Referendum, la protesta di Riccelli: “Lascio il PD, non è più un partito di sinistra”

Riccelli: «Lascio il PD, non è più un partito di sinistra»

Nei giorni scorsi, Mirko Riccelli, 25 anni, giovane esponente politico del Partito Democratico rendese, nonché ex coordinatore dei Giovani Democratici di Rende ed ex coordinatore LabDem Rende, ha abbandonato il partito in forte disaccordo con la posizione assunta dalla segreteria provinciale, regionale e nazionale del PD in merito al Referendum del 17 aprile.

In particolare, secondo Riccelli, nei giorni scorsi la segreteria provinciale del PD di Cosenza si è clamorosamente espressa a favore del NO al Referendum (e dunque di fatto a favore delle trivellazioni in mare), mentre la segreteria regionale è già da tempo in linea con la posizione del PD nazionale, ossia l’astensione dal Referendum affinché non si raggiunga il quorum necessario per la validità della consultazione.

È stata sicuramente una scelta sofferta quella dell’abbandono da parte del giovane esponente dem, che, a proposito di questa sua scelta, ha dichiarato: «La salvaguardia dell’ambiente, la tutela della salute dei cittadini, le politiche energetiche ed ambientali, la partecipazione dei cittadini nelle scelte che hanno impatti significativi sulla collettività dovrebbero essere questioni importanti per un partito che si dichiara essere di sinistra.

E’ palese il fatto che ormai nel Partito Democratico ci sia rimasto ben poco “di sinistra”, il PD è a tutti gli effetti diventato un partito moderato e le ultime scelte referendarie volte a favorire l’astensione e dunque il NON voto non fanno altro che confermare ciò. Per questa ragione (e non solo) ho deciso di rimettere la tessera del partito».

Quella del referendum del 17 aprile si sta rivelando sicuramente una cartina di tornasole per molti esponenti del PD che non condividono la linea astensionistica e di disimpegno che sta portando avanti la segreteria nazionale, oltre ai vertici provinciali e regionali del partito.

Sempre secondo Riccelli, è fondamentale andare a votare domenica prossima perché, è giusto ricordare che si tratta di un referendum abrogativo sull’emendamento alle trivellazioni contenuto nella Legge di Stabilità 2016 e si tratterebbe di un forte segnale contro il perpetrarsi di interessi forti in campo petrolifero e, soprattutto, di un nuovo e significativo slancio verso la ricerca e lo sviluppo di energie alternative e biorinnovabili che, anche in regioni come la nostra, troverebbero un’ ulteriore spinta propulsiva.