia di buttafuori e molto vicini al Porcaro e che grazie a lui ottenevano i lavori in regime di sostanziale monopolio.

Caputo viene intercettato mentre parla con un altro indagato, Francesco Greco. “Se ci vogliamo prendere questo lavoro qua o interviene lui oppure questo lavoro non lo prenderemo mai!! L’Oktoberfest!”. Dal 24 ottobre (2018) fino al 4-5 novembre nell’area mercatale.

Il rivale per l’appalto dell’Oktoberfest è la Codis di Fabio Cauteruccio, vicina ad Ariosto Artese, che tuttavia ha già un suo campo di monopolio negli appalti di vigilanza per gli enti pubblici. Serviva quindi un energico e decisivo intervento di Porcaro, che non tarda ad arrivare: “La sicurezza non la fai…la sicurezza c’è Caputo, ed è una cosa mia personale!” dice l’intermediario Greco comunicandogli che ha preso l’appalto.

In una conversazione con Caputo, Porcaro assumeva toni decisori, impartendo direttive e istruzioni su come gestire l’organizzazione dei lavori di sicurezza dell’Oktoberfest. In particolare c’era la questione dei lavoratori in parte a nero che rappresentava un ingente risparmio di spese.

Secondo chi indaga, «la prova dell’estorsione e della concorrenza sleale è data anche dall’affermazione di Porcaro, quasi di natura confessoria: «L’OktoberFest, gli ho detto a loro, di dare preferenza…con te, punto’! A noi, che se uno si piglia le briciole, ci convie.. .ci conviene!!!». L’attività di security parte e all’Oktoberfest “vengono impiegate meno persone di quelle che risultavano”. Tale lavoro faceva guadagnare una ingente cifra “superiore a 30.000”, e una parte era destinata a Porcaro per come da lui stesso stabilito.

Giuseppe Caputo è “asservito al gruppo capeggiato dal Porcaro”, pur non facendo organicamente parte dell’associazione mafiosa. Il rapporto avrebbe fruttato due vantaggi: Caputo avrebbe accettato le disposizioni del boss cosentino (sia con riferimento allo svolgimento dei lavori che alla ripartizione degli utili) ma anche la sua ingerenza manifestata con soprusi (il riferimento è all’usura nei suoi stessi confronti), dall’altro lato però avrebbe tratto numerosi vantaggi in termini di effettive aggiudicazioni di diversi lavori, ottenendo così un monopolio di fatto nelle città di Cosenza e di Rende.

E non solo: perché nella stessa ordinanza di arresto di giovedì scorso si tratta diffusamente di un’altra vicenda che vede tra i protagonisti Caputo ma questa volta a Cetraro, a “Moda Mare” (http://www.iacchite.blog/cetraro-il-blitz-di-gratteri-ecco-perche-e-stato-arrestato-occhiuzzi-volto-di-lac-e-sodale-degli-occhiuto/).

Giuseppe Caputo è un bodyguard farlocco, fratello di Carmine, Antonio e Vincenzo Caputo, tutti già noti alle forze dell’ordine. Si nasconde dietro il nome della XXL Protection perché come è normale che sia la Prefettura non gli concederebbe nulla per i precedenti penali dei suoi congiunti ma fa “passare” incredibilmente la tarantella della “copertura”. I Caputo fanno lavorare solo soggetti vicini ai clan, impone la sicurezza come i suoi predecessori e inoltre fa il gioco delle tre carte. Per esempio, all’Oktoberfest dovevano lavorare in 60 e lui ne portava di meno, parecchi di meno, ma prendendo i soldi per pagarne sempre 60. Tanto pagano i cittadini.

Caputo detta legge anche a Cosenza, alla Fiera di San Giuseppe per esempio, ma non solo. Domenica sera al concerto dei Kolors c’era ancora l’agenzia di Caputo, appena finito agli arresti per il blitz di Gratteri. Anche se adesso, probabilmente per non farla troppo sporca, gli toglieranno l’Oktoberfest 2022 ormai alle porte (si parte il 16). Magari per dare l’appalto alla famigerata Codis di Cauteruccio, che invece è l’istituto di vigilanza di riferimento di Ariosto Artese, della cara sorellina “innocentina” (per i caggi) e del ququaraquà mazzettaro sindaco sospeso. Una constatazione disarmante e per certi versi tragicomica. E’ mai possibile che Comune e Prefettura mettono in queste mani i nostri soldi e la nostra incolumità?