I vertici dell’Asp di Vibo Valentia sembra siano ormai entrati in rotta di collisione sotto i colpi della politica amica e del loro capo, il consigliere regionale di Forza Italia Michele Comito, notoriamente anche medico.
Neanche la riunione, convocata a notte fonda, dal capo indiscusso ovvero lo stesso Comito, è riuscita a dirimere i contrasti con il commissario dell’Asp Giuliano. Pomo della discordia è quello di imporre, in una delle più importanti strutture aziendali, il dottore Giuseppe Barilaro, sindaco di Acquaro, utilizzando l’articolo 15 septies, nonostante sia in fase di pubblicazione la graduatoria dei nuovi dirigenti prodotta a seguito di un regolare concorso pubblico per la copertura di tre posti.
Non è valso, per far dire sì al commissario, né il tentativo di bloccare il concorso, come avrebbe voluto e richiesto il capo, cioè Comito e né l’impegno elettorale del sindaco di Acquaro, che alle Politiche ha portato 700 voti a Giuseppe Mangialavori e a Forza Italia. Niente da fare. Siamo alla faida dentro una stessa lobby e tutto questo non fa che avvantaggiare la sanità privata, sfacciatamente favorita e riverita.
Al momento, Giuliano rischia seriamente di essere silurato e il sindaco di Acquaro sembra sia sparito. Perché? E’ solo un capriccio per non essere riuscito a centrare l’obiettivo o forse una scelta meditata perché è in difficoltà con il bilancio di previsione? Il tempo ce lo dirà.
Nel frattempo, neanche i referenti territoriali e consigliori di Roberto Occhiuto (Comito-Bruni-Daffinà-Barilaro) sono riusciti nei loro obiettivi, infrangendo i patti e rompendo gli equilibri costruiti.
La conclusione è logica: dalla riunione è venuto fuori un responso inesorabile ovvero che Giuseppe Giuliano non ha saputo ripagare la fiducia di Comito e quindi deve fare i bagagli. Si attendono sviluppi.