Come tutti sanno Mario Occhiuto ha più debiti che capelli in testa. Nella sua lunga e truffaldina carriera di mediocre architetto che non ha mai costruito nulla, l’unica cosa che è riuscito ad edificare è stata una montagna di debiti: oltre 25 milioni di euro. Un maestro nella creazione di società fittizie utilizzate solo per accaparrarsi prestiti e finanziamenti, un artista nel farle fallire subito dopo aver incassato i denari. 18 società da lui fondate e gestite risultano, con tanto di libri contabili depositati in procura, fallite. Tutto questo non lo diciamo noi, lo dicono i finanziari e lo dice persino il Gattopardo che di recente ha inviato al senatore Mario Occhiuto l’ennesimo “avviso di garanzia” per bancarotta fraudolenta. Di più: dopo una così brillante carriera di imprenditore fallito, qualcuno, come la Fondazione Giuliani, ha pensato bene di inserire, per meriti sul campo, nel CdA, un così capace “manager” come Mario Occhiuto: come fa fallire lui fondazioni e società… nessuno. La giusta professionalità che, evidentemente, serviva alla Fondazione Giuliani.
È una vita che Mario Occhiuto è giornalmente inseguito da creditori e banche. Una intera esistenza passata a saltare, come una rana, da una pozzanghera all’altra. Una vita professionale costruita sulla bugia e sull’inganno. Basta chiederlo ai tanti “vrusciati” che hanno avuto a che fare con lui, per capire “l’entità reale del danno”, e le qualità professionali del personaggio. Con tutto questo Mario ha imparato a convivere, affinando, per poter sopravvivere, tecniche truffaldine degne di Wanna Marchi. A salvarlo l’elezione a sindaco. Favorita dai suoi maggiori creditori: l’unico modo per recuperare, attraverso un rapporto clientelare privilegiato con l’amministrazione pubblica, il dovuto da Mario Occhiuto.
Tutti ricorderanno le ditte amiche, gli incarichi a cani e porci, le finte piazze, gli appalti mafiosi, il sacco all’economato, la Porsche pagata dal Comune. Un saccheggio testimoniato dal fallimento del comune (la specialità di Mario Occhiuto), oggi commissariato, con un debito di 400 milioni di euro. Un vero architetto nell’architettare il pagamento dei suoi debiti con i soldi dei caggi. Di tasca sua non ci ha mai rimesso niente. E questo perché per il tribunale Mario è un nullatenente. Un super pignorato che non può far fronte al pagamento dei debiti. Non ha un reddito. Tant’è che il comune di Cosenza, all’epoca, è stato costretto a pagare una parte dei suoi debiti, come “terzo pagatore”. Un giochetto che Mario conosce bene. Un vero genio della truffa. Un affabulatore di serie A.
In tanti hanno provato a recuperare per vie legali il dovuto, ma non avendo entrate, perché in vita sua, Mario, di fatto non ha mai lavorato, il tribunale non può disporre un eventuale pignoramento di una parte dello stipendio. Ma ora questa situazione è cambiata, Mario è stato assunto al Senato e lo stipendio ora ce l’ha. Mario dallo stato riceve un’indennità mensile lorda di 11.555 euro. Al netto la cifra è di 5.304,89 euro, più una diaria di 3.500 euro cui si aggiungono un rimborso per le spese di mandato pari a 4.180 euro e 1.650 euro al mese come rimborsi forfettari tra telefoni e trasporti, per un totale, che gli entra in tasca ogni mese, di 14.634,89 euro.
Ora il Tribunale può procedere al pignoramento. Scuse non ce ne sono più. E i precedenti di senatori “pignorati” non mancano, come nel caso del senatore Enrico Montani (parlamentare eletto con la Lega). Nel 2019 il Senato pignorò una parte dello stipendio del senatore per risarcire un creditore che esigeva dal Montani la restituzione di un prestito, avvenuto nel 2015, di 43mila euro.
Dunque, vrusciati, abbrittati, truffati, raggirati, imbrogliati, dalle arti magiche di Mario, fatevi sotto con le richieste di pignoramento, prima che l’anguilla trovi di nuovo il modo di sgusciare in chissà quale altra palude.