Si aggiunge un nuovo capitolo nell’intricata vicenda legata al Lido Lo Jonio sul lungomare di Giovino a Catanzaro Lido. Ieri mattina infatti la struttura è stata posta sotto sequestro dai vigili urbani che hanno notificato un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip Antonella De Simone su richiesta del sostituto procuratore Irene Crea. Ai due gestori Aniello Grampone e Matilde Talotta vengono contestati l’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità e la violazione dei sigilli. L’ennesimo fascicolo di indagine che ha al centro lo stabilimento balneare al centro di una disputa che vede coinvolti oltre ai gestori anche il proprietario e l’amministrazione comunale. Dal 2016, da quando la struttura è stata presa in gestione dai coniugi Grampone (che sono stati riconosciuti anche vittime del racket), il lido Lo Jonio ha subito due incendi dolosi che lo hanno ridotto in cenere, diversi danneggiamenti, alcuni furti, il tutto accompagnato da minacce più o meno esplicite nei confronti dei due gestori. Inoltre la struttura e le relative autorizzazioni sono state più volte materia per la giustizia amministrativa.
In questo quadro si inserisce l’ordinanza del 3 agosto scorso emessa dal dirigente del Settore attività economiche e Suap del Comune di Catanzaro con la quale è stata ordinata la chiusura della struttura balneare, compreso il pubblico esercizio destinato alla somministrazione di alimenti e bevande su area coperta, non interrompendo l’attività di ristorazione in corso. Il 22 agosto però gli agenti della polizia municipale avevano accertato l’inottemperanza del provvedimento prescrittivo “verificando il pieno ed effettivo esercizio dello stabilimento balneare”. Immediatamente dopo erano stati apposti i sigilli. Il 24 agosto gli uffici comunali avevano autorizzato i due gestori a rientrare nel lido per spostare le derrate alimentari conservate. Il 27 agosto gli agenti tornati per riapporre i sigilli, avrebbero constatato che l’attività dello stabilimento era ripresa normalmente. Da qui è partita la segnalazione alla procura. Il gip inoltre sottolinea che anche il ricorso presentato davanti al Tar contro l’ordinanza comunale del 3 agosto è stato respinto a settembre. Nel decreto di sequestro notificato ieri il gip sottolinea che “sussiste il pericolo che la libera disponibilità dello stabilimento agli indagati possa aggravare e protrarre le conseguenze del reato con l’illecita prosecuzione dell’attività balneare-ricettiva e dell’esercizio di somministrazione di alimenti e bevande”.
Nei prossimi giorni i due gestori del lido potranno impugnare il provvedimento del gip e chiedere il dissequestro dell’area.









