Ci sono una serie di avvenimenti, alcuni tenuti rigorosamente segreti ed altri, ormai filtrati sugli organi di informazione nazionale, che ci riportano alla vicenda del Sant’Anna Hospital. La clinica catanzarese, una volta eccellenza riconosciuta della cardiochirurgia, è ormai da quasi un’anno vittima della volontà criminale di Sally Frontera e di un gruppo di faccendieri ‘ndranghetisti che coperti dalle logge della massoneria deviata ed anche stragista distribuite in terra italica, continuano in un silenzio disarmante e pericoloso l’azzeramento di una realtà sanitaria per ricondurla nei tentacoli finanziari ed economici della famiglia Mancuso, la potente ‘ndrina di Limbadi.
Tutto avviene nella città di Catanzaro e non poteva essere diversamente. Catanzaro è la città del sistema, quel titolo e quella caratteristica a metà fra lecito ed illecito che tante operazioni della Procura di Nicola Gratteri hanno disvelato. Tutto avviene a Catanzaro che ha fatto del silenzio e dell’omertà le sue regole non scritte sulle quali governa, da sempre, quella trasformazione criminale delle obbedienze e dei grembiuli, definito sempre da Nicola Gratteri, massomafia. Tutto si ricompone nella città di Catanzaro, dove la politica da sempre corrotta nonostante i colori e le appartenenze che si definiscono legalitarie, tace e si distrae, lasciando campo libero alla ‘ndrangheta, quella potente e finanziaria importata dal quadrante vibonese, che con la sanità e nella sanità generalmente conclude i suoi migliori affari economici.
Tutto nasce da un possibile “testamento” falso e falsificabile, quell’evidenza che in queste ore ha toccato la realtà catanzarese come una premonizione inopportunamente avverata, ma che resta chiusa nel caso Sant’Anna Hospital nelle vicende familiari di casa Frontera, dove Sally la cattolica, al secolo Rosanna Frontera la signora di “Cuore Matto” detta lo spartito ed organizza l’orchestra. Tutto resta nella storia della città di Catanzaro, quella storia sotterranea che la vede al centro degli interessi, non sempre declinabili, della massoneria deviata e forse anche stragista, da sempre ben salda nei gangli del potere locale, quello anche giudiziario per intendersi.
Tutto torna a Catanzaro, o meglio tutto arriva a Catanzaro, spiegandoci anche il perché e per quale motivo, se il binario che trasferisce in loco le genie criminali è quello delle obbedienze della massoneria deviata, che ha avuto tanti punti di contatto e di relazioni con la famosa Loggia P2, drenando nel gioco del Sant’Anna Hospital “teste di legno” e riconosciuti criminali dal colletto bianco, ai vertici delle cronache giudiziarie che sono il filo impalpabile e solidissimo che Sally Frontera raccoglie e dipana a secondo delle esigenze criminali, sue e dei suoi storici complici, a cominciare dal marito Giuseppe Failla, detto Gino, aduso a minacciare i medici della clinica, così come riportato negli atti di indagine di Cuore Matto, salvo oggi recitare il ruolo del depresso, scacciato dal talamo coniugale e sepolto nella magione estiva di famiglia, quella non paragonabile alla Balmoral dei Windsor…
In questo perimetro si sintetizza e si riavvolge la storia ultima della clinica di Catanzaro, che ha visto il ritorno di Sally Frontera ben nascosta nel retrobottega; l’avvento dei faccendieri nominati componenti del CdA perché mutazione genetica dei cappucci; la nascita di società fantasma, cosiddette cartiere; l’operazione truffa delle quote azionarie, il famoso testamento falsificato, messe nelle mani di società fiduciarie, che nelle ultime ore sono ritornate alla ribalta delle vicende giudiziarie della procura di Milano, come la Fidimed Fiduciaria; la certezza documentata e documentabile che al vertice ci siano soggetti, come Castellini e Bonetti, intranei alla massoneria deviata il cui punto di vertice è allocato a Pesaro, dove la signora Ceccolini Costanza amministratrice di Axum srl è dichiaratamente “testa di legno”, non sappiamo fino a che punto ignara; mentre le decisioni e le strategie criminali camminano sull’asse che da Catanzaro, tocca Limbadi per poi rigenerarsi nelle piazze di Roma, Milano e Padova. E’ questa la lunga storia il cui comune denominatore è sempre uno: la massomafia.
Questo è il filo impalpabile che unisce tutto, dove tutto ha un punto di contatto, una ragione ed una utilità finale. Quelle non comprensibili ai comuni mortali, che generalmente non sopravvivono costruendo le truffe articolate e che soprattutto non legano i loro destini, di cittadini prima ancora di professionisti, agli schemi imprenditoriali della ‘ndrangheta, dove tutto ha una sua valenza nel gioco del riciclaggio e nella trasformazione in bonis di quelle ingenti risorse finanziarie, che devono essere rigenerate in investimenti legittimi, almeno guardandoli dall’esterno senza addentrarsi troppo nei sottoconti e negli incroci off shore.
Questa è la storia attuale del Sant’Anna Hospital dove altri fatti, sia pure chiusi ed ibernati per necessità criminale, sono venuti fuori e rappresentano quella variabile non controllata, che in parte rompe il clima di omertà e di silenzio e riporta il fatto “Sant’Anna” al centro della cronaca, almeno di quella dei mass media liberi, fermando sia pure per un attimo il gioco sotterraneo e mettendo le carte a terra, in un confronto senza mediazione con la realtà.
La “notizia” è trapelata nei primi giorni di questa settimana. La clinica Sant’Anna Hospital per una decisione assunta dal CdA dei faccendieri Franco Mariani, Mario Coi e la signora “Serenissima” come l’autostrada veneta, Francesca Galasso, meglio nota come “coscialunga”, ha interrotto il rapporto di collaborazione con il dott. Daniele Maselli, l’ultimo cardiochirurgo di rango e di riconosciuta valenza professionale che, negli ultimi anni, ha garantito alla clinica di Catanzaro credibilità sanitaria ed un cospicuo “tesoretto” in termini di introiti, valutabili in svariati milioni di euro, sul conto economico della società Sant’Anna Hospital.
Il motivo vero non è conosciuto, perché tutto naviga nel terreno paludoso del silenzio e della complicità criminale, ma nei fatti la vicenda chiude “definitivamente” l’esperienza di cardiochirurgia della clinica di Catanzaro. C’è da considerare che le attività cliniche ed interventistiche erano da tempo sospese, per una mancanza cronica di figure professionali atte a garantire gli standard minimi per il mantenimento dell’accreditamento al Servizio Sanitario Nazionale, quello che ormai diventa un terreno ancora più sdrucciolevole e complicato se viene a mancare la figura, quella di Daniele Maselli, intorno al quale fino ad oggi si reggeva un minino di credibilità e di speranza nella ripresa delle attività.
Le fonti accreditate, perché tali sono per la qualità delle notizie che fino ad oggi si sono rivelate non solo vere ma illuminanti sul clima di criminalità che governa il Sant’Anna Hospital, restituiscono la responsabilità della scelta alla signora Sally Frontera, da tempo estenditrice del teorema del “conflitto di interessi” sulla testa di Daniele Maselli, peraltro ben sostenuta in termini di complicità dalla parola “pesante” come il piombo della lupara, lo strumento che meglio usa nel confronto dialettico con il personale, dell’attuale direttore sanitario Cesare Pasqua, l’uomo della ‘ndrina di Limbadi, quella della famiglia Mancuso di cui è ambasciatore e curatore degli interessi, presenti e futuri, nella clinica catanzarese.
Lui, Cesare Pasqua, amico delle Iene per la vicenda del posto di lavoro cucito a misura per la nuora, il “suocero d’oro” quando sempre su delega dei signori di Limbadi, governava l’Asp di Vibo Valentia rendendosi parte attiva nella difesa della Latteria del Sole che aveva incontrato una verifica dei Nas, diventa oggi il punto di svolta, per sistemare il figlio, l’ex consigliere regionale Vincenzo, ma soprattutto per concludere l’affare della clinica, da trasformare come è scritto nel manuale imprenditoriale della ‘ndrangheta calabrese in una lavanderia, per rimettere sul mercato le risorse economiche derivanti dal riciclaggio.
Sono giorni intensi di incontri, di viaggi a Milano dove Alessandro Castellini si rende parte diligente nella ricerca del sostituto di Daniele Maselli e Cesare Pasqua per come è ovvio non si risparmia, dando fondo alle sue relazioni nel triangolo della ‘ndrangheta calabrese, quello di Vibo e dintorni e, cercando di portare una soluzione veloce e credibile sul tavolo di Sally Frontera.
La prima ricerca viene effettuata fra i corridoi del Policlinico Mater Domini, quello che da sempre pure avendo un report di interventi pari ad un terzo di quelli che garantiva il Sant’Anna prima di “Cuore Matto”, si è sempre dichiarato un competitor credibile della clinica di Catanzaro e qui il primo contatto di Cesare Pasqua cade sul nome di Antonio Di Virgilio, per poi ripiegare su quello di Emanuele Malta, ai quali “garantisce” dotazioni finanziarie importanti, le stesse che ad oggi non riesce nemmeno a fare vedere “a rate” al personale della clinica, ormai da tempo in crisi di ossigeno e di stipendi. Parliamo dei soldi del Monopoli che fanno parte della strategia di Sally Frontera? Oppure sono quei fondi tenuti fuori onda che potrebbero arrivare, perché è indiscutibile che ci sono, dalla famiglia Mancuso?
La risposta che viene data a Cesare Pasqua, sia da Di Virgilio che da Malta, peraltro conterraneo di Cesare Pasqua in quanto nativo di Francavilla Angitola (Vibo Valentia), è picche! Così il primo step nella ricerca come cacciatore di taglie finisce nel fango, si deve accontentare di aver fallito la missione che Sally Frontera gli aveva assegnato e ripartire da Milano, dove lo aspetta la vecchia volpe delle Procure italiane, Alessandro Castellini ed insieme riaprono la caccia al sostituto di Daniele Maselli.
Dagli uffici di Fidimed Fiduciaria di Corso Magenta riparte il “concorsone”, con dotazione importante di soldi, non sappiamo se quelli veri della ‘ndrina di Limbadi o quelli del Monopoli di Sally Frontera e, la scelta cade su un altro nome: quello del dottore Massimo Longo, che secondo i bene informati dovrebbe prendere contezza del suo ruolo e del suo appannaggio già venerdi 21, facendo il suo ingresso nella Gerusalemme del Sant’Anna Hospital, dove ad attenderlo ci saranno i faccendieri del CdA, la “Serenissima” Galasso e lei, Sally la cattolica con la sua dotazione di preghiere sussurrate, nelle sue mani consacrate al rosario di “Cuore Matto” ed alla sua relazione tutta personale con il divino.
Come andrà a finire la vicenda ed il cambio di “credibilità” sanitaria della clinica di Catanzaro è un capitolo che scopriremo solo vivendolo, di certo qualcosa scricchiola, o meglio lascia una serie di dubbi. Quelli che ancora pare ci siano nelle scelte di Massimo Longo alla ricerca frenetica di notizie, vere e credibili, sulla realtà del Sant’Anna Hospital, dove come ormai tutti sappiamo la verità è seppellita, così come è seppellita la libertà dell’anziano prof. Franco Frontera, nei fatti prigioniero in casa sua!
A tutto questo c’è da aggiungere e da capire, sempre seguendo quel filo invisibile che è la trama ed il denominatore criminale della storia del Sant’Anna Hospital, da dove arrivano gli “schei” o “dané” in lingua ambrosiana che Cesare Pasqua sta promettendo facendo leva sulla creatività riconosciuta dalle Procure di mezza Italia di Castellini e Bonetti. Se questi sono soldi veri la cui provenienza non è utile narrare? Se sono i soldi del Monopoli di Sally Frontera? O forse appartengono a qualche pouff nascosto, come ci ricorda Lady Poggiolini, che la signora Sally Frontera Poggiolini ha per tempo imbottito e fatto sparire, dove magari si trovano quei 17 milioni di euro che la Procura di Nicola Gratteri e la Corte dei Conti da tempo inseguono…